
Autore: Anna Giurickovic Dato
Pubblicato da Fazi - Settembre 2020
Pagine: 220 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9788893258074

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“Vorrei poter fotografare il mio dolore in modo che ci crediate tutti: quanto è profondo, quanto è enorme, quanto non ha rimedio (è per questo che lo nascondo) …Non offritemi misericordia, non ne ho bisogno. Se non siete disposti, neanche un poco, a dividere con noi il supplizio, allora non bussate a questa porta: restate in disparte, siate coerenti con il terrore, che avete, di conoscere questo male, o la nostra vicinanza sarà la vostra maledizione”

Questa è la storia di chi resta, di chi cerca di fermare il tempo per non perdere l’affetto di chi invece deve andare, è la storia della morte che subentra prepotentemente nella vita portandone via un pezzo con sé. La rabbia, il dolore, la paura, l’incertezza sembrano voler assalire con tutta la loro carica negativa Carla e i suoi fratelli che, davanti alla notizia del cancro allo stato terminale del padre, si sentono persi e spaventati. Eppure, con lui sorridono, scherzano, perché vogliono cercare di rendergli meno pesante la sua malattia, di tenergli nascosto lo scadere del tempo che ha a disposizione.
Ridiamo, ci guardiamo negli occhi e con quelli non ridiamo. È un ridere a metà, uno stare insieme a metà, separati da una morte che è già seduta tra di noi e la sentiamo. Fate presto, ci dice, vi ho lasciato il tempo giusto per conoscervi, scambiatevi le ultime parole.
Ma Simone, il padre, diventa ogni giorno più debole, non accetta questo verdetto così crudele. Lui che è sempre stato in grado di fare cose grandi, meravigliose, importanti, non può chinare la testa come se nulla fosse davanti a niente e a nessuno, neanche alla morte. Tuttavia, alcuni conti in sospeso col passato anche lui li ha e decide di condividere il suo segreto con i suoi ragazzi. Oltre a loro tre esisterebbe un quarto figlio, si chiamerebbe Mario, e di lui non saprebbe altro. Carla vuole trovare questo fratello misterioso, vuole che suo padre lo abbracci prima di addormentarsi per sempre, ma le notizie che ha in mano sono troppo poche e suo padre non può dargliene di più precise perché ormai il cancro gli sta divorando pure il cervello. Ma lei non demorde e armandosi di pazienza e della forza che le viene dal grande amore che prova verso quell’uomo distrutto, scava tra foto e documenti del giovane Simone sperando di trovare quell’indizio che la porti a fargli quell’ultimo regalo.
Approfondimenti
A tutti, chi più chi meno, purtroppo, credo sia accaduto di avere accanto una persona molto malata. A me è successo, tanti anni fa, ma lo ricordo come se fosse oggi. E leggendo questo libro mi sono rivista in alcuni passi nella figura di Carla e dei suoi fratelli. Il volersi mostrare tranquilli di fronte a chi ti sta per venire portato via è tipico di chi vuole accompagnare, finché può, quell’anima cara senza farle pesare il dolore e la paura che la sua condizione può causare. I sorrisi tirati però si spengono davanti al silenzio, magari nella propria stanza. Lontano dagli occhi di tutti la disperazione si manifesta in tutta la sua intensità portandoti a chiedere il perché di ciò che accade e a pregare per avere la forza di sopportarlo. Ma arriva quel giorno in cui per poter andare avanti hai bisogno di dimenticare anche se per poco, come succede alla Carla del libro che, per non pensare, decide vivere una giornata normale, di farsi bella e di buttarsi tra le braccia del primo che capita giusto per non respirare la morte per un po’. Sa che non è quella la vita reale, ma deve allontanarsi dalle pastiglie della chemio, dal divagare insensato dell’uomo che l’ha tenuta tra le braccia da piccola, dal suo piccolo grande eroe che non riesce a reggersi neppure più in piedi.
Poi tornerà a casa, lo sa, e ricomincerà a sottostare alle sue pretese, alla sua confusione mentale, ai suoi desideri, sempre tenendogli stretta la mano, fino all’ultimo istante.
Ho apprezzato molto come l’autrice ha portato avanti tutta la storia, con schiettezza, tenerezza, senza mai lasciarsi andare a sdolcinature. I personaggi li ho trovati veri fino alla fine, sia nelle loro lacrime che nella loro rabbia. È una storia che fa male perché facilmente ci si può immedesimare, è fin troppo semplice sentire sulla pelle la sofferenza dei protagonisti se si ha avuto la sfortuna di trovarsi in una situazione di questo tipo almeno una volta nella vita.
E mi è piaciuto anche il finale, il colpo di scena che non mi aspettavo, che logicamente non vi svelerò altrimenti che gusto ci sarebbe a leggerlo?
Aira Ria