Autore: Dario Levantino
Pubblicato da Fazi - Settembre 2021
Pagine: 260 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9791259670212
ASIN: B099ZW3S4G
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La guerra si vince sognando. Quando Rosario ha diciassette anni e undici mesi, Anna lo raggiunge. Lei ha i vestiti che le stringono e la pancia gonfia d’amore. Insieme possono perdere la guerra. Ma Anna si schiera contro la famiglia pur di tenere quel bambino e sceglie Rosario. Una barca rovesciata, su una spiaggia dimenticata da tutti, diventa il loro rifugio segreto, quello in cui anche a loro due è consentito sognare.
Brancaccio è quello che è. Ma è il nostro quartiere. È una colata di cemento senza criterio. A casermoni vecchi e crepati si alternano casupole di pochi piani, diroccate e abusive. I pochi negozi non hanno insegne, fuori espongono pezzi di scatolone coi prezzi scritti a pennarello; macchine distrutte e probabilmente rubate invadono i marciapiedi su cui si affacciano balconi tutti arrugginiti… E poi esistono cose belle, a Brancaccio.
Rosario e Anna sono giovani, innamorati e figli di una realtà fatta di degrado, povertà e ignoranza. Quando lei si scopre incinta di lui e lo raggiunge a Palermo, il ragazzo – ormai divenuto uomo – promette a sé stesso di dare una vita dignitosa alla compagna e al frutto del loro amore. Ma tra i suoi sogni e la loro realizzazione c’è Totò Mandalà, boss del quartiere che, solo, può dire l’ultima parola in merito a qualunque questione.
Per ottenere una casa popolare, quindi, occorre sottostare ai ricatti del boss. Ma Rosario non ci sta, supportato nelle sue convinzioni dall’amore della giovane compagna, dall’affetto incondizionato del cane Jonathan e dall’aiuto di padre Giovanni, figura splendidamente tracciata.
Un uomo è ciò che fa, non ciò che indora con le parole. In quel momento, investito dalla luce indagatrice del rosso, mi sovvennero le parole di padre Giovanni sul bene e sul male: capire che cos’è il bene è troppo difficile, ma riconoscere il male invece si può: quando lo facciamo, proviamo dentro un senso di colpa e di vergogna.
Sfuggire alla povertà e alla miseria, trovare un lavoro e una sistemazione dignitosa – che consenta di prendersi cura come si deve anche di Maria, nata con un serio problema di salute – sfiniscono il giovane protagonista del nuovo romanzo di Dario Levantino, ma l’amore, quel sentimento così potente capace di alimentare la più fioca delle fiammelle e trasformarla in fulgida luce, guiderà ogni suo passo, fino al sacrificio finale, inatteso e degno di un vero uomo.
Capii soltanto in quei giorni una frase che mi aveva ripetuto mia madre da piccolo: un uomo tanto più sa, quanto più vale… Con quella frase mi aveva spiegato che nella vita o sei curioso o finisci per essere un mediocre; o ti lasci trascinare al largo dal sapere oppure finisci per navigare a vista.
La violenza del mio amore è un libro potente, in cui nulla viene edulcorato. La realtà viene raccontata attraverso gli occhi di Rosario e Anna, vittime innocenti di una realtà atavica in cui a comandare sono l’ignoranza, la prepotenza e l’arroganza.
Approfondimento
Con una prosa incalzante e un linguaggio realistico, Dario Levantino conduce il lettore tra le pieghe della desolazione e del dolore e racconta la perdita dell’infanzia e la prepotente forza dei sentimenti, primo tra tutti l’amore.
Io, Anna, Maria e Jonathan siamo come una testuggine, nessuno ci può separare. Siamo soldati di pace in un mondo di guerra, ma non come quelli finti in cui parla il potere. Combattiamo contro il male che ci circuisce, che ci allontana, che ci ferisce, che ci fa perdere le speranze, che ci induce a pensare che sia tutto finito, ma alla fine siamo noi i più forti. Rinasciamo sempre. Siamo una famiglia.
Una lettura dura ma necessaria, in cui la sincerità di un giovane uomo diventa strumento per raccontare le differenze di classe – concetto inconcepibile ma spesso ancora triste realtà – e farsi inno al coraggio, il coraggio di trovare il proprio posto nel mondo e nella propria famiglia.