Autore: Walter Tevis
Pubblicato da Mondadori - Gennaio 2021
Pagine: 324 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Oscar absolute
ISBN: 9788804740537
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Finita in orfanotrofio all'età di otto anni, Beth Harmon sembra destinata a una vita grigia come le sottane che è costretta a indossare. Ma scopre presto due vie di fuga: le pillole verdi, distribuite a lei e alle altre ragazzine dell'orfanotrofio, e gli scacchi. Il suo talento prodigioso è subito lampante; una nuova famiglia e tornei sempre più glamour e avvincenti le permettono di intravedere una nuova vita. Se solo riuscisse a resistere alla tentazione di autodistruggersi...
“Perdere, vincere, cedere, resistere: imparare, grazie al gioco più solitario che ci sia, a chiedere aiuto, e a lasciarselo dare."
Il custode se ne stava a fissare i pezzi, per minuti interi, immobile, guardandoli come se li odiasse.
Beth, orfana a otto anni, sola, in un orfanotrofio, riusciva a rilassarsi solamente grazie a delle pillole verdi che le venivano date lì, come a tutti gli altri bambini con lei. Si sentiva piccola, in un mondo così grande, finché non scoprì il gioco degli scacchi. Un giorno così, per caso, mentre puliva il seminterrato, incontrò il custode, che fu scettico quando lei gli chiese di insegnarle quel gioco, strano, che ancora non conosceva.
È un gioco per maschi.
Questa era la frase che si sentiva dire più spesso. Imparò presto a giocare a scacchi, e c’era sempre qualcuno che la guardava in modo strano, non pensavano che una donna sarebbe potuta essere così forte, in questo gioco. Lei riusciva ad allenarsi anche solo ripassando quelle mosse, scritte sul Chess Review, a mente, non riusciva a spiegarsi nemmeno lei il motivo, ma ci riusciva. Non riusciva a smettere, neanche quando fu presa in adozione, neanche quando la madre non era sicura fosse un gioco per lei. E riuscì a vincere, molte partite, e quando perdeva cercava sempre di riprendersi.
La sensazione che gli scacchi fossero una cosa tra uomini e lei fosse estranea. Odiava Quella sensazione.
La regina degli scacchi è un libro a tratti riflessivo, sentimentale, ma anche tecnico. In questo libro notiamo quanto l’autore Walter Tevis sia affezionato a Beth, tanto da provare dei sentimenti: dolore e pena nel vedere l’impassibilità di Beth al dolore di una perdita, ma nello stesso tempo orgoglio, nel vedere quanto amore Beth provava per gli scacchi e stupore nel vedere la sua destrezza e delicatezza che metteva nello spostare a uno a uno i pezzi sulla scacchiera e nel riuscire a scovare le mosse prima dei suoi avversari. In questo libro, Beth cerca, anche di far trasparire il girl power, quel tanto che basta per far capire al mondo che non esistono giochi da uomini o da donne, anzi, alcune volte le donne sanno essere molto più forti degli uomini, ma anche che spesso anche le donne hanno bisogno di un aiuto, di una spalla su cui piangere ogni tanto.
Approfondimento
Accese la lampada e si sedette alla scrivania, soltanto per guardare i pezzi, per osservare come le loro curve catturavano la luce.
Beth, una bambina prodigio con un cuore gentile e che ha bisogno d’amore. Un suo grande pregio era la sua destrezza nel riuscire a scovare ogni mossa nei libri, e negli avversari, anche solo con la mente. Un suo difetto, invece, era quello di non voler chiedere mai aiuto, in nessuno caso, anche quando perdeva e si sentiva mancare. In fondo, a volte sembrava non provare dolore, ma quando si trovava davanti a una scacchiera, si sentiva talmente agitata da doversi muovere costantemente. Un libro, davvero riflessivo, tanto da far risuonare tutte le sue emozioni nell’animo, tanto da sentire persino il dolore che Beth non esternava mai.
Beth si preparò e fece un passo in avanti, indicando col dito, ma senza toccare, uno dei pezzi cilindrici che lei nella sua immaginazione aveva già etichettato come cannone.
Mario Rossi