
Autore: Concita De Gregorio
Pubblicato da Einaudi - Novembre 2019
Pagine: 176 - Genere: Attualità / Reportage
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Einaudi Stile libero big
ISBN: 9788806242817

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È tempo di bilanci. È tempo di tirare le somme. No, non è Capodanno, sono i trent’anni.
Marco è il nipote di una generazione che ha combattuto nelle trincee, sofferto la fame, dato nuova speranza alla propria nazione. Marco è il figlio di una generazione ribelle, un generazione che ha conquistato il divorzio, partecipato ai moti degli anni sessanta e sopravvissuta alle bombe in piazza. Marco appartiene ad un generazione che non ha più nulla per cui combattere, che si affanna tra le ceneri delle guerre combattute, con armi e parole, da dei nonni e genitori che si sono dimenticati di dirgli cosa deve fare lui adesso. Marco ha trent’anni e combatte in tempo di pace.

Del trentesimo anno non si parla mai. Dei ventenni, dei cinquantenni, degli anziani si. Programmi tv, ribalte, e discussioni politiche. Ma di chi arriva in quel punto della vita dove si tira la prima riga, si fanno scelte o si rinuncia – un momento decisivo, un bivio nel cammino di tutti -, di questo non si occupa nessuno.
Marco Senese sa benissimo da dove viene ma non ha idea di dove sta andando.
Il bisnonno era un partigiano durante la Seconda Guerra Mondiale, uno dei nonni un comunista mentre l’altro insegnava come professore. Poi c’erano le nonne, una aveva studiato come medico prima di dedicarsi ai figli ed ai nipoti, l’altra, quella che chiamavano la “santa”, dedita anima e corpo alle religione. I genitori avevano combattuto nelle milizie duranti gli anni di piombo poi, quasi a fare ammenda, si sono ritirati tra i boschi, conducendo una vita semplice e felici membri di quella che Marco e sua sorella chiamano una “setta”.
Concita De Gregorio, affascinata da una lettera che Marco Senese le invia, concede a questo ragazzo tre settimane per farsi raccontare quella che lui chiama la sua “guerra invisibile”, la guerra, silenziosa e personale, della sua generazione di trentenni che non sa ancora cosa fare da grande, ragazzi che sono stati cresciuti con le storie dei nonni e dei genitori che alla loro età avevano già messo su famiglia e che avevano ideali chiari, principi saldi e un un posto di lavoro sicuro.
Questo libro si articola tra scambi epistolari e pagine di diario, pensieri, sogni e dubbi raccolti in trent’anni di vita; un libro emozionante, a tratti commovente, che fa’ molto pensare e riflettere.
Io devo capire di chi sono figlio, prima. Da dove vengo, qual’è il mio posto, chi sono. Devo vedere la mappa del punto in cui mi trovo prima di mettermi in moto, se no dove vado?
In tempo di guerra non è un romanzo, non esiste una vera e propria linea narrativa da seguire, si salta da un argomento all’altro, da un momento della vita del protagonista ad uno immediatamente successivo o precedente; questo può rendere il libro più difficile da seguire, all’apparenza sconclusionato ma l’autrice ci lascia libertà di pensiero e sta a noi, alla nostra esperienza, tirare le conclusioni che, senza dubbio, saranno diverse in basse all’età del lettore.
Questo, mi pare, è il potere del racconto: sa come inventare la realtà. Trasforma frammenti di esperienze individuali in un luogo collettivo dove ognuno possa trovare qualcosa di sé. Qualcosa che mentre la leggi ti legge, quando la guardi ti riguarda: ti restituisce lo sguardo.
Approfondimento
Parlare dei trentenni di oggi non è certamente un argomento facile. Alle loro spalle due generazioni che, nel bene o nel male, hanno profondamente cambiato l’Italia e che faticano a capire perché i loro eredi vivano al rallentatore, apparentemente senza preoccuparsi del futuro e nascosti dietro uno schermo. Le guerre, le rivoluzioni, l’istruzione e la tecnologia hanno creato un divario generazionale che fa’ apparire i trentenni di oggi degli scansafatiche senza futuro e i loro genitori, o i nonni, dei “vecchi” che non riescono a stare al passo con i tempi.
Da una parte una generazione impaurita di essere inconcludente e costantemente sotto i riflettori, dall’altra chi non vuole ammettere che forse non tutto ciò per cui ha lottato ha portato dei benefici alle generazioni future.
Questo libro non ha la pretesa di colmare un vuoto tra diverse età, non giudica chi ha ragione o chi ha torto, ci presenta il punto di vista di un trentenne e di chi gli sta intorno, dai più giovani ai più vecchi. L’autrice ci presenta uno spaccato di attualità, muovendosi in punta di piedi in un territorio dove occorre muoversi con grande cautela.
Dasfe