Autore: Mariangela Tarì
Pubblicato da Mondadori - Marzo 2021
Pagine: 144 - Genere: Autobiografico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Narrative
ISBN: 9788804731344
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Mariangela ha due figli disabili e racconta la sua esperienza di dolore e di amore. Racconta gli anni del cambiamento dalla scoperta della malattia al suo lavoro quotidiano, l’amore di un genitore che nessun dolore può scalfire.
La casa è un limbo, prima ti guarda e poi ti chiede chi vuoi essere, e noi vogliamo ancora adesso esser bambini. Tutti lo desiderano, perché i bambini sono felici. Gli accadimenti della mia vita sembrano studiati da un sadico che ha desiderato togliermi tutto quello che mi dava sicurezza.
Mariangela è una donna con una bambina piccola, vive all’estero col marito. Ha lasciato la sua Puglia per seguirlo e anche il suo lavoro. I dottori la considerano frustata, depressa per l’impegno di prendersi cura della figlia da sola e ai primi sintomi della malattia rara viene solo diagnosticato la sua insofferenza a essere madre. Eppure Sofia ha un problema e soltanto dopo il ritorno in Italia, l’aver trovato un pediatra capace e una famiglia solida che la accoglie, si riesce a dare un nome a quella patologia. Il nome è Rett, una malattia neurodegenerativa che fa perdere a Sofia ogni sua capacità acquisita fino a quel momento.
Mariangela Tarì racconta il dolore di una madre che vede spegnere man mano le abilità della figlia e persino non poter più sentire la sua voce. Racconta con grande sensibilità e dolore palpabile dalle pagine di Il precipizio dell’amore che la sua non è una sfida e non ha nessuna forza interiore più di altri genitori. Semplicemente sceglie di vivere ogni giorno e dare a sua figlia il suo amore, guardandola negli occhi e riconoscendo l’affetto reciproco.
Alla nascita del secondo figlio sembra si sia raggiunta una vita serena ed equilibrata, ma anche Bruno non sta bene e viene operato per una forma tumorale al cervello.
I figli disabili diventano due e la sofferenza raddoppia, ma la vita di Mariangela non si ferma a vedere le difficoltà e continua a considerarsi sfortunata sì, ma non finita come donna e come madre. Il suo atto di amore di prendersi cura dei figli è anche un atto di speranza per sé stessa che raggiunge una nuova consapevolezza e una nuova forma di felicità.
Devo dare a tutto questo un vestito che non sa di morte ma di vita. Allora tutto il mio dolore devo, è un dovere, trasformarlo in possibilità. [..] Il dono è cogliere in mezzo alla bufera qualcosa che gli dia un senso. Il mio dono è stato comprendere fino in fondo che la vita è qui e ora. Che potrebbe non esistere domani.
Il precipizio dell’amore mi ha colpita molto fin dall’inizio, quando Mariangela Tarì racconta la sua esperienza quotidiana con i bambini disabili a scuola. Lo sguardo che viene rivolto loro dai grandi, le altre maestre, si rispecchia anche negli occhi dei bambini che percepiscono la diversità come una barriera da trattare con indifferenza. Lei, madre di due figli disabili, conosce la sofferenza di quelle madri che hanno un peso nel cuore ogni giorno nel sentire il proprio figlio non accettato, oltre al fatto di vederlo e viverlo diversamente dagli altri genitori. L’accettazione del dolore è forse il primo atto di un processo che ci spinge a non voltarsi dall’altro lato e vedere tutti gli aspetti della disabilità e della malattia. La differenza può essere forza e può essere amore.
Oltre al bellissimo insegnamento che si può trarre dalle pagine di Il precipizio dell’amore, ho apprezzato lo stile di scrittura asciutto e preciso. La scelta di non essere banale e di non insistere sui sintomi dei bambini più del necessario. L’autrice riesce davvero a farci entrare nella sua testa e aprire il suo mondo. Le parole scelte con cura, le immagini delle vacanze in Puglia e della famiglia che fanno subito capire le conseguenze e le vicissitudini di questa famiglia, sono delicate e avvolgenti come il sole d’estate e come l’amore che solo una madre sa dare.
Approfondimento
Mariangela Tarì attualmente vive a Verona e si occupa di bambini disabili sia a scuola come docente nella scuola primaria, sia nella fondazione che porta il nome di sua figlia La casa di Sofia. I proventi della vendita del libro saranno devoluti all’associazione che si occupa di disabilità inclusiva, progetti sociali per migliorare la qualità della vita di bambini e famiglie disabili. Tra le tante proposte e sfide c’è quella di non lasciare soli i propri figli dopo la morte del loro caregiver ed essere certi che siano curati con amore anche in seguito.
Gloria Rubino