![Recensione di Il caso Léon Sadorski di Romain Slocombe Recensione di Il caso Léon Sadorski di Romain Slocombe](https://www.leggereacolori.com/wp-content/uploads/2020/01/Il-caso-Léon-Sadorski-cover.jpg)
Autore: Romain Slocombe
Pubblicato da Fazi - Novembre 2019
Pagine: 438 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Darkside
ISBN: 9788893253758
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Parigi, aprile 1942. Durante l’occupazione tedesca l’atmosfera che si respira nella capitale francese è tesa e inquietante; ogni giorno è una lotta contro gli arresti, le retate, l’antisemitismo, i bombardamenti dei nemici. In un clima simile, l’unica scelta è allearsi con il più forte: è proprio questo il caso di Léon Sadorski, ispettore di polizia votato al collaborazionismo per salvarsi la pelle. Ma, si sa, non può filare tutto liscio per sempre. E nel momento di difficoltà, la più grande sfida per Sadorski sarà trovare qualcuno disposto ancora ad aiutarlo.
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L’anno 1942 è un anno terribile per Parigi e per la Francia in generale. Un anno di terrore, d’insicurezza e paura, dove nessuno ha la certezza di sopravvivere fino al giorno successivo. Con l’arrivo delle truppe tedesche nel Paese, la vita finora trascorsa sembra un passato remoto, un pezzo di storia irripetibile e irraggiungibile; i sogni s’infrangono, le vite si spezzano. Come si può superare una tragedia simile? Come continuare a vivere nella maniera più dignitosa possibile e non incappare nelle miriadi di trappole, agguati, arresti? Ognuno prova a tirare avanti a suo modo, e questo è proprio ciò che fa Léon Sadorski, ispettore di polizia, che decide di collaborare con i tedeschi e perseguitare il prossimo a patto di vedere la sua vita salvata. Perciò eccoci qui, immersi nella routine dell’uomo, che si rivela fin da subito essere un individuo spregevole, infido, cinico e dai desideri perversi. Infatti, non è solo la scelta di vita di Sadorski a disturbare il lettore, una scelta egoista e immorale, ma soprattutto la sua personalità: l’ispettore è codardo fino al midollo, alla prima minaccia nei suoi confronti o in quelli della sua adorata moglie Yvette impallidisce e suda freddo. Ma nonostante questo non esita a spedire in prigione il primo giudeo incontrato sulla strada, a vederlo torturato, a fantasticare sulle donne catturate e tradire i suoi amici, perfino giovani ragazzine. Sadorski è infatti profondamente avverso agli ebrei, agli omosessuali, ai comunisti, è misogino ed è totalmente incurante delle sofferenze altrui.
La sua esperienza dei nazisti gli ha insegnato che in fondo sono abbastanza stupidi. Metodici, organizzati, perseveranti, malevoli ed efficienti, certo […], ma stupidi. Anche uno come lui, mezzo istruito, con una semplice licenza elementare e gli studi alla scuola di polizia dopo la vittoria, si sente capace di prenderli in giro.
La vita idilliaca di Léon Sadorski ha però i minuti contati. Un giorno viene improvvisamente catturato e rinchiuso in un centro di detenzione a Berlino, rapito da quegli stessi tedeschi che lui considerava alleati, protettori. Davanti a questa inspiegabile incarcerazione, l’ispettore mette in discussione ogni sua certezza, vacilla, ha paura di morire, teme di non potersi più ricongiungere alla sua mogliettina, di fare la stessa fine di tutti gli uomini e donne che ha mandato lui stesso a morire. Questa esperienza per lui terribile non gli impedisce però di continuare a odiare gli ebrei e tutti coloro siano contrari ai suoi ideali politici. Insomma, Sadorski è totalmente incapace di provare empatia per gli altri, è totalmente concentrato sul proprio ego, si crogiola sugli allori nella convinzione che, tanto, niente mai gli accadrà e che riuscirà sempre a farla franca.
È preferibile morire in fretta, oppure rattristarsi per giorni senza fine, tra le ventate di speranza e gli istanti di panico quando, come ora, i passi del procuratore e delle guardie riecheggiano in fondo al corridoio?
Nei suoi giorni di detenzione al centro della Gestapo, Sadorski viene a conoscenza di un caso misterioso, in cui sono coinvolti un polacco, una donna simile a un’affascinante attrice in voga all’epoca e due ragazze, colpevoli di aver venduto il proprio corpo ai tedeschi in cambio di protezione. Sarà proprio l’ispettore a dover risolvere il caso, ma lo fa senza una ragione etica o morale, privo di ogni eroismo, ma al contrario dando prova della sua insensibilità e perversione in ogni pagina.
Approfondimento
Romain Slocombe firma un thriller particolare e inusuale, scritto con uno stile asciutto, chiaro e senza usare mezzi termini. Incentrare il romanzo su un personaggio così spregevole come Léon Sadorski e non su un eroe antinazista, come siamo abituati a leggere di solito in libri di questo tipo, è una scelta sicuramente atipica e anche molto coraggiosa. In tempi come questi, dove l’odio sembra risorgere in ogni ambiente e ideali indegni da tempo sepolti riacquistano sempre più popolarità, dovremmo prenderci del tempo e documentarci, leggere, come ha fatto l’autore scrivendo questo libro. Non a caso il romanzo è costellato da note in cui Slocombe approfondisce alcuni personaggi citati, o alcuni luoghi e sigle, indicando le fonti da lui consultate. Il risultato è thriller ben curato, dettagliato, forte e diretto, capace di coinvolgere il lettore e farlo riflettere.
A volte, Sadorski scherza con l’idea che avrà fortuna. Che la Germania perderà la guerra prima che lui venga condotto al patibolo. Eppure ha creduto nella potenza nazista. Ci crede ancora. Quella prigione, quei blocchi di cemento grigio, quelle recinzioni di filo elettrificato con i montanti inclinati verso l’interno, quelle guardie SS armate fino ai denti, con i visi impassibili, quegli aerei con le croci nere, ne sono le prove brutali. Il Reich è destinato a durare.
Matilde Piazza