Autore: Uwe Tellkamp
Pubblicato da Bompiani - Febbraio 2012
Pagine: 1334 - Genere: Narrativa tedesca
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I grandi tascabili
ISBN: 9788845269622
📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
📗 Trovalo usato
✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
Incuranti dell’imminente caduta del Governo e della dissoluzione, lenta, ma inesorabile del Paese, gli Hoffmann, famiglia della colta borghesia di Dresda, abitano le loro ville liberty dai nomi fiabeschi, ma ormai fatiscenti. Una società, quella della Torre, di goethiana memoria, isolata culturalmente ed estranea alla politica, rispetto al regime in cui vivono, amanti bensì della musica, della letteratura, botanica e zoologia.
Vivono nell’immaginazione e hanno in comune con gli uomini e le donne realmente esistenti tanto quanto l’argilla con la scultura.
La famiglia Hofmann sta combattendo la propria guerra. Ma non quella al fronte o nelle trincee, ma bensì la loro, quella culturale. Rappresentanti di questa guerra son tre componenti della famiglia della colta borghesia tedesca: Richard, un chirurgo cinquantenne, ricattato dalla Stasi per una vecchia vicenda con un collega di ospedale e per via di una relazione extraconiugale; il figlio maggiore di Richard, Christian, adolescente timido e introverso, dall’indole intellettuale, che all’inizio del romanzo ha diciassette anni e che per ottenere un posto come studente ala facoltà di medicina si appresta a svolgere tre anni di servizio volontario nell’esercito, e lo zio materno del giovane, il redattore editoriale e zoologo di formazione Meno Rohde. Quest’ultimo ha preso le distanze dal regime nel 1968, vedendosi al contrario precludersi la sua carriera universitaria. Intorno a loro appaiono altri personaggi della società: mogli, amanti, parenti vicini, colleghi di lavoro, compagni di scuola, commilitoni di Christian, scrittori, studiosi, avvocati e rappresentanti del Regime. Tutti sono la metafora di una società frammentata e ormai prossima alla disgregazione, divisa in settori tra loro estranei e non comunicanti.
La torre è un testo ricco di informazioni, Tellkamp si prodiga nella minuziosa descrizione dell’aspetto intellettuale psicologico dei suoi personaggi. Si può percepire l’indottrinamento ideologico nelle scuole, il dissesto del sistema sanitario, la situazione dell’editoria, il pressante servizio miliare, il lavoro nelle fabbriche e infine le ovvie difficoltà quotidiane nell’approvvigionamento delle merci. Non mancano le diatribe con la burocrazia, molto spesso corrotta e i problemi ecologici, non a caso l’autore sottotitola la sua opera Storia di una moderna Atlantide.
Approfondimento
Uwe Tellkamp ci tiene per mano in tutte le 1303 pagine con le sue zelanti descrizioni di particolari e le numerose citazioni. Non tralascia precisi nomi di prodotti di consumo esistenti nella DDR, elenca nomi di trasmissioni televisive, istituzioni, eventi e celebrazioni, tutte appartenenti alla quotidianità dei cittadini di quel Paese ormai scomparso. Questa miriade di precisazioni e caratteristiche della società del tempo, possono senz’altro interessare anche un lettore occidentale, ma fino ad un certo punto. È proprio questa enormità di particolari, lunghe e precise descrizioni di situazioni e paesaggi che a lungo andare possono portare una certa delusione nello stile letterario.
Gli spunti interessanti, le idee stimolanti e le metafore suggestive però, non risaltano quanto i numerosi e a volte pedanti excursus naturalistici, ricchi di termini tecnici. Retorica ed enfasi non concedono spazio alcuno all’ironia, nemmeno tra i personaggi che purtroppo numerosi, restano scialbe e senza spiccate personalità. Il tutto è condito da alcune intelligenti invenzioni dell’autore che spaziano dal fantastico, al surreale ed infine vagamente nel fantascientifico.
Alberto Rossi