Autore: Johann Wolfgang Goethe
Pubblicato da EDB - Luglio 2017
Pagine: 64 - Formato disponibile: Brossura
Collana: Lampi
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Johann Wolfgang Goethe cresce in un ambiente protestante ma ha l'opportunità di conoscere da vicino il cattolicesimo durante il suo viaggio in Italia. Della religione cristiana ha molto rispetto e ne riconosce il ruolo morale e sociale ma non ne accetta i diktat teologi, i fasti della chiesa, la venerazione delle reliquie, la strumentalizzazione dei miracoli. Tuttavia, il grande poeta tedesco fa un'eccezione per san Filippo Neri, al quale dedica diverse pagine e una breve biografia nelle quali evidenzia “l'umore felice”, la ”lucida intelligenza”, il “disprezzo per le cose terrene”, il “forte impegno nella formazione dei giovani”.
Il santo spiritoso è una breve biografia di Filippo Neri, con i testi originali scritti da J.W. Goethe (Sonnabend, den 26. Mai 1787 e Philipp Neri, der humoristische Heilige) tratti dal suo “Italienische Reise”, il resoconto del Grand Tour che l’autore compì in Italia tra il 3 settembre 1786 e il 18 giugno 1788.
Goethe, di fede protestante, elegge come suo santo prediletto Filippo Neri, “un uomo capace, timorato di Dio, energico, attivo” che aveva avuto l’idea proprio al tempo di Lutero, “di mettere insieme il sacro, anzi il santo e il profano, di introdurre le cose del cielo in quelle del mondo e di preparare così anche lui le basi di una riforma”. Visitando Padova, la Basilica del Santo, Roma, lo Stato del papa, Assisi, la città del santo povero, Goethe non trattiene il proprio giudizio negativo sia verso l’arte cristiana gotica sia verso una chiesa che ha perso le sue origini. È solo nel suo secondo soggiorno a Napoli che Goethe incontra e si invaghisce del “santo umorista”, di cui, come spiega Vito Punzi, nelle note di lettura dell’affascinante libèllo “Il santo spiritoso”, “ne riferisce gli aneddoti, le geniali stravaganze, l’acume psicologico ammantato di paradossi”.
In Napoli, sabato 26 maggio 1787 Goethe sottolinea la grande umiltà del Neri che vive in pieno il suo insegnamento principale: “Spernere mundum, spernere se ipsum, spernere se sperni”. In Filippo Neri, il santo del buono umore, invece, ne esalta il carattere docile, giudizioso, ma determinato e soprattutto gioioso, sottolineando, attraverso il carattere coerente e umano, la sua diversità che ai suoi occhi lo fa diventare un uomo del suo tempo, nel suo tempo, non un santo da ammirare
Approfondimento
Filippo Neri, – come riporta in maniera precisa e documentata Goethe, ha una natura straordinaria che accoglie sempre gli altri, in particolar modo i poveri e i derelitti, ha una posizione libera e indipendente verso il papa, – nella sua lunga vita ne ha cosciuti ben quindici –, e ha capacità miracolose come quella, durante la messa, di sollevarsi da terra.
Si potrebbe dire dunque che Goethe ritrova in Neri quegli amorosi sensi, quella forte sintonia e ammirazione che si manifesta, in maniera improvvisa ma profonda e definitiva, e che lega due persone, tanto cantata da Foscolo, contemporaneo di Goethe. Neri, insomma, assomiglia molto al “genio romantico goethiano” “sintesi di immaginazione, intelletto, di gioia e di coinvolgente allegria”.
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