Autore: Ginevra Lamberti
Pubblicato da Marsilio - Febbraio 2024
Pagine: 256 - Genere: Romanzo distopico, Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Romanzi e racconti
ISBN: 9788829720668
ASIN: B0CTKM95DY
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Dalia a otto anni viene ricoverata in ospedale, quando esce non ha casa né famiglia e vive da una vecchia insegnante, Fioranna, fino alla sua morte. Lascia la valle e arriva al villaggio dei pozzi dove diventa assistente del macellaio Biagio. Il mondo è inospitale, tra alte temperature e carenza di acqua, c'è una faida in corso tra Boscarato, l'uomo che comanda la valle e gli abitanti dei villaggi, e c'è il mistero dei bambini che scompaiono e Dalia sarà la chiave per risolvere il mistero.
– E la tosse?
– Il dottore non sente niente nei polmoni, io dico che cerca di buttare fuori lo spavento.
– Io dico che dici troppe scempiaggini.
– Sono cose che diceva sempre mia nonna e magari le diceva anche la tua, ma tu non ascolti mai nessuno.
La prima parte del romanzo Il pozzo vale più del tempo si svolge all’interno di un ospedale molto particolare: mancano infatti medicinali e medici, le due infermiere si arrangiano con quello che riescono a trovare e l’ambulatorio è pieno di crepe, un luogo abbandonato. Nell’ospedale sono ricoverati solo tre bambini: Dalia con un naso rotto, Morena con un problema alla bocca e non può parlare e il “bambino soporoso” che non dice niente e non si muove.
Dalla prima parte del romanzo è chiaro come vivere nella valle sia difficile soprattutto per i rapporti con Boscarato, un contadino del luogo che comanda su tutte le altre famiglie anche con la forza. Scopriamo la difficile famiglia di Dalia, la permanenza in ospedale come una liberazione e una volta uscita da lì continuerà la sua lotta alla sopravvivenza in un ambiente con temperature che oscillano intorno ai 50 gradi, temperature e luoghi che l’autrice scrive ad inizio di ogni capitolo. Dalia cresce prendendosi cura di Fioranna, un’anziana vicina di casa che le insegna come vivere in quel mondo ostile, quando lei morirà le fa promettere di lasciare la valle. Dalia sale verso l’antico borgo, ormai infestato dai boschi, in rovina, dove vivono un gruppo di sopravvissuti grazie alla scoperta dell’acqua: il villaggio dei pozzi sarà la sua nuova casa. Diventerà assistente del macellaio Biagio, anche se non si cacciano animali perché non ce ne sono quasi più e la carenza di cibo è un problema per loro. Boscarato minaccia più volte gli abitanti del villaggio per il cibo.
La sparizione di alcuni bambini pone molti dubbi su chi sia il colpevole e quali siano le colpe di tutti gli abitanti del villaggio.
Dalia pensa: se uno è tondo non può diventare quadrato. Chissà, però, magari se uno è quadrato può diventare tondo. Quando lo diceva, Fioranna intendeva che sei stupido puoi diventare intelligente. Non si era mai spinta ad affermare che funzionasse così anche al contrario. Quindi, pensava Dalia, o se lo era dimenticato oppure era in fondo previsto che chi era intelligente potesse diventare stupido.
Dalia è un personaggio che rimane puro, genuino, etereo, una figura di donna che è ancora bambina visto che si porta i traumi del suo ricovero, infatti non sente più gli odori, dell’avere subito abusi dalla sua famiglia e forse da altri della valle. Un personaggio che diventa più vicino al lettore con l’avanzare della lettura e che soltanto nel finale avremo modo di scoprire veramente. Anche gli altri personaggi sono ben costruiti e colpiscono per le loro particolarità sia fisiche, le descrizioni spesso sono molto dettagliate, sia caratteriali, attraverso i comportamenti e modi di parlare.
I luoghi del romanzo riescono a dare la quarta dimensione; il mondo distopico in cui le temperature sono altissime ed infernali, l’acqua un bene prezioso, gli animali sono pochissimi e incapaci di sopravvivere, le piante crescono solo nel bosco o sotto gli alberi. Uno scenario apocalittico in cui la sopravvivenza è strettamente legata a mangiare, bere, avere un tetto sopra la testa per proteggersi dai raggi del sole, ma anche una metafora dell’aridità dei sentimenti e delle emozioni in cui tutti i personaggi della storia, in un modo o nell’altro, sono immersi, vittime e colpevoli di aver sacrificato il futuro. La scomparsa dei bambini non è che la palese manifestazione delle loro colpe, sacrificare i più deboli è diventata una legge di sopravvivenza nella valle e ben presto le leggi prefissate dal villaggio verranno surclassate dalla violenza e dalla indifferenza verso il prossimo.
Questa storia fantastica, a tratti onirica e metafisica, ma spesso molto rude e schietta in molte scene anche cruente, riesce ad essere una fiaba, portandosi dietro molte immagini legate a leggende e folklore italiano e non, ma con toni drammatici, fa pensare nonostante sia tutta una grande invenzione a quanto la società sia importante per mantenere degli equilibri e degli ideali e a quanto sia facile perderli e quali siano le ripercussioni sui più deboli. Un romanzo pieno di fantasia che racconta tanto di noi, della nostra società e dei rischi futuri di una vita arida e sterile, per la crisi climatica, ma anche per quella affettiva dell’anima.
Approfondimento
Ginevra Lamberti è stata ispirata a scrivere questa storia dalla vicenda di Biagio Cargnio, un macellaio veneziano, di origini friulane del Cinquecento, nella cui bottega vennero rinvenuti bambini macellati. Riva de Biasio nel quartiere Santa Croce a Venezia prende il nome proprio da lui. Altro personaggio del romanzo che ha un richiamo storico è Rolandina, una donna del villaggio vestita di bianco con il cesto di uova, omaggio al monologo R.R., scritto e interpretato da Marco Duse che narra le vicende di Rolandina Roncaglia, persona intersessuale morta sul rogo nel 1353.
Il territorio veneto è luogo di nascita dell’autrice al quale si è ispirata sia per i territori e il contesto naturalistico (la laguna che va prosciugandosi, la valle ormai arida e le colline, quasi montagne), sia per molti modi di dire (boscare, fare finta di mele, essere un tondo) e leggende del territorio.
L’autrice ha saputo rielaborare con molta originalità storie del passato riportandole in un mondo futuro pieno di asperità e privo di qualsiasi speranza. Un romanzo originale e ricco di spunti di riflessione.
Gloria Rubino