Autore: Susanna Tamaro
Pubblicato da La nave di Teseo - Settembre 2016
Pagine: 149 - Genere: Istruzione & Guide
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Oceani
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Piccola Tigre non è una tigre come le altre. Le grandi prede non la attraggono e il regno che la madre le ha lasciato in eredità non le interessa. Piccola tigre è curiosa. Ѐ alla ricerca della sua vera natura, e per trovarla metterà a rischio la sua vita e ignorerà il primo, basilare avvertimento che la madre le ha dato da piccola: mai avvicinarsi all’uomo.
Ѐ facile comportarsi seguendo ciò che ci è stato insegnato, ciò che dobbiamo fare. Piccola Tigre, però, proprio non riesce a essere una tigre come le ha insegnato sua madre. Una strana forza che non riesce a controllare la spinge a cercare se stessa nelle distese nevose della Taiga; dovrebbe limitarsi ad azzannare grosse prede e regnare sul territorio lasciatole dalla madre, difendendone i confini, invece si accontenta di qualche leprotto e non può fare a meno, un giorno, di partire verso l’ignoto, mossa dalla curiosità di scoprire cosa ci sarà una volta raggiunto l’orizzonte su cui si staglia il sole.
Forse un’ape sa perché è attratta da un fiore? A un tratto, misteriosamente un’energia ti chiama e a questa voce non puoi resistere. Ciò che a un altro parrebbe follia, a te sembra l’unica strada da percorrere.
Sarà un viaggio metaforico, in cui Piccola Tigre scoprirà tante cose non solo del mondo che la circonda, ma anche di se stessa. Sarà il viaggio che porterà l’animale a conoscere l’uomo nelle sue tante sfaccettature – l’Uomo, gli uomini, Piccolo Acrobata e l’Uomo di Stracci.
La Tigre e l’Acrobata è un racconto delicato, profumato e immaginifico, che vede come protagonista – e per la maggior parte della storia, come unico personaggio – una tigre siberiana. La narrazione si può dividere principalmente in tre parti: la prima, in cui Piccola Tigre vaga per le distese della Taiga alla ricerca di uno scopo da perseguire; la seconda, in cui Tigre, non più un cucciolo, conosce l’uomo, e la terza, conclusiva, nella quale Tigre cerca di compiere la sua realizzazione e di dare un senso alla sua esistenza.
Si tratta di un romanzo interessante, caratterizzato tanto dalla leggerezza del genere fiabesco, quanto dall’intensità delle riflessioni sul mondo che la tigre fa durante il suo viaggio. Tuttavia, ho trovato la lettura poco scorrevole; è affascinante la capacità evocativa delle descrizioni presenti nel testo, soprattutto per quanto riguarda l’abilità nello stimolare le sfere sensoriali, ma poco a poco il tono solenne dei personaggi e del narratore si sono rivelati, a mio avviso, un po’ monotoni.
Nonostante ciò, penso che sia un testo con diverse chiavi di lettura, ricco di spunti di riflessione e di metafore interessanti per i quali vale la pena leggere La Tigre e l’Acrobata. Ѐ una storia che ci trasporta in una dimensione innocente, facendoci rendere conto del valore della semplicità.
Approfondimento
Tra le qualità del racconto La Tigre e l’Acrobata troviamo sicuramente la storia in sé, toccante e fiabesca, nei tratti e nello stile; dal ritmo piuttosto lento e riflessivo, è in grado di stimolare sfere sensoriali che immergono il lettore nei luoghi descritti, rievocandone profumi, suoni e sensazioni tattili. Il tema del racconto, inoltre, va a toccare questioni interessanti e delicate, che spaziano dall’ambientalismo e il rispetto per la natura alla filosofia.
Tuttavia, credo che lo stile scelto per La Tigre e l’Acrobata rischi di risultare eccessivamente lento e, di conseguenza, pesante. Susanna Tamaro ha cercato di combinare il genere fiabesco alla riflessione quasi profetica e trascendentale, creando una storia accessibile a bambini e adulti. I primi possono infatti apprezzarne le descrizioni, la magia degli animali parlanti, il fascino esotico della tigre; ai secondi sono invece rivolte le considerazioni sulla vita, sul rapporto tra uomo, natura e animali e sul rispetto di questo stesso rapporto.
Ma la ragione vera per cui gli uomini amavano uccidere le tigri non era questa, aveva poi continuato. La vera ragione era l’invidia. Invidia per la loro potenza, invidia per la loro regalità.
Credo però che in alcuni punti della storia la narrazione risulti un po’ pomposa e pesante. Il rischio che temo possa correre questo libro è quello di annoiare il lettore prima che questi possa coglierne la delicatezza e le sfaccettature che lo rendono affascinante, anche se fortunatamente la brevità del testo invoglia a superare l’ostacolo del “blocco del lettore”.
Susanna Brioschi