
Autore: Maurizio Francesconi, Alessandro Martini
Pubblicato da Einaudi - Febbraio 2021
Pagine: 353 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Saggi
ISBN: 9788806234904
ASIN: B08W2VDF5N

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“Nelle grandi stazioni termali la gente, soprattutto quella ricca, cercava nutrimento sociale e culturale almeno quanto un’eventuale cura per la gotta o l’artrite.”
Martini e Francesconi ci illustrano nel loro saggio la dettagliata storia di come tra il 1860 e il 1939 ci siamo approcciati alle vacanze. Si viaggiava perché veniva naturale farlo, si sono iniziate così a frequentare le terme perché considerate il miglior rimedio per le malattie artritiche e respiratorie; poi i laghi e le montagne, tra cui spiccano le località svizzere con alberghi esclusivi e viste mozzafiato. Tra la metà dell’Ottocento e i primi del Novecento sono esplose le località balneari facendo prender piede alla moda della stagione marittima fino a divenire mondiale. Si viaggerà anche verso l’Oriente, alla ricerca di nuove suggestioni esotiche, consolidando la vacanza come una vera e propria moda che spinge le persone a seguire il flusso del piacere e del gusto turistico.

Io non ho mai aspirato ad essere un grande viaggiatore. Sono stato, più semplicemente, un giovane tipico del suo tempo.
Così Evelyn Waugh descrive i suoi viaggi, e più generalmente quelli dell’aristocrazia e dell’alta borghesia del suo tempo. La cornice del saggio è infatti elitaria perché inesorabilmente legata ai concetti di gusto, piacere e stile che i vacanzieri del tempo hanno impresso nel mito delle vacanze. Così si ripercorre la parabola del mito delle vacanze dagli albori delle terme toscane in cui si era soliti andare per “passare le acque”; l’esplosione poi degli stabilimenti balneari sulle coste inglesi; i viaggi con l’Orient Express; i lidi veneziani o i casinò di Monte Carlo; i musei parigini e le mostre di New York, gli alberghi di lusso, i ristoranti e teatri. Gli autori Alessandro Martini e Maurizio Francesconi in La moda della vacanza si interrogano su tutto ciò che racchiude la sfera del turismo: dal viaggio in treno o in carrozza, agli alloggi; dalle stagioni più consone per un viaggio sulle alpi svizzere o nei lidi marittimi, racchiudendo così in un unico saggio una storia che ha inevitabilmente condizionato il nostro presente. Il filo conduttore che sorregge la storia socio-culturale delle vacanze è proprio l’inconfondibile confort figlio del tempo aristocratico, che ha mosso orde di turisti alla ricerca di nuovi piaceri raffinati e sublimi, e che può essere simbolicamente rappresentato dall’esplosione degli Yacht: possederne uno era simbolo di lusso e prestigio sociale, e proprio in questo momento nascerà anche il viaggio per piacere via mare, come testimonia la creazione del Titanic nel 1912.
L’architettura assieme alla moda sono ciò che per prime hanno dato forma e ascolto alle necessità e aspirazioni dei turisti aristocratici: sono stati gli architetti a “fornire muri e spazi urbani al sogno della vacanza e del viaggio”, e così le città balneari sono attentamente strutturate e integrate tra spazio urbano e paesaggio. Le località di vacanza più esclusive diventano luogo utopici che servono da rifugio per gli aristocratici che vogliono evadere dalla realtà borghese e industriale.
La moda delle vacanze non ha chiaramente fatti romanzati, ma la raffinatezza della struttura complessiva restituisce al lettore tratti molto suggestivi e particolari minuziosamente riportati che esplodono in sensazioni e percezioni apparentemente vicinissime, nonostante l’ampio senso di distacco che il viaggio riesce a consegnare alla scrittura, intesa come scoperta culturale che in un secolo ha reso immortali alcuni posti.
Approfondimento
Dal 1937 in poi […] l’alta società parigina non solo si rifiuta di vedere le sfortune e le brutture che la circondano sempre di più, ma tenta anche di dimenticare che questi problemi possano esistere, e difatti l’alta società del tempo continuerà imperterrita a rifugiarsi nei viaggi di piacere per scampare ai problemi della Grande depressione e provare a sfuggire alla minaccia nazista.
Ballavo fino all’alba, dormivo qualche ora, facevo una simbolica apparizione in redazione […], andavo dal parrucchiere per farmi pettinare per la sera o da Suzy per farmi prestare un cappello, per poi ricominciare tutto daccapo
Così cercava di sfuggire ai problemi tipici del suo tempo B. Ballard, e così tanti altri benestanti aristocratici che a soli due mesi dall’invasione della Polonia si riunirono da tutto il mondo a Villa Tiranon di Versailles. A guerra cominciata però, “le luci si spengono” e la disperazione della guerra e della minaccia nazista pervaderà trasversalmente tutte le società, che si vedranno costrette non più a viaggiare per piacere ma a scappare per paura.
Martina Guadalti