Autore: Daniel Albizzati
Pubblicato da Fazi - Ottobre 2022
Pagine: 211 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9791259671165
ASIN: B0B7XN4GH9
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“Non mi ricordo dove l’ho sentito ma dicono che scrivere può essere utile…”
Con questa frase Daniel apre il suo romanzo, in questa stessa frase troviamo la sintesi della catarsi del protagonista che si perde, naufragando in un’isola deserta, coperta di rifiuti, e ritrova se stesso tra le pagine dei libri che un container spiaggiato gli regala.
Vadim è un ragazzo della periferia di Roma, con alle spalle un passato violento dal quale cerca di fuggire. Non è una persona di cultura e si ritrova, per ironia del destino, naufrago su di un’isola fatta di rifiuti di plastica in mezzo all’oceano con la sola compagnia dei libri.
Vadim è un moderno Robinson Crusoe, se vogliamo è ancora più contemporaneo di Chuck Noland, e il perché sta non solo nella sua più totale inettitudine, ma anche nella superficialità con la quale affronta il suo approdare attaccato a un container sull’isola. La disperazione che ci fa provare nelle prime pagine è violenta, piena di sconforto, propria di una mente che non ha nulla a cui appellarsi se non all’iPhone o ai naufraghi dell’Isola dei Famosi.
Vadim trova il container pieno di libri e da subito rifiuta in toto la possibilità di fruirne per trarne compagnia. Li accatasta invece pensando di utilizzarli per alimentare un fuoco che però, nella realtà non è in grado di accendere.
La vicenda è suddivisa in quattro capitoli che raccontano più che la vita di un naufrago nella sua quotidianità, il suo riscoprirsi a livello catartico. Vadim compie davvero un cambiamento strutturale della sua persona degno di anni di sedute psicoterapeutiche. Il tutto avviene attraverso la lettura di grandi classici ed un profondo e vivo confronto con se stesso, con le proprie paure e le proprie ansie.
Rileggo le parole degli altri giorni e non so se è meglio piangere o ridere. È tutto mischiato…non si capisce un cazzo…
Approfondimento
La storia de Il naufragio è divisa in quattro parti, ognuna delle quali segna una svolta un cambiamento sia nel lessico sia a livello psicologico del protagonista. La struttura del libro è molto scorrevole tanto da sembrare spesso una fiction novel, non annoia, tiene sempre acceso l’interesse del lettore a volte ricorrendo a una colloquialità da serie.
I registri dialettici che ci troviamo di fronte sono paragonabili alla “rota virgilii”, passiamo da un romanesco dialettale, ad un italiano quasi aulico nelle ultime pagine.
Adesso la voce fluisce da quel foro, zampilla da incosciente a cosciente, e piano piano la mia mente imbarca angoscia.
Questa storia è una storia fantastica, un naufrago dei giorni nostri che ci fa comprendere ed accettare le nostre paure e ci da anche una soluzione pratica per placare le angosce che attanagliano il quotidiano.
ParodiE.