Autore: Antonio Fusco
Pubblicato da Giunti - Giugno 2016
Pagine: 240 - Genere: Noir
Formato disponibile: Brossura
Collana: M
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Il commissario Casabona è alle prese con un omicidio di una giovane ragazza. Il caso sembra semplice visto che di lì a poco verrà trovato anche il cadavere del colpevole, ma il commissario sa bene che c'è ancora qualcosa da scoprire.
L’odio più feroce è spesso il rantolo velenoso di un amore ferito, oppure l’urlo di rabbia di un desiderio selvaggio e inappagato. L’amore è l’origine di ogni tragedia, l’ingrediente essenziale del bene e del male.
Il commissario Casabona è alla sua terza indagine, un omicidio di una ragazza. Il corpo semi carbonizzato viene ritrovato sotto il ponte di Campanelle, morte per asfissia; è stato un membro della comunità degli elfi, che si trova nelle vicinanze, a rinvenire il corpo e a dare l’allarme. Il commissario è il primo a intervenire sul posto, a guardare quella povera ragazza e a chiedersi il perché di tanto male. Ormai non dorme più a casa con sua moglie e la ricerca dell’assassino che lo spinge nell’ambiente torbido del porno e dei locali notturni gli fa anche dubitare che Francesca, sua moglie, possa non essere appagata dal suo amore. L’indagine sembra semplice, non si conosce il nome della vittima, ma il testimone fornisce degli indizi e ci sono delle tracce sul luogo del ritrovamento: il nome del colpevole salta fuori dopo due giorni. L’assassino viene ritrovato morto.
Eppure Casabona continua a essere scettico, il lettore de Il metodo della fenice sa che il colpevole è qualcun altro visto che nelle pagine iniziali viene descritta la scena di un uomo ammanettato, ubriaco e nelle mani di sconosciuti. Quello che non sa è chi possa essere ad avercela con un porno attore e con una ballerina di night club. Sa solo che in quegli ambienti niente è come sembra: dietro persone dall’aria corretta e discreta si celano voglie e ambiguità che non si possono conoscere guardando le apparenze.
Soprattutto nella prima parte de Il metodo della fenice il ritmo delle indagini è molto serrato e il lettore viene catturato dall’ambiente investigativo e dalla ricerca del vero colpevole e soprattutto dal movente. Il libro scorre molto velocemente. Si sa dalle prime pagine che l’assassino è un altro, che il colpevole non è quello che si crede, sarebbe troppo banale. Eppure si casca nel tranello iniziale e si leggono le pagine successive con curiosità perché molte cose non sono chiare e i colpi di scena si susseguono inaspettati e puntuali proprio quando si pensa che non ci sia più niente da cercare, quando l’indagine può dirsi conclusa.
La chiave del giallo sarà proprio nel mito della fenice, che muore e rinasce dalle sue ceneri, cercando di espiare le sue colpe. La vita successiva alla morte che cerca di dimenticare il male. Casabona, questa volta ha una dura prova anche sul lato affettivo da superare.
Approfondimento
Il commissario Casabona è un personaggio che non conoscevo, riesce a essere pragmatico nell’indagine, ma ha un risvolto umano che fa riflettere anche sui nostri comportamenti della vita di tutti i giorni.
Il metodo della fenice riesce a dare la dimensione dell’indagine in modo realistico e avvincente, dato dal fatto che Antonio Fusco vive quel mondo ogni giorno essendo funzionario di Polizia. Il noir è articolato in tre sezioni e scandisce i momenti dell’indagine in modo deciso e puntuale. Ogni capitolo ha nuovi indizi e nuovi presunti colpevoli agli occhi del lettore. L’enigma sarà risolto solo alla fine, lasciando l’amaro in bocca, come un buon giallo deve fare.
Gloria Rubino