Autore: Alessandra Selmi
Pubblicato da Baldini&Castoldi - Marzo 2015
Pagine: 237 - Genere: Gialli
Formato disponibile: Brossura
Collana: Romanzi e racconti
📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
Una storia che tratta delle vicende investigative di uno strano sodalizio umano composto da un poliziotto con la scorza dura, ma sensibile, e una barbona coltissima che si aiutano nell’indagine sulla sparizione di un altro barbone.
I protagonisti di La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon, un giallo firmato Alessandra Selmi si muovono in una Milano dal doppio volto, quello diurno, veloce e indaffarato, e quello notturno, fatto di ripari di fortuna e persone affamate.
Alex Lotoro è un poliziotto rude ma concreto, che però tiene aperta una breccia nella sua anima, attraverso la quale una strana e coltissima barbona, seconda protagonista della storia, riesce a entrare. Non si sa molto di lei, ma di sicuro emerge, dai suoi modi e dal vocabolario che usa, che deve essersi lasciata alle spalle una vita ricca ed emozionante. Così come cerca avanzi nei cassonetti per potersi nutrire, allo stesso modo si muove sui sentieri di una Milano colta dove trova la bellezza e delle letture con cui nutrire la sua anima.
A mano a mano che il racconto si dipana emergono particolari su Aiace Pardon, il barbone scomparso, che poi scopriremo essere stato ucciso, ed emerge prepotentemente che quest’uomo, come tutti i senzatetto accanto ai quali passiamo ogni giorno e che non vorremmo vedere, hanno una storia alle loro spalle, hanno un passato e un vissuto che li ha portati in quel punto, in quel preciso momento.
La vecchia barbona è l’unica a voler sapere chi abbia ucciso il suo amico, ma nessuno le crede o le dà credito a causa del suo aspetto, eccetto Alex Lotoro, il quale nell’aiutarla intraprenderà allo stesso tempo un cammino solitario e di maturazione. È uno strano sodalizio quello tra i due protagonisti che arriveranno anche a condividere lo spazio privato dell’abitazione del giovane investigatore, per altro abituato a un’intensa attività da single.
È interessante notare come venga descritta la grande città dei senza tetto, capace di nascondere una umanità complessa, variegata, cruda che spesso – come un fiume carsico – emerge e sprofonda continuamente. I personaggi che si muovono sul filo dell’anonimato, dei ripari di fortuna riescono a diventare invisibili, tanto che anche l’abile poliziotto perderà le tracce della barbona con cui ha intrapreso questo viaggio. E questo, in una società iperconnessa come la nostra, testimonia di quanto quel mondo sotterraneo ci risulti difficile da accettare e comprendere. Quando avviene, come nel caso di Aiace Pardon, che il mondo di sopra (normale?) e quello di sotto si toccano e scambiano di ruoli, il conflitto che ne emerge riscrive e disegna drammaticamente i contorni quasi a testimoniarne la netta separazione.
E sarà proprio il passato di Aiace Pardon a scrivere la storia e a muovere i passi dei protagonisti e degli attori di questo romanzo noir.
Approfondimento
La terza (e ultima) vita di Aiace Pardon è un libro abbastanza scorrevole, dove i personaggi sono ben delineati ma anche, nella mia opinione, improbabili. Non ho apprezzato molto che la protagonista femminile della storia, sebbene ributtante perché grassa, sporca, pelata e maleodorante (e qui gli stereotipi sugli “ultimi” ci sono tutti), dovesse essere talmente colta da mettere in costante difficoltà il poliziotto ignorante (anche qui altro luogo comune). Come se l’altissimo livello culturale e l’intelligenza fossero una discolpa per tutto ciò che la barbona è e rappresenta. Ancora come se ci fosse impossibile accettare un “ultimo” con tutta la sua carica di drammaticità fisica e morale.
Viviana Violo