Autore: Giuseppe Salvaggiulo
Pubblicato da Feltrinelli - Marzo 2020
Pagine: 288 - Genere: Politica
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Serie Bianca
ISBN: 9788807173776
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Un diario-confessione che racconta, con cinismo e dovizia di particolari, i meccanismi dell’establishment ed il lato più oscuro del potere politico in Italia. L’espediente dell’anonimato consente di svelare, senza tema di ripercussioni, segre-ti e retroscena della classe politica italiana, che ne esce, a parte qualche rara eccezione, miseramente ammaccata.
Ogni tanto qualcuno mi chiede che mestiere faccio. Non ho ancora trovato una risposta. La verità è che una risposta non esiste. Io non faccio qualcosa. Io sono qualcosa. Io sono il volto invisibile del potere. Io sono il capo di gabinetto. So, vedo, dispongo, risolvo, accelero e freno, imbroglio e sbroglio. Frequento la penombra. Della politica, delle istituzioni e di tutti i pianeti orbitanti. Industria, finanza, Chiesa. Non esterno su Twitter, non pontifico sui giornali, non battibecco nei talk show. Compaio poche volte e sempre dove non ci sono occhi indiscreti. Non mi conosce nessuno, a parte chi mi riconosce.
In un periodo storico e sociale in cui essere al centro della comunicazione, essere connessi ed essere sui social pare ciò che davvero conta, fa strano realizzare che c’è un angolo del potere che resta completamente sconosciuto e gode dell’anonimato e del non apparire. Uno spettacolo, sottotraccia, fatto di alleanze e compromessi, formato da personaggi e luoghi in cui le decisioni vere vengono prese. È il mondo dei capi di gabinetto, coloro che conoscono bene tutto ciò che davvero conta. Ed è uno di questi personaggi che il giornalista Giuseppe Salvaggiulo ha convinto a raccontare e a svelare i segreti e la fuffa di cui è a conoscenza.
Ed ecco allora regolamenti nati già inattivi, codicilli, balzelli, leggi di bilancio, fughe di notizie, ricatti, scandali. Un universo in cui a dominare sono solo i soldi, che i capi di gabinetto si contendono per conto dei rispettivi ministri. Ogni stagione politica, dalla Prima Repubblica a Berlusconi, da Renzi al Movimento Cinque Stelle, segna una diversa forma di convivenza tra burocrazie e politica, ma la sostanza rimane immutata.
Dal capo dello Stato all’ultimo peone: tutti si affannano per far passare l’emendamento che gli è più caro. Sì, anche il capo dello Stato. Tanto che ai disperati che non riescono a far passare il loro emendamento non resta che ricorrere al millantato credito presidenziale: “Vede consigliere,” sussurrano come infrangendo un canone di riservatezza solo per evitarti un tragico frontale, “a questo emendamento tiene anche il capo dello Stato”. I pivelli si mettono sull’attenti…
Il lettore si trova di fronte ad un quadro, aggiornato fino all’avvento del secondo Governo Conte, carico di bassezze e meschinità; un quadro in cui ogni speranza latita e le persone corrette non trovano alcuno spazio. Anzi, sono quelle destinate a sparire, come è accaduto- per fare un esempio- a Fabrizio Barca, personaggio estremamente generoso ma proprio per questo dimenticato in fretta, che ha voluto lasciare il suo incarico senza tuttavia svuotare le sue stanze per il suo successore.
Le descrizioni dei favori reciproci e delle raccomandazioni sono talmente precise da apparire quasi raccapriccianti:
Chiamano tutti. Troppi. Gli amici, i conoscenti, gli sconosciuti. Giudici, segretari, funzionari. Tutti devono sistemare tutti. Non solo le figure di vertice ma anche quelle intermedie, secondarie, marginali. Lo sanno. Tu devi formare il gabinetto, tutta la catena di diretta collaborazione del ministero. Ci sono centinaia di posti che ballano. Che fanno gola. A figli di ex parlamentari, nipoti, amanti, amici di amici, ex segretarie, segretarie da premiare, segretarie da allontanare, amiche delle segretarie…
Un’umanità maneggiona di cui l’anonimo intervistato da Salvaggiulo fa nomi e cognomi; ci si aspetta quindi che la forza politica si attrezzi ed affronti il problema, senza nascondersi dietro un dito, come troppo spesso accade.
Approfondimento
Ci si trova di fronte ad una lettura, che se non fosse così drammaticamente vera, sarebbe anche in qualche modo umoristica; una lettura che conferma il tristemente noto senso comune che ritiene che chi è buono o anche soltanto corretto non può restare a galla e finisce per affogare; il senso comune che recita che il prossimo va aiutato solo nella misura in cui conviene a sé stessi.
L’importante è allarmare l’opinione pubblica. Si chiama azzoppamento. Metti in giro la voce che si studia un aumento dei ticket sanitari, vedrai che il ministero della Salute la smetterà di occuparsi della tua norma sulle distanze dei videopoker dagli ospedali. Se il veto proviene dal ministero dell’Istruzione per la vicinanza alle scuole, fai uscire la notizia che saltano gli aumenti agli insegnanti. Stai pur certo che scenderà a più miti consigli.
Una lettura durissima, che scandalizza ed indigna, una lettura di fronte alla quale non si può restare inermi.
Connie Bandini