Autore: Antonio Scurati
Pubblicato da Solferino - Settembre 2021
Pagine: 130 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
ISBN: 9788828207665
ASIN: B09FB1MSR1
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Ventidue articoli apparsi nel corso di una decina d’anni su La Stampa e sul Corriere della Sera. Articoli ora aspri e carichi di sconforto, ora pieni di speranza, inneggianti un cambiamento non solo possibile, ma necessario. Fotografie di una crisi che ha colpito il nostro Paese in maniera seria negli ultimi trent’anni e che, purtroppo, è diventata un vero e proprio dramma sociale e storico nell’ultimo anno, a causa della pandemia.
L’Italia, sarebbe colpevole nasconderselo, è un grande Paese in crisi da almeno un trentennio. Un Paese afflitto da un declino endemico, prima strisciante poi manifesto, una crisi a bassa intensità e, dunque, perdurante, incessante. Un Paese preso per sfinimento, sfinimento di sé stesso.
Antonio Scurati non ha bisogno di presentazioni e offre al lettore, nel saggio La fuga di Enea, un viaggio nella crisi che da troppo tempo ha colpito il nostro Paese e che ha raggiunto l’apice negli ultimi tempi, in seguito alla pandemia.
Si tratta di una raccolta di articoli che Scurati ha scritto per quotidiani nazionali nell’ultimo decennio e che raccontano soprattutto dell’assenza di investimenti – in termini di tempo, di capitali e di cultura – da destinare al futuro delle nuove generazioni. I quarantenni sono descritti come adolescenti deprivati del futuro, sempre immersi in un sabato sera infinito e poco desiderosi di fare figli a cui mettere in mano un domani che appare sempre più incerto e frammentario.
Pretendiamo dai nostri politici provvedimenti legislativi imperniati sul criterio del futuro ma ricordiamo a noi stessi che resteranno sterili se non accompagnati da un nuovo orientamento culturale e, perfino, da una rinascita spirituale. Non basteranno le leggi e nemmeno i mutamenti culturali. L’essere nel tempo è appannaggio dello spirito.
L’unica strada percorribile per arginare una situazione che pare sfuggita di mano e destinata al baratro è la rinascita, intesa appunto come rinnovamento anche spirituale. Esiste una strada per risorgere ed è quella che si ispira al mito di Enea, l’uomo che, pur nel pieno delle sue forze, arranca e pare barcollare, perché deve reggere sia il padre infermo sia il figlio piccolissimo. Fugge da una città in fiamme e cerca di salvare ciò che maggiormente ama, ciò che riesce a caricarsi addosso, abbandonando tutto il resto al proprio destino.
Ecco, quell’uomo che avanza a fatica rappresenta ciascuno di noi: “…dobbiamo passare dal mito alla cronaca. È di ieri la notizia che d’ora in avanti il criterio per le vaccinazioni sarà solo quello dell’età. Ciò significa salvare innanzi tutto i più fragili, quelli che stanno legati da un filo sottile alla trama dell’esistenza, significa salvare il vecchio Anchise, a costo di doverselo caricare sulle spalle.”
La fuga di Enea richiede una lettura attenta, offre molti spunti di riflessione ed evidenzia la necessità che la nostra società si impegni ad investire sulla scuola e a garantire la parità di genere, a cominciare dal mondo del lavoro.
Approfondimento
Attraverso i suoi articoli Scurati esprime una speranza per il futuro del nostro Paese, pur così pesantemente martoriato anche dagli eventi dell’ultimo anno. Ritiene che il futuro vada affidato ai nostri figli – alle nuove generazioni, quindi – perché questo è quanto insegna il mito di Enea: non è possibile rifondare una città “se la mano di Ascanio resta vuota.”
L’autore fa presente che una prova tragica come quella del Covid, se vissuta individualmente, non può che far soccombere ciascuno di noi. D’altra parte, però, “l’unica strada di uscita da questa crisi epocale mi pare quella che conduce a una nuova stagione di impegno civile e di lotta politica. Nessun individuo, lasciato a sé stesso, ha uno straccio di possibilità contro una pandemia.”