Autore: Sibilla Aleramo
Pubblicato da Feltrinelli - Ottobre 2020
Pagine: 128 - Genere: Narrativa, Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura
Collana: Universale economica
ISBN: 9788807894343
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Vicende personali, stati d’animo e sentimenti vissuti in prima persona che, mentre si fanno universali e diventano il grido di rivolta di ogni donna, raccontano la vita di un personaggio tanto moderno quanto rappresentativo della battaglia della figura femminile verso la parità e l’indipendenza. Un testo profondo e prezioso.
Lontano è chi mi ama, chi forse stanotte è pronto a sparire e mi benedice avendo creduto in me. Lontani quelli che ho fatto soffrire e quelli che m’hanno fatto soffrire, quelli che vorrebbero dimenticarmi e non sanno di non avermi conosciuta.
Cominciato in Corsica nel 1912 e concluso nel 1918, dopo una stesura complessa e tormentata, Il passaggio, il secondo romanzo di Sibilla Aleramo – nome d’arte dietro cui si cela Rina Faccio, una tra le voci più importanti nel panorama italiano di inizio Novecento – racconta il legame della donna con la vita in generale e, più nello specifico, con uno dei più importanti sentimenti che la animano, l’amore.
Che l’amore sia centrale nella sua quotidianità e nella sua esistenza è stato spesso sottolineato da chiunque abbia conosciuto l’Aleramo e abbia potuto toccare con mano la profondità del suo animo. Non solo, quindi, la donna che rivendica la ricerca di una scrittura al femminile, ma anche il racconto onesto di chi ha dato e cercato amore, oltre a fare di questo sentimento un nodo centrale di ogni suo agire.
… una cosa fu taciuta, allora e più tardi nel mio libro. Non era per amore di un altr’uomo che io mi liberavo: ma io amavo un altr’uomo. L’avevo scelto di lontano, in quell’ultimo anno della mia vita laggiù, a testimonio di ciò che stava sorgendo in me, lucida brama d’un esistenza libera e sincera…
L’autrice dialoga con sé stessa per tutta la durata del romanzo Il passaggio: a volte si serve della prima persona, e allora il dialogo si fa più intimo, e a volte ricorre alla terza, e allora sembra che i ricordi della memoria si srotolino senza un preciso ordine cronologico e che l’urgenza di raccontarsi vinca su ogni tipo di reticenza.
È onesta l’Aleramo quando racconta vicende private che diventano di tutti, dolori personali che sono universali, ferite intime che appartengono a ogni donna, a ogni amore.
Mille sono le sfaccettature attraverso cui l’amore si esprime e l’elemento prettamente narrativo, come scrive Bruna Conti nella postfazione, “diventa canto e prosa poetica. Le vicende… si dilatano, grazie alla tensione lirica che Sibilla estorce a esse.”
Approfondimento
Nonostante venga definito romanzo, la seconda opera di Sibilla Aleramo non è propriamente tale. E Il passaggio non è neppure un’autobiografia, sebbene, attraverso un’attenta analisi, si riesca a dare un nome e un cognome a ciascuno dei protagonisti menzionati nel testo. Si tratta piuttosto del tentativo di ricercare una nuova forma espressiva, che faccia della sincerità il suo baluardo. La Aleramo si racconta senza veli e così desidera essere letta. “La libertà con la quale questa libertà si realizza” scrive ancora Bruna Conti “è manifesta anche nella disinvoltura con cui la scrittura ufficiale si avvale di quella privata.”
E l’universalità di questo scritto, che merita la stessa attenzione del più famoso Una donna, si respira in ogni passaggio, in ogni frase “Affermo me a me stessa: null’altro, null’altro! Oh, ma affermo tutto ciò di cui mi compongo, tutto che mi sta attorno e ch’io assorbo! Nulla va perduto. E quando anelo ad essere amata è ancora il mio amore per tutte le cose che chiede di venir riconosciuto, è il mondo che vuol essere abbracciato e cantato.”
Connie Bandini