
Autore: Stefano Tura
Pubblicato da Piemme - Febbraio 2016
Pagine: 370 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Copertina Rigida

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Una serie di brutali omicidi destabilizza l'ordine nella città di Ipswich, in Inghilterra. Un'indagine su una serie di bambine scomparse sul litorale romagnolo non trova sbocchi. Da un lato il detective McBride, dall'altro l'ispettore Gerace: per entrambi tutto e tutti sembrano remare contro. Ma quando un vecchio caso di una coppia bolognese aggredita proprio a Ipswich li mette in contatto, ecco aprirsi uno spiraglio per arrivare alla verità.

Davanti a lui, sul letto, giaceva il corpo di Anna, la sua donna. Aveva i vestiti strappati, era completamente coperta di sangue, la bocca aperta e lo sguardo vitreo. Lo stava fissando.
Una macabra e violenta aggressione a una coppia italiana terrorizza un piccolo paese alle porte di Ipswich, decadente città della costa orientale dell’Inghilterra. Un anno più tardi dell’uccisione di Anna Costa e del grave ferimento di Marco Presti non si ricorda già più nessuno, ma l’atmosfera a Ipswich è nuovamente carica di paura. Una serie di omicidi efferati squassa la calma apparente della città, rievocando il fantasma di un serial killer del recente passato e fomentando le tensioni sociali legate all’integrazione, proprio alla vigilia di un importante appuntamento elettorale. Non manca infatti chi cavalca l’onda, come il carismatico leader del British Defence Party, David Stonedge, che a suon di comizi e apparizioni pubbliche sui media locali, instilla angosce xenofobe e rivendicazioni nazionalistiche nella popolazione. A indagare sui fatti di sangue sono l’ispettore Phil Talbot della polizia criminale cittadina e il detective della NCA Peter McBride. L’uno è la nemesi dell’altro: ligio al protocollo e asservito al potere il primo, dedito all’azione e mai integrato il secondo. Inevitabile che fra i due non scocchi la scintilla, tanto che Talbot proseguirà l’indagine ufficiale, mente McBride, sollevato dall’incarico, si muoverà autonomamente nei meandri più malfamati della città in cerca della verità.
Intanto in Italia l’ispettore Alvaro Gerace e l’agente Clarissa di Natale, coppia sul lavoro e, seppur con molta fatica, anche fuori, stanno cercando di mettere insieme i pezzi di un puzzle legato a recenti casi di bambine straniere scomparse nella riviera romagnola. L’indagine necessiterebbe di un coordinamento superiore ma nessuno sembra prestare loro ascolto. Ma sulla loro strada ecco comparire proprio Peter McBride: il detective, continuando le sue indagini sui delitti di Ipswich, si è imbattuto nella vicenda dei due ragazzi italiani aggrediti un anno prima e ha deciso di chiedere un favore a un vecchio amico. Gerace, anch’egli poco incline a rispettare l’etichetta e animato da un’incontenibile voglia di scoprire la verità, si tuffa con fervore nella nuova vicenda, scoprendo che Marco Presti, tornato a vivere a Bologna e impiegato come giardiniere da una cooperativa sociale, dietro alla maschera di ragazzo introverso e segnato dagli ultimi eventi della propria vita, nasconde più di un segreto. Riusciranno McBride e Gerace a fare luce sulle rispettive indagini che li vedono coinvolti?
Il principio del male è un libro difficile da valutare: l’accattivante idea di fondo non è sempre ben sostenuta dalla narrazione, il primo terzo del romanzo è piatto sia per quanto concerne la definizione dei personaggi, sia per quel che riguarda i dialoghi e il montaggio delle scene. È solo quando le due metà della storia si toccano che si assiste a un deciso e gratificante innalzamento di tono: in particolare le figure di McBride e Gerace – autentici “spostati” rispetto al loro ruolo di poliziotti – emergono concretamente e diventano solidi punti di riferimento del lettore per arrivare a scoprire i tanti punti oscuri delle vicende narrate. In conclusione dunque, Il principio del male, pur con spunti di indubbia qualità, resta un libro in cui non tutti i nodi vengono al pettine e che potrà lasciare un po’ di insoddisfazione in chi abbia voglia di leggerlo.
Approfondimento
Il taglio giornalistico con cui l’autore Stefano Tura – noto corrispondente da Londra della tv pubblica – struttura l’intera storia è tra gli aspetti più interessanti de Il principio del male: il ritmo serrato con cui fatti e vicende vengono presentati sembra quasi ricalcare l’attività dell’agenzia di stampa o l’edizione straordinaria di un telegiornale, caricando di curiosità la lettura delle pagine successive e donando cruda immediatezza alle scene.
E c’è anche una vena critica: i riferimenti al ruolo e anche agli eccessi di certa stampa (emblematica la figura del cronista di nera Michael “Leatherface” Blunt) punteggiano la narrazione, delineando un quadro a volte preoccupante su come fatti e notizie quasi mai coincidano.
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