
Autore: Eric Maria Remarque
Pubblicato da Neri Pozza - Aprile 2015
Pagine: 269 - Genere: Noir, Mistero
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Biblioteca
ISBN: 9788854507067
ASIN: B00WIEFZTM

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Nel 1942, a Lisbona, un uomo osserva una nave ancorata nel Tago, caricata di provviste per l'America. La nave, simbolo di speranza per i profughi in fuga dal nazismo, è completa da mesi. Senza permesso d'ingresso e denaro per il viaggio, l'uomo non può partire. Un misterioso sconosciuto gli offre due biglietti, chiedendo solo di essere ascoltato quella notte.

«No, non sono sicuro. La massima incertezza, se non conduce alla morte, può portare a una certezza incrollabile” dissi ridendo. “Queste sono parole grosse, ma non sono altro che la semplice esperienza di un’esistenza sferica.”
«”Cos’è un’esistenza sferica?”
«”La mia. Quella di chi non può star fermo in nessun luogo, cui non è lecito metter mai radici; che deve sempre rotolare.
L’esistenza del fuoruscito.
L’esistenza del monaco mendicante indiano. L’esistenza dell’uomo moderno.
Del resto, ci sono più fuorusciti di quanto non si creda.
La notte di Lisbona è una sensazionale opera notturna. Buio, freddo e nebbia accompagnano il racconto dei due protagonisti che spazia ampiamente tra passato e presente senza confondere, ma con una poesia maestosa.
Raccapriccianti paure, pensieri e ricordi tempestano l’esistenza di Josef, divenuto Schwarz all’occorrenza per superare le barriere tedesche e viaggiare per Francia, Svizzera, Spagna e Portogallo per poi tornare di nascosto in Germania a ritrovare la moglie, abbandonata anni prima per assaporare la libertà, allontanandosi dalle croci uncinate di cui non voleva far parte.
Helen si mise a ridere. Ecco che siamo qui come due adolescenti che devono incontrarsi di nascosto perché i genitori li considerano ancora troppo giovani! Dove possiamo andare? Nel parco del castello? Chiudono.
Ma lo attende un triste destino, la moglie infatti è gravemente malata, di una malattia sottile ed invalidante e quei desideri di amore e di fuga svaniranno ben presto tra le acque della stessa Lisbona, se si può dire, non in mare letteralmente, ma la “cassa” sarà sempre con Schwarz, in qualunque posto lui sarà, un peso dolce e amaro che lo accompagnerà nel suo lento peregrinare a cui volentieri metterà fine.
«Il mondo non sembra mai così bello come nel momento in cui si viene messi sottochiave, nel momento in cui lo si deve abbandonare. Almeno si potesse avere sempre questa sensazione! Ma forse non ne abbiamo il tempo, non ne abbiamo la tranquillità.» Schwarz scosse la testa: «La tranquillità non c’entra. Io l’avevo, la sensazione della vita». «Ed è stato capace di conservarla?» domandai. «Non lo so» rispose Schwarz lentamente. «È proprio quello che vorrei trovare. Mi sfuggi dalle mani… Ma l’avevo forse posseduta? Potrei forse ora riacquistarla e tenerla per sempre? Ora che non si modifica più? Non si perde forse sempre quello che si crede di poter tenere, perché è in moto?
Un’opera densa di mistero, carattere e nostalgia. La descrizione delle atrocità subite, del distacco, della rabbia e delle fragilità umane aleggia nella storia senza appesantire, la Seconda Guerra Mondiale è presente in ogni discorso, ma non invade la scena, si sa che c’è, è una presenza inquietante e silente.
L’ascoltatore misterioso, dunque, avrà la possibilità di fare quel viaggio con la consorte a specchio di Schwarz, facendo rivivere nella propria avventura quella che al povero nostro reale protagonista è del tutto preclusa, un gioco arcigno della sorte, dove lascia l’uno prende l’altro.
Helen, la moglie di Schwarz, è una donna innamorata, sicura, anche dopo l’abbandono è capace di accogliere il marito e le sue scuse, senza necessità di perdonarlo, piuttosto lo comprende, suo marito è sempre stato così un maniaco, un codardo, in qualche modo anche un ingrato, ma dopotutto lei non lo incolpa, anzi si rattrista per la sua successiva dipartita, ma il futuro prossimo li rivedrà uniti in un epilogo raffinato, ma dalla furente amarezza.
Quello che capitava ai disertori e ai profughi solo la storia sa raccontarcelo, la storia fatta di persone come Schwarz ed Helen, oppure come Erich Maria Remarque stesso, la cui biografia ben si inserisce.
Un’atmosfera onirica avvicina due identità che si scambiano un passaporto immaginario cercando di lasciarsi alle spalle la feroce tirannia e aspirando ad una libertà definitiva, chi nella morte, chi nel viaggio, o viaggio per entrambi.
Approfondimento
Era una notte piena di stelle, così tranquilla che mi pareva di poter udire la crescita delle piante. Lei sa che nel pericolo si manifesta un’altra maniera di vedere: non che l’acume degli occhi sia maggiore, ma la vista è più diffusa in tutto il corpo, come se si vedesse con la pelle, specialmente di notte. Sembra quasi di poter vedere i rumori, perché anche l’udito si sposta nella pelle. Si apre la bocca, si sta in ascolto e pare che anche la bocca veda e senta. Non dimenticherò mai quella notte. Ero pienamente cosciente di me, tutti i miei sensi erano tesi, ero preparato a tutto, e senza alcuna paura. Mi sembrava di camminare su un ponte elevato, da una riva della mia vita all’altra, e capivo che quel ponte si sarebbe dissolto alle mie spalle come una nebbia argentea e non sarei mai più potuto ritornare. Passavo dalla ragione al sentimento, dalla sicurezza all’avventura, dal mondo razionale al sogno.
Il tema cruciale de La notte di Lisbona è la sofferenza, l’abbaglio di una vita imborghesita che violentemente cede il passo ad una lotta contro il nazismo, da semplici cittadini a profughi improvvisati, da nobili borghesi a cavie poco disposte alla morte. Il magistrale racconto di una fuga, nonché di un amore in qualche modo invincibile, intatto e sincero, scene di dialogo intense e crude si fanno spazio in una fitta e condita rappresentazione della vita notturna di Lisbona, locali e night esclusivi, la foce nera del fiume, il porto come ingresso al Paradiso, sensazioni di chi non ha più nulla da perdere e di chi ha trovato invece quell’unica possibilità nella vita, che dà senso al “se”, se non fosse uscito di casa, se non si fosse avvicinato al Tago questo “tutto” improvviso non sarebbe successo.
Nausicaa Baldasso