Autore: Isidoro Meli
Pubblicato da Frassinelli - Maggio 2016
Pagine: 208 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
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Tommaso Traina è tonto, analfabeta e muto. Non riesce più a parlare dal giorno in cui ha trovato suo padre, un rispettato portapizzini, ammazzato e con il volto deturpato. Fortunatamente, a sostenere Tommaso in un momento tanto difficile c’è la mafia, buona e giusta, che gli offre addirittura un lavoro. Diventato nuovo portapizzini, il giovane Traina non rispetta le canoniche regole dell’organizzazione e abusando della sua po-sizione si imbatte in informazioni riservate circa l’assassinio di suo padre. Ed è così che un tonto, analfabe-ta, muto si fa beffe della mafia e cerca vendetta.
Vittorio Mazzola è uno scettico e per credere in qualcosa ha bisogno di fatti concreti. Diffida persino della mafia. Cinque lettere tanto inflazionate quanto temute, di cui tanti parlano ma a cui lui non crede veramente. Mosso dalla curiosità e dalla volontà di capire cosa si celi veramente dietro quella famigerata parola, Vittorio incontra Tommaso e si fa raccontare la sua storia. La sua storia di mafia.
Tommaso Traina vive con sua madre e il fratello Ciccio, abile spacciatore di droga al servizio dell’organizzazione più potente d’Italia e, soprattutto, campione indiscusso di PES. Il padre, Gabriele Traina, acceso sindacalista in lotta per i diritti dei mafiosi, è venuto a mancare qualche tempo prima. Per la precisione è stato ammazzato. Brutalmente. Tommaso l’ha trovato a terra, in una pozza di sangue, con il volto vilipeso da una terribile X, il marchio degli analfabeti e dell’ignoranza. Il trauma aveva segnato il giovane Traina al punto di fargli perdere completamente l’uso della parola.
La mafia, nel pieno rispetto delle regole, aveva offerto a Tommaso un posto di lavoro, quello lasciato vacante da suo padre. Il ragazzo aveva acconsentito con un cenno di capo ed era diventato portapizzini.
A seguito di questi eventi, le giornate di Tommaso scorrono scandite dalla routine. Durante il giorno recupera i pizzini ed esegue le consegne in modo puntuale. La sera si dedica ai suoi interessi, come le partite a ping pong, i disegni o le scopate con Betsie tossica.
Per la mafia, Tommaso è il dipendente ideale: ritardato, analfabeta e pure muto. Peccato che la mafia si sbagli di grosso, perché il giovane Traina sa leggere e pure scrivere e utilizza queste ambite doti per spiare indisturbato i pizzini, divertendosi oltretutto a modificarli con qualche licenza poetica. Questo gioco lo porta presto a imbattersi in informazioni riguardanti la sua famiglia. Scopre che la morte del padre è avvenuta per volere dell’organizzazione e che anche Ciccio è in guai seri.
Ed è così che un muto, presunto tonto e analfabeta, con scarse doti fisiche, si improvvisa supereroe. Un supereroe a difesa della propria famiglia, pronto a combattere contro il mostro più temuto di Palermo.
Isidoro Meli parla di una mafia con la m minuscola. Un’organizzazione obsoleta, piena di falde, quasi imbarazzante. Con uno stile grezzo, sporco e diretto, l’autore scrive un libro che non vuole affatto essere una denuncia, quanto piuttosto La Parodia della più grande vergogna italiana.
Approfondimento
Meli parla di mafia in La mafia mi rende nervoso in modo del tutto nuovo. Non solo ne smonta il mito, ma si diverte pure a deriderlo. Meli descrive la famosa organizzazione in tutte le sue imperfezioni, sorretta da meccanismi ormai superati da tutte le altre multinazionali mangia soldi presenti nel mercato. Non sceglie la classica e noiosa via del documentario. Opta invece per un fatto di cronaca, preso dal fango, decide di raccontare una delle tante storie di una delle tante famiglie palermitane invischiate con la mafia e con le sue bassezze.
Meli schiera contro l’organizzazione un personaggio improbabile, un muto, quasi con la volontà di schernire un altro dei tanti mali italiani: l’omertà. Racconta di Tommaso utilizzando un linguaggio colloquiale, diretto, spesso volgare che calza perfettamente con i contenuti del libro. Con una semplicità e una schiettezza disarmante, Meli riesce a far toccare con mano quella mafia di cui sente parlare da sempre e che lo rende nervoso.
Leggete La mafia mi rende nervoso.
E se le mie parole non sono state sufficienti a convincervi … beh, provate a fidarvi!
Zuleika Martinello