Autore: Fiona Neill
Pubblicato da Piemme - Marzo 2021
Pagine: 379 - Genere: Romanzo psicologico
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
ISBN: 9788856667677
ASIN: B08X7HJMF8
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Esiste la verità? O esistono, invece, solo le sfumature che ognuno coglie – e in cui continua a vivere?
Questa è la domanda alla quale sfuggono per anni Daisy, Max, Rosie e Nick.
Una domanda alla quale il lettore non può sfuggire.
Sapere che ogni giorno ci svegliamo con una storia personale leggermente diversa è un concetto terribile e bellissimo. Ricordatevelo. È importante. Il passato è un’ombra ormai svanita.
Nick Rankin è un ricercatore e studioso dei meccanismi della memoria umana. È il padre di Daisy e Max ed ex marito di Rosie, oncologa e a sua volta ricercatrice di successo. I Rankin raccontano in prima persona, alternandosi di capitolo in capitolo, ognuno la propria versione della storia tra loro e la famiglia Draper.
Le loro vite scorrono in tranquilla simbiosi, soprattutto tra Rosie e Lisa: amiche da sempre, condividono tutto, dai primi giorni di scuola, ai primi amori, ai primi figli. Così, attorno a queste donne dalle personalità forti e opposte, si sviluppano altri legami, in particolare tra le figlie Daisy e Ava.
Ed è alla vigilia dell’adolescenza delle ragazzine che l’idillio si spezza: durante la solita estate insieme nel Norfolk, s’innesca la serie di tradimenti che dà il titolo al romanzo (The Betrayals, nell’originale), e che proietta i personaggi in un futuro inaspettato e sofferto.
Sarà Lisa, otto anni dopo, a rompere gli equilibri precari di ognuno. Tornerà con una richiesta, diretta a Rosie, ma che sprofonderà tutti in un vortice di ricordi, bugie e nuovi tradimenti.
I traditori è stato definito un “thriller psicologico”. Definizione efficace per attirare lettori, ma inesatta: i colpi di scena presenti nel romanzo non reggono all’aspettativa creata dalla pubblicità.
Sarebbe più giusto parlare invece di dramma bifamiliare, in cui si avvicendano, più che le verità prismatiche della storia, la serie di ritratti dei personaggi.
I Rankin e i Draper sono famiglie moderne, ripiegate sulle proprie ferite; combattono con la malattia, mentale e fisica, con la morte, con i danni (e le gioie) provocati dalla “cattiva” memoria.
Tutti temi dagli infiniti sviluppi, usati come pretesti per il nocciolo – a tratti voyeuristico – della storia in sé.
Approfondimento
Daisy, Max e Rosie, dopo il divorzio con Nick, hanno continuato a vivere insieme: sfuggenti sulle proprie vite, sono accomunati da rapporti fragili, frequentazioni online e pallide speranze per il futuro. Il passato di sofferenza condivisa estromette Nick, che orbita loro attorno desideroso di farsi amare e rispettare di nuovo, ma anche assorbito dalla sua attuale relazione.
Forse è questo legame a giustificare il trattamento stilistico riservato ai tre, e che non coinvolge Nick. Daisy, Max e Rosie commentano il mondo con la stessa ironia cinica, lo squadrano con la stessa diffidenza, tanto da far dubitare, a volte, che sia lo stesso personaggio a parlare.
Eppure, sono ben diversi: Max, bambino e poi ragazzo dall’animo buono e metodico, incredulo del male prodotto e ricevuto; la sorella Daisy, la cui personalità viene smangiata dal disturbo ossessivo-compulsivo; Rosie, donna e madre dal pragmatismo incrollabile, sulla quale persino l’ex marito continua a fare affidamento.
Ed è proprio Nick, con la sua fame di vita esplosa in ritardo, ingenuo e astuto a un tempo, l’unico personaggio a suscitare sentimenti diversi da una blanda insofferenza; forse solo Lisa, co-protagonista senza voce e apparente artefice dei (mis)fatti, riesce a farsi odiare e comprendere con la stessa intensità.
Nonostante i capitoli equamente divisi tra i personaggi, che creano un ritmo narrativo incalzante (soprattutto nella prima parte del libro), non emerge un reale scavo nella psiche di ognuno; il tono e lo stile del romanzo sembrano livellati sulla fame di fatti del lettore, piuttosto che mossi dalla necessità di una ricerca autentica sui rapporti e sulle dinamiche della famiglia attuale.
Un’occasione mancata, per Fiona Neill, spinta forse dall’urgenza di raccontare una storia a lei cara, o di ambientarla nella campagna marina del Norfolk in cui ha passato l’infanzia.
Ci rivolgiamo idealmente a lei con le parole di Nick, una sorta di auspicio per i lavori futuri: “La grande lotta per la vita non riguarda cibo e acqua, è la lotta per l’armonia narrativa.”
Stessa regola, potremmo dire, vige per la vita di un buon libro.
Martina Giampietri