
Pubblicato da Garzanti - Marzo 2020
Pagine: 92 - Genere: Non fiction
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I piccoli grandi libri
ISBN: 9788811812630

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Nell’assemblea delle donne, dove non erano permessi uomini, discutono della questione di Euripide. Il drammaturgo greco che ha infangato con le sue tragedie, le donne. Vogliono la sua morte, causa delle loro sciagure. Non cercano di cambiare la mentalità maschile, no, perché loro non si autodefiniscono ‘femministe’, vogliono solo che lui, smetta di infangarle e di creare sospetto nei loro mariti. Euripide, che fare, per sottrarsi a quel tribunale composto da donne? Manda un suo parente, a difenderlo. Come fare se è un uomo?

Mi alzo a parlare non per ambizione, donne, lo giuro in nome delle dee: ma davvero da tempo non sopporto di vederci infangate e sputtanate da Euripide, quel figlio di erbivendola: subiamo offese a iosa, e d’ogni tipo. Di quali oltraggi non ci copre? E quali calunnie ci risparmia, niente che abbia un coro, gli attori, e un po’ di pubblico: ci definisce adultere, nin-fomani, ubriacone, ciarlone, traditrici […]
Durante le ‘Tesmoforie’ una festa antica tenuta ad Atene, che si tenevano fra l’11 e il 13 del mese Pianepsione, ossia il mese di ottobre-novembre. Dedicate alle due dee, Demetra e sua figlia, Proserpina. L’unica assemblea delle donne, in cu gli uomini non potevano accedervi. In questa tragedia-comica, le donne discutono della faccenda di Euripide. Euripide che non può accedervi, perché uomo, adotta vari stratagemmi per sapere cosa dicono le donne, in suo onore. Quale esito uscirà in suo favore e non? Il parente, si immola in suo onore, si traveste e va a difenderlo. Lo difende, certo, ma come lo difende, peggiorando la situazione già precaria. “Proprio per questo credo di morire: le donne mi hanno ordito una congiura e, riunite nel tempio delle dee, decideranno per la mia rovina.”
Approfondimento
Qui l’argomento centrale sono le donne, sono loro che parlano, che fanno sentire la loro ‘voce’ sull’ingiustizia che stanno subendo, per via di un uomo, Euripide. Le calunnia nelle sue opere, da Elena a Medea. Le incolpa di adulterio, di infanticidio. Aristofane con quest’opera da voce alle donne, seppure voglia solo far suscitare il riso. I Temi trattati in quest’opera sono attuali, se ci pensiamo. Le donne sono e sempre state considerate come un oggetto sessuale e di proprietà. Quante donne per mano degli uomini, mariti, fidanzati che siano, vengono assassinate, stuprate? Considera-te, semplicemente come delle macchine per ‘sfornare’ i figli. Una pièce scritta in una maniera colta, seppure, in alcuni dialoghi, l’eroe indiscusso, si esprima con parole volgari e rude. È metatestuale, perché fa riferimento a Platone (Fedra), ad Eschilo e a Licurgo. Non bisogna leggerlo, in chiave ‘antica’ diciamo, leggiamolo con gli occhi di adesso. Leggiamo tra le righe, quante donne si saranno ritrovate in quelle situazioni:
È colpa sua se mettono i sigilli e i chiavistelli ai nostri ginecei per controllarci, e allevano i molossi per fare da spauracchi ai nostri amanti.25 E passi tutto ciò: ma non possiamo da sole più nemmeno andare a prendere dalla dispensa il pane, l’olio, il vino; adesso gli uomini portano ad-dosso certe chiavi segrete, maledette, spartane, con tre denti. Prima almeno, approntato un sigillo da tre soldi, aprivamo la porta di nascosto.
Emiliya Dolan Pietropaolo