Autore: Sebastian Fitzek
Pubblicato da Einaudi - Ottobre 2013
Pagine: 269 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Brossura
Collana: Stile libero big
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Leon, architetto, ha 28 anni ed è sposato da tre con Natalie, socia di una galleria fotografica. I due si sono trasferiti da poco in un antico appartamento, costruito da un bizzarro e misterioso architetto. Quando Na-talie va via di casa e scompare, Leon comincia una ricerca disperata, che, in un avvicendarsi di sogni, realtà e dormiveglia, lo porterà a scoprire segreti inimmaginabili sul palazzo in cui abita, sulla moglie e su se stes-so.
Leon scese con la velocità che gli consentiva il suo stato; questa volta però non aveva la sensazione che il pozzo lo conducesse in un segreto mondo di mezzo, quanto piuttosto nel suo subconscio.
Leon è un ragazzo molto complesso. Rimasto orfano da bambino per un incidente stradale, ha vissuto un’infanzia fortemente segnata da questo trauma. Viene adottato prima da una coppia, che presto però decide di riportarlo in orfanotrofio a causa dei suoi problemi di sonnambulismo, che lo rendono pericoloso per l’altro figlio. Viene quindi adottato da una nuova coppia, che decide di farlo seguire da un medico specializzato nei problemi del sonno.
Diventato adulto, Leon crede di essere definitivamente “guarito”, conosce Natalie, se ne innamora e la sposa. La loro vita felice, però, cambia drasticamente quando decidono di trasferirsi in una nuova casa, bellissima, ma circondata da un alone di mistero a causa del proprietario, un architetto mai visto, della cui vita ben presto conosceranno particolari agghiaccianti. Una mattina, infatti, Leon si sveglia e trova Natalie, in lacrime e con evidenti segni di violenza, intenta a preparare la valigia per andar via di casa per sempre. Leon tenta di fermarla, ma la donna, una volta uscita, sembra sparire nel nulla. Leon teme allora di essere ricaduto nel suo disturbo e di aver fatto del male alla moglie inconsciamente, durante il sonno. Il ritrovamento di un diario scritto da Natalie sembra confermare questa tesi e lo spinge a rivolgersi al suo vecchio psicologo, che tenta di convincerlo che sia impossibile che lui abbia fatto del male a qualcuno mentre dormiva. Leon cerca quindi di ritrovare la donna per ricostruire il loro rapporto promettendole affrontare i suoi problemi, ma quello che scoprirà lo lascerà senza parole. Dietro l’armadio della camera da letto, infatti, scopre una porta segreta che conduce in un labirinto che, oltre a collegare i vari appartamenti dello stabile tra loro, permette l’accesso a locali sotterranei segreti. E proprio in uno di questi locali, Leon troverà Natalie, legata, imbavagliata ed evidentemente vittima di violenze.
Non riuscendo a spiegarsi, da sveglio, le dinamiche che hanno portato a quella situazione, decide di utilizzare una vecchia tecnica adottata dal suo medico quando era bambino: riprendersi con una videocamera mentre dorme e riguardare i filmati il giorno dopo. Scoprirà così un se stesso nettamente diverso da quello che immaginava, ma i continui passaggi dal sonno alla veglia e l’inconsapevolezza totale delle proprie azioni durante le fasi di sonnambulismo lo confonderanno completamente, non permettendogli più di distinguere il reale dal sognato. In un finale assolutamente inaspettato, si scoprirà che la verità è lontanissima da ciò che Leon aveva creduto.
Ne Il sonnambulo, Sebastian Fitzek si occupa di un tema che l’ha visto protagonista anche nella vita reale, ponendo l’attenzione sullo stato confusionale che questo disturbo genera in chi lo vive. Non riuscire a ricordare ciò che si fa durante le ore di sonno, ma avere certezza di compiere delle azioni, è fonte di grande frustrazione, ma anche di profonda preoccupazione perché si teme continuamente di fare del male agli altri, seppur inconsciamente.
Approfondimento
Il taglio narrativo adottato da Fitzek non permette al lettore di avvertire la difficoltà del tema trattato, che in alcuni passaggi risulta effettivamente quasi incomprensibile, ma sorprende continuamente con colpi di scena inaspettati e drastiche variazioni di ambientazioni, personaggi e ruoli. Tali variazioni sono così repentine che, in alcuni tratti, si fatica a seguire il filo logico del racconto, ma i capitoli finali mettono a posto tutto, permettendo di ricostruire gli episodi più complessi e articolati.
La caratteristica principale della struttura narrativa adottata da Fitzek è quella di confondere continuamente le idee al lettore, non permettendogli mai di avere certezze sullo sviluppo della trama. Quando si crede di aver capito cosa è successo al protagonista, arriva subito un altro episodio che confuta immediatamente quella tesi. Questa caratteristica, se pur molto divertente e capace di tenere sempre alta la suspense, in alcuni punti rende un po’ troppo contorta la successione dei fatti. I sentimenti e le caratteristiche dei personaggi, invece, vengono descritti in maniera impeccabile, con la giusta sintesi, ma delineando tutti quei particolari fondamentali per comprendere meglio il ruolo di ognuno all’interno del racconto.
Monica Miglionico