Autore: Anna Politkovskaja
Pubblicato da Adelphi - Marzo 2022
Pagine: 384 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Gli Adelphi
ISBN: 9788845936920
ASIN: B00WUEI83K
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Coraggiosa antologia di reportage storici, militari e politici della Russia al primo mandato come presidente di Vladimir Putin, seguiti dalla leggendaria giornalista Anna Politkovskaja, inviata al tempo dell’attualissima Novaya Gazeta e assassinata nel 2006 in circostanze mai realmente chiarite.
Lo stato continua a mandare gente in guerra, gente che vive per anni in quelle condizioni e quanto torna a casa non è in grado di capire la vita normale, di comprendere le leggi e le norme che la regolano.
Quella che Anna Politkovskaja racconta non è, purtroppo, una storia qualsiasi, ma la Storia contemporanea del paese in cui ella stessa visse all’inizio del terzo millennio, durante l’ascesa al potere di Vladimir Putin. Ancora oggi presidente della Russia, ancora ubiqua personalità nell’attualità quotidiana a causa di, ancora un’altra, invasione nazionale. I numerosi reportage proposti affondano nel dettaglio di storie microscopiche e personali, prodotti riflessi delle iniquità che ad ogni livello e grado minano all’immagine di un Paese apparentemente in rapido sviluppo economico e di apertura internazionale verso l’occidente. Anna Politkovskaja scava tra i mostri sacri della Russia, impersonati dal grande organo militare in ogni sua ramificazione e dall’inflessibile natura politica e corrotta di ogni rapporto commerciale che superi un certo livello di importanza. Ciò che vi trova, atterrisce.
L’opera La Russia di Putin inizia da una copiosa indagine sui reali comportamenti durante le guerre cecene, sugli abusi di potere, le barbarie, le assurde eppure reali protezioni da parte degli organi di giustizia verso militari assassini e violenti, con rari e personali casi di giudici retti che tentano di punire chi oltrepassa i limiti, per venire subito dopo cacciati o allontanati. Seguono storie di vita quotidiana, la vita reale oltre i racconti dei mass media, di persone che si arricchiscono più di altre per poi entrare in quel circolo di corruzione e rapporti criminali necessari per rimanere a galla. Conclude l’ennesima strage, l’ennesimo caso della cruda realtà della guerra e di oscurantismo statale, l’ennesima prova di uno Stato che serve il proprio presidente, e non il contrario.
Approfondimento
Sebbene non siano questi il tempo e lo spazio adatti a trarre qualche pensiero sull’invasione della Russia verso l’Ucraina, l’opera in questione è sicuramente un ottimo punto di partenza per chiunque fosse interessato a sollevare la patina di incomprensioni storiche e politiche che aleggia tanto sul conflitto contemporaneo quanto su quelli passati. Emerge una sensazione terribile di premonizione da parte della Politkovskaja verso gli avvenimenti odierni, come un grido ai posteri, permesso esclusivamente dall’attenzione, l’intelligenza, e il dettaglio con cui essa comprende i meccanismi psicologici sottostanti le azioni della presidenza Putin duranti i suoi primi quattro anni di mandato, ormai ventidue anni fa. Ciò che rimane, è un prezioso documento storico sulle condizioni di un Paese sfruttato, anziché servito, e l’inestimabile ricordo di un pericolo costantemente allerta, pronto a prevalere sul presente in ogni momento, in ogni luogo. Anna Politkovskaja parlava del suo paese, del suo popolo, e, attraverso le sue parole, ognuno di noi è chiamato a guardarsi dentro, guardare ciò che lo o la circonda, e sforzarsi di guardare realmente, di non aver paura, e di lottare perché la violenza, l’ingiustizia ed il dolore possano terminare attraverso il ricordo.
La Russia ha già avuto governanti di questa risma. Ed è finita in tragedia. In un bagno di sangue. In guerre civili. Io non voglio che accada di nuovo.