Autore: Alba Donati
Pubblicato da Fazi - Giugno 2013
Pagine: 90 - Genere: Poesia
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Le strade
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Il termine "idillio" deriva dal greco, e letteralmente significa "piccola scena" o "piccola poesia". Viene usato anche per definire un breve componimento poetico di ambientazione pastorale ed è proprio in quest’accezione che vanno letti i molteplici componimenti raccolti in questo libro, affreschi di vita ed istantanee che dell'idillio, inteso anche come condizione esistenziale, sublimano la constatazione oggettiva di un reale da cui talvolta si vuol fuggire per poi ritrovarsi comunque nel proprio quotidiano fatto di consuetudini, ma anche di affetti.
“La creatività consiste nel mantenere, nel corso della vita, qualcosa che appartiene all’esperienza infantile” (D.Winnicott, psicoanalista inglese)
Al centro di questa raccolta di poesie ci sono tre generazioni: una nonna, una madre ed una figlia. Attraverso le loro parole si ha la percezione della storia che, incessantemente, avanza. Le immagini, quelle più lontane, ci fanno rivivere il periodo post-bellico di cui è protagonista la nonna, seguite poi da quelle dell’epoca del boom economico, in cui è cresciuta la madre, per arrivare infine all’oggi, a quella società tecnologica in cui vive il suo presente la figlia.
Attraverso una scrittura fulgida e chiara quale è quella di Alba Donati, leggiamo nei versi lo scorrere del tempo, in maniera non ostentata né ossessiva, ma con pacatezza e con numerosi riferimenti autobiografici. Le parole utilizzate, semplici ed efficaci, sono scelte accuratamente e meditate, non adottate a caso. Uniscono in maniera elegante ed armonica il mondo intimo e privato di chi scrive a quello pubblico di cui è circondata e in questo punto di incontro si ha un attimo di pausa silenziosa che ci consente di imprimere nella mente nuove immagini che scaturiscono da versi che non vogliono stupirci, ma toccarci profondamente nell’intimo e ci illustrano con potenza e raffinata disinvoltura, immagini di situazioni legate al vissuto dell’autrice e anche alla quotidianità.
Com’è nella natura dell’idillio tali immagini vivide e dettagliate hanno la capacità di sorprenderci, ma anche di disorientarci e ci guidano nella considerazione di alcuni tra i grandi temi legati alla natura umana, in un ininterrotto dialogo a più voci e in un confronto costruttivo in cui il passato diviene esperienza e punto di partenza.
Idillio con cagnolino è una raccolta di poesie divisa in Sezioni. “Fernando” la poesia d’Incipit ci da virtualmente una spinta verso la prima Sezione “La Magia di Pegaso” all’interno della quale i testi di vita privata ci introducono alle tre generazioni a confronto in un arco temporale lungo 80 anni. Gli ottant’anni che separano la nonna dalla nipote passano da un volontario “non sapere del mondo più niente perché abbiamo scelto il silenzio, l’accadere del giorno, lo spazio intorno alla nostra casa” ad un’irruzione del mondo nella sfera privata in “Una bambina” che porta in scena la violenza sulle donne.
Nella seconda Sezione “Il lupo antiadorniano” la Donati ci da in chiave poetica la sua interpretazione di certe favole e il lettore ne coglie, complice, il suo punto di vista che mette al primo posto sempre e comunque la civiltà e rivela l’insensatezza della cattiveria e “la fine che ogni lupo deve fare”.
All’interno della terza parte, “I maestri”, troviamo, tra le altre, alcune poesie dedicate a Cesare Garboli, conterraneo e maestro della poetessa, nelle quali la gratitudine della scrittrice verso questa figura, che le ha insegnato il valore di lasciare accadere le cose e lasciare che cadano le illusioni di “giusto” e “sbagliato”, supera la morte: “Se sei morto la morte non esiste”.
Il libro si conclude infine con il raggiungimento del punto lirico più alto della raccolta. Ci viene donato un componimento poetico che riprende lo stile del racconto epico. La poetessa, smentendo alcune convinzioni sull’impossibilità per la poesia d’oggi di occuparsi dei fatti della vita, crea struggenti versi per ricordare un evento tragico occorso nel settembre 2004. La compresenza tra stile “antico” e fatto di cronaca moderno in questo caso è molto efficace a testimonianza del fatto che le strutture poetiche vivono al di là della temporalità e possono avere successo quando sorrette da una tensione lirica intensa.
Ne “Il pianto sulla distruzione di Beslan” il lettore rievoca fatti terribili con intensa partecipazione e commossa solidarietà; siamo tutti, in fondo, vittime di qualcosa cui non sappiamo dare un nome: il disagio dell’uomo d’oggi, di ognuno di noi, è racchiuso in questi versi: “Difficile capire dove sia giustizia dove c’è solo morte/e dolore, e pianto”.
Approfondimento
I personaggi e i ricordi, in questo libro, si muovono parallelamente e la storia personale diviene quintessenza del mondo, una tessera di mosaico fondamentale insieme ad altre per il raggiungimento di una totalità d’insieme. Ne è pratica testimonianza il passaggio da un momento di intima perfezione, in una stanza domestica con tanto di lettone e cagnolino sdraiato sul fondo dello stesso, tessera di mosaico, al pianto per la strage di Beslan, evento appartenente al “mondo”.
La poesia di Alba Donati, con la sua scrittura fulgida e in apparenza semplice, arriva a toccare il sentire che è proprio di ciascuno, può così appartenere a tutti e avvicinare anche lettori che tendono a vedere questo genere come qualcosa di lontano dalle proprie corde, cancellando qualsiasi distanza. Nello scorrere dei componimenti la vita si rinnova e viene celebrata ad ogni lirica con forza dirompente anche quando viene strappata ingiustamente e brutalmente come nel caso dell’eccidio ceceno a cui sono dedicate le ultime pagine. Gioia e ironia sono comunque tratti dominanti all’interno di questa raccolta e fanno da cornice al messaggio della scrittrice che è al contempo un urlo potente, ma anche forza sommessa di parole pronunciate con l’eterna semplicità propria dell’assoluto.
Gabriella Fattarelli
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