
Autore: Gianrico Carofiglio
Pubblicato da Einaudi - Novembre 2019
Pagine: 288 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Stile libero big
ISBN: 9788806218140

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L’avvocato Guerrieri accetta un caso di ricorso in appello: un giovane sta scontando la pena per un omicidio, ma la madre non si rassegna e chiede a lui, con cui ha avuto una storia trenta anni prima, di seguire il processo come difensore.

Il protagonista Guido Guerrieri, insieme ai suoi collaboratori dello studio legale, affronta il processo di appello per la difesa di Jacopo Cardace, un giovane spacciatore figlio di una vecchia fiamma dell’avvocato. Guerrieri e Lorenza non si vedono dal 1987, e i colloqui per la strategia difensiva fanno riemergere dal passato tanti ricordi più o meno felici di quel periodo.
La narrazione alterna il racconto del periodo giovanile e soprattutto dell’estate trascorsa insieme alla madre dell’imputato, alla cronaca giudiziaria del caso penale: il giovane Jacopo, turbolento pregiudicato, è stato condannato sulla base di pesanti indizi, ma Guerrieri riesce a costruire, con arguzia e intelligenza, un plausibile quadro dell’accaduto alternativo a quello dell’accusa, anche se la vicenda resta da chiarire. Lorenza si rivolge a Guerrieri in cerca di aiuto, ma non rivanga gli avvenimenti di quell’estate in cui lei, bella e misteriosa, aveva completamente stregato il giovane praticante avvocato, che si era buttato in quella storia come un ragazzo inesperto e ne era uscito uomo.
Molto più distante nel tempo dell’estate di ebbrezza in cui mi ero convinto di essere innamorato di Lorenza. Smisi di pensarci e andai oltre. Oltre quell’ubriacatura di infantilismo,di inconsapevolezza, ma anche, a momenti, di sfuggente dunque autentica, pura felicità.
Il finale non scontato lascia piacevolmente sorpresi e malinconici , sia per il procedimento penale, con il tempo perduto che non si potrà recuperare, che per la vicenda personale, a cui sempre il tempo dà una visione nostalgica e umana.
Il posto da cui era scappata quando era ragazza e dove era ritornata, al completamento di un’orbita triste attorno ai propri sogni.
Qualcuno ha scritto che bisognerebbe essere capaci di morire giovani. Non nel senso di morire davvero. Nel senso di smettere di fare quello che fai quando ti accorgi di avere esaurito la voglia di farlo, o le forze, o quando ti accorgi di avere raggiunto i confini del tuo talento, se ne possiedi uno. Tutto ciò che viene dopo quel confine è ripetizione. Uno dovrebbe essere capace di morire giovane per rimanere vivo, ma non accade quasi mai.
Approfondimento
La misura del tempo è un romanzo su una vicenda processuale, quindi viene dato largo spazio all’esposizione delle diverse fasi del procedimento penale, con tanto di interrogatori e dibattimenti in aula, in maniera dettagliata e analitica, rendendolo un vero e proprio thriller.
Le vicende processuali e personali sono narrate in prima persona con chiarezza e maestria. La scrittura limpida e netta rende la lettura molto piacevole e scorrevole, anche se gli argomenti trattati sono profondi. Al di là della trama infatti sono presenti nel romanzi numerose riflessioni a carattere filosofico, morale, etico, sullo scorrere del tempo, sull’incombenza della morte, sulla diversa visione del mondo quando si è giovani e quando si diventa più anziani.
L’invecchiamento non è un processo lineare. Così come il tempo non è un’entità lineare. Non è un’entità comprensibile. Nessuno lo capisce davvero. Nessuno è capace di definirlo. Provate a parlare del tempo senza usare alcuna metafora, dice un famoso linguista. Vi ritroverete a mani vuote. Il tempo sarebbe ancora tempo, per noi, se non potessimo sprecarlo o programmarlo? Possiamo solo dire qualcosa sul fatto che va grosso modo in una direzione e che la destinazione finale è nota.
Le descrizioni dei luoghi e dei personaggi sono vivide e precise: la città di Bari emerge continuamente sullo sfondo, definendo la storia e i suoi contorni.
Consiglio “La misura del tempo” a chi ama i romanzi a sfondo legale e a chi vuole riflettere sulla giustizia e i suoi corsi e ricorsi.
Elena Naldi