
Autore: Linda Barbarino
Pubblicato da Il Saggiatore - Marzo 2020
Pagine: 192 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: La Cultura
ISBN: 9788842827016

📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
Con la Dragunera si apre lo spaccato di una Sicilia rurale, quella in cui si intrecciano passioni carnali e rituali magici, fatta di ossessioni e pieni di invidie. Un intrigo che coinvolge un intera famiglia.

In una Sicilia in cui la cultura era ancora molto legata alla superstizione e alle credenze popolari troviamo Rosa, una donna ormai rimasta sola, che ha come unico desiderio quello di ritornare nella casa in cui è vissuta da bambina. Purtroppo, resterà solo come desiderio perché la casa nel frattempo è andata distrutta. Rosa lontano da quella casa, affidata alle cure di una zia acida e priva di amore, ha passato dei periodi di grande miseria e così si è ritrovata a fare la puttana per poter sopravvivere.
Fra i suoi tanti clienti, che lei tratta in modo frettoloso e freddo, c’è Paolo, un ragazzo che lavora nei campi e nella vigna di famiglia, che al termine di una settimana di lavoro va in città, tira un sasso alla sua finestra per avvisarla che lui è lì. E Rosa a lui apre sempre la sua porta, non gli dice mai di no. È a Paolo che dedica tutte le sue attenzioni, tra loro si instaura una certa intimità e non è come tutti gli altri, spesso lui si ferma anche dopo a parlare con Rosa e dei suoi lavori nei campi e delle difficoltà familiari. Paolo ha un fratello di nome Biagio che è diverso da lui, si sporca poco le mani nei campi e anche con le donne è diverso, ne ha conosciute poche. Ma è riuscita a prendersi in moglie una donna bella e spaventosa al tempo stesso. Nel paese tutti la evitano, lei è la Dragunera, un po’ fattucchiera e un po’ maga, ma dallo sguardo ammaliante.
… Troppo minchione era stato suo fratello. Senza prendere consiglio da nessuno, dalla sera alla mattina decise che si doveva maritare e si maritò. Si pigliò a una femmina di gente che manco a cercarli con la candela e scartarli come ceci in mezzo alla sinapa erano buoni. Una che si capiva subito era meglio starci lontano, una strega, coi capelli rizzi e niuri come scursuna nturciuniati. Al paese si diceva che era magara, ntisa la Dragunera, così la chiamavano, come la tempesta di vento e acqua a capo di verno.
Questo è motivo di nervosismo per Paolo, lo rende furioso, e sa che è bene tenerla lontana, ma allo stesso tempo ne è spaventosamente attratto .
Questo romanzo che rientra nella narrativa Siciliana ci viene presentata con uno stile un po’ ruvido, pieno di termini siculi, ci porta in una Sicilia antica, dove si riescono a sentire gli odori, la povertà e il dissidio tra religione e superstizione che pervadeva ancora in quei tempi passati.
Leggendo abbiamo la sensazione di ritrovarci difronte ad uno stile più simile alla Lupa di Verga, fatta di termini dialettali che portano ad una scarsa fluidità nella lettura, ma che è in grado di dare una maggiore incisività alla forte descrizione delle immagini, soprattutto a quella verso la donna e al sesso.
La lettura è consigliata soprattutto a chi conosce bene quella terra e quei posti per permettere appieno la comprensione del testo o a anche a chi solo vuole ricordare un tempo passato.
Approfondimento
Precisa è l’immagine che ci viene descritta della casa paterna di Rosa Sciandra, del rapporto freddo con la madre, di quella con il padre tanto buono, e infine del rapporto difficile con sua sorella da cui verrà separata quando morirà la madre. Sua sorella Anna, che descrive come una bambina che voleva tutto e lo fa attraverso parole piene di rabbia e di rancore. Anna che correva sempre con i maschi, prendendola sempre in giro chiamandola ‟babbaˮ. Ma lei nonostante tutto non si vuole staccare dal ricordo di quella casa, con nostalgia la immagina ancora come un tempo e pensa che persino la sorella, fortunata perché era la più forte, sia ancora lì …
… A lei ci piaceva stare in casa, in quella casa che odorava di muffa e piscio di gatto. Correre da una stanza all’altra a scoprirne i segreti, ritrovare i disegni sui pavimenti; la camera più grande aveva un cerchio scuro al centro in mezzo a tanti rombi,lei correva a guardarlo e poi andava dal paladino che l’aspettava stampato sul copriletto, la bottiglia di vin santo sul comò che restava sempre sminzata.
Savino Nancy