Autore: David Grossman
Pubblicato da Mondadori - Ottobre 2019
Pagine: 228 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Scrittori italiani e stranieri
ISBN: 9788804719793
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Croazia, Goli Otok 2008: una famiglia unita in un viaggio per scoprire il passato di Vera. Nella sua vita ci sono state due grandi certezze: Miloš, il suo grande amore, e la violenza indescrivibile del gulag. Coraggio, determinazione, segreti inconfessabili e passione: tutto si racchiude in Vera, una donna che è sopravvissuta per amore.
“ Di cosa sei fatta, Vera, di ferro o di pietra?. E io, in cuor mio, ho pensato, di amore per Miloš”
È l’inverno del 1962 quando Vera e Nina, la giovane figlia dall’espressione fredda e selvaggia, arrivano in Israele lasciandosi alle spalle gli orrori vissuti in Iugoslavia. Nel nuovo paese la donna incontra Tuvia, vedovo, con il quale si sposa, entrando a far parte della numerosa famiglia Bruck: in particolare stabilisce un rapporto profondo con il figlio del marito, Rafael, adolescente consumato dalla lunga sofferenza della malattia della madre. Un dolore, quello del ragazzo, che viene mitigato dall’incontro con Nina di cui si innamora perdutamente e dalla loro unione nasce Ghili: ma Nina non può darle quell’amore materno di cui ha bisogno, e fugge. Autunno 2008, è il novantesimo compleanno di Vera e Nina si ripresenta. Ha una richiesta specifica: filmare un documentario sulla vita di Vera quando viveva ancora in Iugoslavia. Vuole risposte per colmare quelle lacune lasciatele dal periodo in cui la madre l’ha abbandonata a causa della sua deportazione. Vera, Nina, Rafael e Ghili partono per un viaggio verso il passato di Vera: dall’infanzia al primo matrimonio con Miloš, il padre di Nina, l’unico amore della sua vita per il quale ha compiuto scelte difficili e dolorose. E poi il suo inaspettato suicidio e la deportazione nel gulag Goli Otok durata tre anni. E Nina? Improvvisamente orfana di padre, avverte il rifiuto della madre, assente. La storia della sua famiglia passa sotto gli occhi di Ghili, costretta a confrontarsi anche con il suo passato doloroso.
Grossmann racconta una storia d’amore e orrore le cui ripercussioni verranno trascinate per generazioni. Sono vicende che catturano l’attenzione del lettore: c’è la leggerezza di una storia d’amore giovane e fresca che si intreccia dolorosamente con la storia del gulag in cui ogni barlume di umanità si spegne. Il racconto di Vera si svolge attraverso un’intervista alternata alla narrazione della vicenda scritta in terza persona dal narratore, dando un’idea completa e vera dell’atroce esperienza sull’isola “calva” vissuta dall’anziana protagonista. I personaggi vengono descritti dall’autore in maniera realistica. Nei tratti più salienti del racconto i dialoghi presentano dei punti di sospensione, segno di quelle verità mai svelate che tanto hanno corroso la vita dei protagonisti.
Approfondimento
Tutto questo sangue, tutta questa malvagità, tutto questo essere umani.
Il personaggio di Vera è ispirato a Eva Panić Nahir, le cui vicende nel gulag di Tito sono state raccontate in un libro e in una serie televisiva, svelando, così, gli orrori di questa realtà fino a quel momento sconosciuta.
Le protagoniste della storia sono tre donne forti di tre generazioni e mentalità diverse: Vera, forte e coraggiosa, fedele all’unico amore della sua vita, disposta a sacrificarsi e subire la deportazione. Sopravvissuta a torture, alla violenza, ai comportamenti disumani a cui ha dovuto assistere a Goli Otok. Una donna che ha amato la figlia, anche se in modo freddo e distante. Poi c’è Nina, incapace di amare a causa della mancanza di affetto nel fragile periodo dell’infanzia( “Ci sono persone […] che fingono di provare affetto. Costoro vengono definiti ‘artisti della vita’”). Per questo motivo fugge da Rafael, che le dona un amore totale e disinteressato, circondandosi invece di amanti meschini. Abbandonando la famiglia condanna la figlia, Ghili: il suo nome significa “gioisci”, trovandosi in completa antitesi con il dolore che per tutta la vita ha provato a causa dell’assenza e dalla vana attesa di una madre che non l’ha mai amata. Donne così reali nella loro fragilità eppure così forti quando devono lottare per la propria famiglia. Donne esasperate e vinte da un passato tenuto celato, da cui vogliono liberarsi per guardare finalmente al futuro senza più timori. E ritrovare, così, il valore della famiglia, restando insieme anche nei momenti più difficili.
Alessia Bellebuono