
Autore: Matteo Caccia
Pubblicato da Baldini&Castoldi - Marzo 2017
Pagine: 192 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Romanzi e racconti

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Zambo lascia Genova per salire in montagna accompagnato solo dal suo cane. Ha una missione: riportare la pistola appartenuta al padre durante la guerra, dove lui gli ha chiesto prima di morire. Quel luogo ormai abbandonato tanto caro a suo padre, lo aiuterà a ritrovare la sua dimensione fino a rendere impossibile il suo ritorno.

“Che ci è venuto a fare qui?”
“Sono venuto a viverci.”
“Non è più posto per un cristiano. Sarete lei e i lupi, gli altri sono ormai andati via tutti.”
È mattino presto quando Zambo sceglie di partire e non tornare più. Accompagnato solo da Tobia, il suo cane, vuole raggiungere la casa in montagna appartenuta alla sua famiglia e abbandonata tanti anni prima. Ha con sé qualche provvista e pochi soldi, il minimo indispensabile per portare a termine la sua missione: riportare a casa la vecchia pistola appartenuta al padre durante la guerra e con la quale lo stesso ha deciso di porre fine alla sua vita.
Camminando tra le valli dell’Appennino si lascia alle spalle la civiltà senza alcun rimorso, imparando ad assecondare il suo io interiore e a scontrarsi con le numerose sfide che la montagna inevitabilmente lo costringerà ad affrontare. Impegnato a raggiungere il luogo tanto caro a suo padre, incontrerà uomini e donne che hanno scelto prima di lui di abbandonare la civiltà scegliendo la montagna come rifugio dalla vita moderna, perché nonostante le dure prove, qui si sentono davvero protetti. Nei villaggi sperduti, dopo la diffidenza iniziale, nascono i rapporti profondi che solo la montagna sa creare.
Zambo durante il tragitto restituirà la libertà a un giovane lupo e capirà così di avere con lui più di una similitudine. La montagna tanto toglie e tanto dà: solo il ritorno alla natura è in grado di sconvolgere la quotidianità dei suoi giorni e renderlo così finalmente libero.
Mentre si legge Il silenzio coprì le sue tracce non si capisce subito dove Matteo Caccia voglia arrivare e quale sia il messaggio che ci vuole trasmettere. Scorrendo pagina dopo pagina però ci si accorge che il messaggio è invece molto chiaro, ma siamo noi che non sempre siamo disposti a comprenderlo e farlo diventare nostro: per ritrovare noi stessi è necessario liberarsi dalla zavorra che il nostro percorso di vita ci ha talvolta imposto o che altre volte abbiamo scelto.
Il silenzio coprì le sue tracce è un libro scritto in modo semplice e lineare; la descrizione di luoghi e personaggi è specifica ma non impegnativa e aiuta ad immergersi in un racconto che non annoia mai. La divisione in piccoli paragrafi stimola la lettura veloce del romanzo.
Approfondimento
Le case, di solito, si costruiscono per una famiglia. Io invece sto provando a rimettere insieme questi pezzi solo per riuscire a vedere che forma avessero, insieme, prima di essere frantumati.
I personaggi incontrati da Zambo: Dindon, Agnese, Luigi, ecc. sono, ciascuno a suo modo, necessari per il suo percorso di rinascita interiore. La montagna con il suo silenzio che impedisce distrazioni costringe Zambo a porsi quelle domande sempre volutamente lasciate senza risposta, aiutandolo così a trovare la sua vera dimensione.
Il lupo riportato alla vita prima e alla libertà poi dal protagonista, sembra avere un debito di riconoscenza nei suoi confronti. Pur restando sempre a debita distanza, come gli impone la sua natura, imparerà a fidarsi di questo essere umano e gli dimostrerà come anche lui potrà fare altrettanto. Il libro ci regala così una davvero bella lezione di vita.
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