
Autore: Rudyard Kipling
Pubblicato da Elliot - Aprile 2016
Pagine: 62 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Brossura
Collana: Lampi
ISBN: 9788869930997

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Una bella e spensierata gita di un gruppo di amici si trasforma in un maniacale piano di vendetta contro il potere arrogante della classe politica, messo a punto dai protagonisti con freddezza e pazienza.

Tutta la vicenda in Il villaggio che votò che la terra è piatta prende le mosse da una situazione tranquilla di un gruppo di amici che piacevolmente, a bordo di un’auto, è intento a godersi una bella giornata insieme, intento purtroppo rovinato dopo pochi km a causa di un imprevisto che segna l’incipit dei successivi avvenimenti e cambia marcia all’intero racconto.
Nell’attraversare il paesino di Huckley il gruppo viene fermato da un agente stradale per eccesso di velocità lungo una stradina poco trafficata e senza incroci. Durante la discussione dei quattro con l’agente, quest’ultimo inavvertitamente pigia il clacson dell’auto, provocando malauguratamente lo spavento del cavallo montato da un signorotto del posto, Sir Thomas, che incolpa i quattro amici di disturbo della quiete pubblica. In men che non si dica, i quattro protagonisti vengono trascinati dinanzi ad un Tribunale che li condanna ad una multa salata per le infrazioni commesse.
Appare chiaro a tutti che la multa servisse a rimpinguare le casse pubbliche del paesino. Da questo momento, grazie anche all’incontro con un altro sventurato di passaggio, accusato di non aver con sé la patente mentre guidava la sua auto per le stradine del paese, il gruppo dei quattro (+ uno), agisce spinto da un senso di giustizia che ben presto, fin dalle prime battute, si rivela essere un freddo – e insaziabile – desiderio di vendetta.
Questa non è la sfilata dopo lo spettacolo. Questa è una faccenda che finisce male.
Da un piano di rivincita, rispetto al quale ognuno dei personaggi mette il proprio contributo in base alle proprie competenze specifiche, nella lettura di Il villaggio che votò che la terra è piatta si assiste a un crescendo di diffamazione rispetto al quale traspare tra le righe il godimento dei protagonisti, anch’essi sorpresi del potere di quanto avevano innescato con le proprie idee di vendetta. Da spicciole mosse attraverso le quali portare alla ribalta il paesino di Huckley e il suo signorotto, attraverso notizie false e tendenziose, il lettore viene travolto in un climax di vicende in cui la stampa e il teatro fungeranno da cassa di risonanza. In poco tempo, inventando un’associazione di sedicenti Geoplanari, i nostri protagonisti riusciranno a convincere (a suon di banchetti e fiumi di vino) il popolo di Huckley della teoria della Terra piatta.
E lessi…lessi che la Società Geoplanaria – una società che sostiene che la terra è piatta – sabato aveva tenuto ad Huckley il suo congresso e il suo banchetto annuale, e dopo convincenti allocuzioni, in mezzo a scene del più grande entusiasmo, l’intero villaggio di Huckley aveva unanimemente votato con 438 voti che la Terra è piatta.
È con tale voto, quasi unanime, sulla teoria della terra piatta che Huckley segna la propria condanna a zimbello internazionale: da una canzone il cui ritornello suona come “La terra è piatta” e che non si può smettere di cantare, ad una danza druidica che arriva fin sopra i palcoscenici di Londra.
Colpisce in questa novella di Kipling, ambientata nel 1913, l’attualità del tema trattato, che mette in luce il forte collegamento tra il potere mediatico e le vicende giudiziarie. Dalla passione del racconto si evince la componente personale dalla quale prende spunto lo scrittore che, da ex reporter, visse realmente una situazione simile a quella narrata nella novella, protagonista un suo caro amico.
Approfondimento
Il racconto de Il villaggio che votò che la terra è piatta rappresenta la parte dei lavori meno conosciuta di Kipling, noto al mondo intero per il Nobel ricevuto nel 1907 grazie al suo Il libro della giungla. È in lavori come questo che l’autore rivela la sua eccellente vena ironica che ne fa un bravo umorista, mentre costruisce la sua satira contro il potere dei politici soppiantato da quello dell’informazione che, quando ben manipolata e veicolata, trascina dietro di sé il popolo più ingenuo.
I personaggi principali, un imprenditore, un giornalista, un deputato conservatore e la voce narrante, a cui da subito si unisce un impresario teatrale, sono appena tracciati, non delineati se non per quei tratti che danno forza al gruppo e al suo obiettivo. È così che lo scrittore dà forza agli eventi, piuttosto che soffermarsi sui personaggi, i quali sembrano essere soltanto il mezzo attraverso il quale realizzare gli intenti dichiarati, trasformando in breve tempo la combriccola stravagante a vera e propria associazione a delinquere.
Lo stile narrativo può risultare in prima battuta farraginoso e a tratti pesanti, con l’utilizzo di termini poco convenzionali, ricco di nomi e personaggi difficili da ricordare, si rischia di perdere il filo del racconto. Personalmente ho trovato utile una seconda lettura (la lunghezza esigua del racconto lo consente) che, tralasciando dettagli secondari e numerose citazioni, permette di lasciarsi coinvolgere dal ritmo incalzante e appassionante delle vicende narrate.
Federica Di Pasquale