Autore: Emma Cline
Pubblicato da Einaudi - Settembre 2016
Pagine: 334 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura
Collana: Stile libero big
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Evie, un’adolescente insofferente verso i suoi genitori, verso la sua migliore amica, in attesa di qualcosa che le stravolga la vita: l’estate californiana del 1969 stravolgerà davvero la sua vita e, purtroppo non solo quel-la di Evie. Un tragico fatto realmente accaduto durante quell’estate, abilmente rivisitato in questo romanzo che ti tiene col fiato sospeso fino alla fine.
«Non appena mi cadde l’occhio sulle ragazze che attraversavano il parco, la mia attenzione restò fissa su di loro. Quella dai capelli neri con le sue accompagnatrici, la loro risata un rimprovero alla mia solitudine. Stavo aspettando che succedesse qualcosa, senza sapere cosa. E poi ecco».
Evie Boyd ha 14 anni. Vive in un ricco quartiere californiano con la madre, dopo che il padre se n’è andato con una ragazza più giovane. Vive l’insofferenza verso i genitori: verso una madre distratta dal fallimento del suo matrimonio e dai tentativi di riprendersi; verso un padre poco presente, che affida a rare e sporadiche telefonate la dimostrazione del suo interesse per la figlia. Evie sta per iniziare il college, ha un’amica del cuore, Connie, con la quale passa giornate interminabili ad aspettare che accada qualcosa: che qualcuno, un ragazzo, si accorga di lei. Un giorno incontra in un parco un gruppo di ragazze hippy, diverse da tutto quello che conosce, dalla bellezza sprezzante e disinvolta. Evie se ne innamora all’istante, di tutte loro, ma soprattutto di Suzanne, che è con evidenza la più forte, la più oscura, la più affascinante e selvatica.
La suspense funziona molto bene in Le ragazze, che ricostruisce la storia di una strage ricalcata su fatti veramente accaduti, gli sconvolgenti omicidi di Sharon Tate e amici, avvenuta a Beverly Hills nel 1969 per mano di seguaci di Charles Manson e la Cline abilmente rimette in scena i suoi personaggi in chiave romanzata: un gruppo di ragazze raccolte attorno a un guru, Russell, che ti guarda e ti dice che sei speciale. Evie si unirà alla comune, vivrà nel ranch, inseguendo il suo amore verso Suzanne, ma restando sempre a due passi da lei, nell’impaccio di chi sta cercando di dare una dimensione credibile alla propria giovinezza, fino ad accorgersi di avere assunto lei stessa la “forma di una ragazza”.
Evie, ci viene detto fin dall’inizio del romanzo, non verrà coinvolta nella strage, non verrà accusata, rimarrà nell’ombra: non vista, ancora una volta. E dovrà convivere con la consapevolezza della propria complicità profonda con quel mondo di ombre: un buio che allora pareva luminosissimo, quando lo sguardo di Suzanne illuminava ogni cosa.
La piccola Evie, la quasi-bambina sulla linea d’ombra: concentrata sull’essere vista, più che sul costruirsi; sempre pronta ad assumere le sembianze richieste, a fare cose che non sa se vuole (sesso, droghe, delinquenza) se queste assicurano amore, attenzione. La scrittura, il ritmo della narrazione e i personaggi rivelano talento, un ottimo lavoro di lima e un livello notevole di introspezione.
I protagonisti di Le ragazze non subiscono alcun processo di idealizzazione ma sono caratterizzati da una pronunciata vena realistica che ne mette in risalto la vera e a tratti sgradevole essenza. La storia è tutta costruita su un doppio binario narrativo che solo in apparenza corre in parallelo. Le vicende del presente, infatti, hanno la loro genesi nel passato, e sono raccontate in prima persona dalla protagonista, Evie, che mostra al lettore i suoi due differenti punti di vista: da una parte quello della donna matura; dall’altra, molto più presente, quello della giovane Evie, nel pieno della sua stagione adolescenziale, periodo difficile e conflittuale.
«A quell’età, il desiderio era spesso un atto di volontà. Uno sforzo tremendo per smussare gli spigoli più duri e deludenti dei ragazzi dandogli la forma di persone che potevamo amare. A distanza di anni avrei capito questo: quant’era impersonale e disorientato il nostro amore, che mandava segnali in tutto l’universo sperando di trovare qualcuno che desse accoglienza e forma ai nostri desideri.»
Emma Cline ha fatto, a mio avviso, un buon lavoro, il romanzo si legge con costante curiosità e piacere. La Cline narra i fatti secondo un ordine temporale non sequenziale ma obbedendo ai ricordi della protagonista, che anticipa al lettore, a piccole dosi, un fatto di una crudeltà brutale che, se sorbito in una sola volta, sarebbe potuto risultare troppo forte, quasi inaccettabile. Così narrando il crimine raggiunge la massima intensità drammatica.
Approfondimento
Il crimine efferato in questione produce il crollo di tutta quell’effimera impalcatura ideale degli abitanti del ranch, sottolineando a più riprese tutte le contraddizioni e le ipocrisie dei personaggi in gioco, Russell in particolare, la guida spirituale del gruppo che si rivela il peggior manipolatore delle ragazze, plagiandole a suo piacimento e rovinando le loro giovani vite. Evie, però, non è al ranch per Russel, ma solo ed esclusivamente per Suzanne, per dimostrarle di volerle bene, di esserle amica e di poter diventare come lei. Suzanne, a suo modo, ricambia l’affetto di Evie anche se, plagiata dal sesso con Russell e dall’uso di droghe pesanti, ben presto si lascia andare completamente alla deriva. Il suo ultimo spiraglio di lucidità lo regala proprio alla sua amica, lasciandola fuori da un disumano disegno criminoso, dal quale lei, invece, non riesce a tornare indietro.
Pamela Minino