Autore: Mary Chamberlain
Pubblicato da Garzanti - Gennaio 2016
Pagine: 320 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narratori moderni
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È la storia di Ada Vaughan, sarta brava e di belle speranze nella Londra del 1939. Si ritroverà suo malgrado ad essere risucchiata nel vortice della guerra, segregata in un campo di prigionia in Germania, lottando giorno dopo giorno per la sua sopravvivenza. Unica compagnia i suoi sogni e la ferrea volontà di non soccombere di fronte a un destino crudele che sembra aver già deciso al suo posto.
Ada è una ragazza che si affaccia alla vita, ingenua ma anche ostinata nel perseguire i suoi sogni. E il suo è quello di diventare una brava sarta, così brava da aprire una casa di moda tutta sua, magari a Parigi, come Coco Chanel. Maison Vaughan la chiamerebbe… Intanto lavora in una sartoria a Dover Street, nell’esclusivo quartiere londinese di Mayfair. Conosce il mestiere Ada, ne ha imparato i segreti dal signor Isidore, nel suo negozio di stoffe.
Le aveva insegnato che la stoffa viveva e respirava, che aveva umore e personalità. La seta, diceva lui, era ostinata, la batista malinconica. La lana pettinata era dura, la flanella pigra.
La famiglia di Ada è semplice, modesta, una famiglia come tante della Londra proletaria. Ada, invece, vuole diventare “qualcuno”, abbandonare quella vita di ristrettezze che non fa per lei. Ha un’eleganza naturale, un bel portamento che non la fanno passare inosservata.
Una sera, mentre torna a casa dal lavoro, conosce Stanislaus Von Lieben, un bell’uomo dall’accento straniero, austro-ungarico dice lui; magro, baffi corti e sottili, occhi color verde acqua che la incantano. La ragazza è sempre più soggiogata dal fascino di quell’uomo misterioso che la coccola e la riempie di premure, facendole intravedere un futuro radioso.
Quando lui le propone di abbandonare tutto e di partire insieme per Parigi, Ada non riesce a dire di no, tanto è invaghita dell’uomo e fiduciosa nell’avvenire. Ma la guerra scoppia proprio mentre i due sono a Parigi e lì restano bloccati, senza soldi e nel caos generale.
L’aria di Parigi prese un cattivo odore. Si sprigionava dai pori delle donne e dalle bocche dei bambini che strillavano, dagli uomini adulti e dal pelo dei cani che pisciavano contro i lampioni. Ada lo sentiva nelle narici, sui vestiti, addosso a Stanislaus quando le dormiva accanto nel letto. Ora conosceva il tanfo della paura.
Stanislaus convince Ada a raggiungere il Belgio. Ha bisogno del passaporto della ragazza per passare inosservato. Ada si rende irrimediabilmente conto dell’enormità del suo errore solo quando una mattina non lo trova più accanto a sé, mentre intorno si vedono i bagliori delle bombe lanciate dai tedeschi che stanno occupando anche il Belgio.
Scesa in strada per cercare Stanislaus, Ada capisce: intorno a sé vede solo orrore e tragedia, centinaia di persone in fuga che si accalcano alla ricerca di una via di scampo. Trova rifugio in un convento, veste i panni di una suora. Insieme ad altre religiose inglesi viene trasferita dai tedeschi in una casa di cura per anziani a Monaco. Qui sperimenta la fatica di lavare, pulire piaghe virulente ed escrementi senza un attimo di sosta, finché un giorno scopre di aspettare un bambino, il figlio di Stanislaus. Deve disfarsene per non essere scoperta, ma il suo pensiero torna sempre ossessivamente al piccolo che è costretta ad abbandonare.
All’improvviso viene trasferita presso la casa del comandante del campo di concentramento a Dachau. Qui, una volta conosciute le sue doti di sarta, le vengono commissionati vestiti per le mogli dei più alti gerarchi nazisti. Ada lavora duramente, giorno e notte, patendo il freddo e la fame, nonché i soprusi e le umiliazioni inferte dai padroni di casa.
Un giorno le viene richiesto di cucire un vestito di seta nero con una rosa rossa intorno al collo; sarà, come scoprirà solo più tardi, il vestito da sposa di Eva Braun, l’amante di Hitler.
Approfondimento
La guerra, quella combattuta al fronte e nelle città contro la fame e la morte, viene descritta solo con brevi accenni ne La sarta di Dachau. La guerra su cui indugia Mary Chamberlain è quella personale di Ada, la sua lotta per non soccombere ad un destino atroce nel tentativo di mantenere sempre viva la speranza della salvezza e del ritorno a casa.
L’ingenuità di Ada è forse il suo tratto più caratteristico, insieme alla tenacia e alla volontà di credere nei propri sogni, anche quando tutto sembra crollarle addosso. L’ago e il filo sono le armi di cui dispone, la macchina da cucire la sua alleata e con quelle Ada combatte, giorno dopo giorno.
La storia è raccontata con uno stile sobrio, scorrevole ma avvincente, senza forzature di tono. Il personaggio della protagonista è delineato in maniera efficace, nella sua complessità e trasformazione dall’inizio fino alla fine del romanzo. La guerra e la sua vicenda personale cambiano Ada, come cambia tutto intorno a lei: luoghi, case, persone, niente rimane uguale a se stesso.
Bellissimo romanzo, cattura il lettore fin dalle prime pagine e rende partecipi e solidali della sorte della protagonista fino agli imprevedibili sviluppi finali.
Roberta Morico