Autore: Matteo Strukul
Pubblicato da Newton Compton - Ottobre 2019
Pagine: 538 - Genere: Romanzo storico
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Nuova Narrativa Newton
ISBN: 9788822733832
📗 Acquista scontato su ibs.it
📙 Amazon (spedizione gratuita)
📗 eBook su ibs.it
📙 Versione Kindle
📍 Comunicato - Booktrailer
🎬 La video recensione su Youtube
Il XV secolo vede un’Italia frantumata e dilaniata da battaglie ed intrighi. Sei città tentano, con fortuna altalenante, di far pendere l’ago della bilancia dalla loro parte. Per riuscire a mantenere il potere nelle proprie mani è però necessario essere intelligenti, spietati e pronti a tutto. Nessuna azione sarà mai ritenuta eccessivamente cinica o riprovevole se compiuta al fine di conservare o accrescere la propria influenza. Ma alla fine chi potrà dire di aver davvero vinto la partita?
Come sappiamo, nel XV secolo l’Italia non esisteva. Sarà necessario attendere l’Ottocento perché l’idea di Nazione unita si diffonda, diventando realtà. Nel Quattrocento la nostra penisola è un mosaico di piccole e grandi città. Potenze in ascesa e altre destinate ad un inevitabile sfaldamento. Il Mediterraneo gode ancora di una centralità che la scoperta di un nuovo continente, avvenuta sul finire del secolo, gli porterà via per sempre. In quel frangente però ancora nessuno immagina che al di là dell’Atlantico ci siano nuove terre da conquistare.
E dalla paura scaturiva l’odio: atavico, perché tramandato di generazione in generazione, e divorante, giacché capace di annichilire qualsiasi altro sentimento.
Ai protagonisti delle pagine di Strukul non verrebbe mai neanche in mente di pensare in un’ottica globale. I loro eserciti si scontrano in battaglie cruente e sanguinarie al fine di aggiudicarsi una manciata di chilometri o anche una sola città. Dopo anni di guerra può capitare che i confini tra gli Stati rimangano addirittura inalterati.
Ai nostri occhi sembra tutto un po’ assurdo, a tratti quasi ridicolo. Ma la realtà è molto diversa. Perché in quegli anni a contendersi il potere erano famiglie disposte a tutto. Parliamo dei Visconti di Milano, dei Medici di Firenze. Parliamo di Venezia, Roma, Ferrara e Napoli. Tra loro ci sono equilibri precari, alleanze effimere che il più piccolo sospetto può far vacillare. Sono anni di tradimenti, congiure, vendette.
Ma chi sono gli uomini e le donne che hanno condotto i giochi, i veri artefici della storia? Sono Cosimo de’ Medici, Agnese del Maino, il papa Eugenio IV, il sovrano di Napoli Alfonso il Magnanimo. Tra loro c’è anche l’ultimo Visconti: il duca Filippo Maria, costretto infine, nonostante tenti di compensare le sue menomazioni fisiche con un animo sanguinario e brutale, a concedere in sposa l’amata figlia Bianca Maria al soldato di ventura Francesco Sforza.
Tutti loro continueranno a lanciare i dadi di questa strana partita fino a quando all’orizzonte apparirà un nemico micidiale. Un nemico tanto forte da essere riuscito ad eclissare un Impero millenario. Nel 1453, Costantinopoli cade infatti nelle mani degli Ottomani. È la morte dell’Impero Romano d’Oriente. Ma non solo. È potenzialmente l’inizio della fine. Il nemico appare improvvisamente vicinissimo. Così come hanno preso Costantinopoli, i Turchi potrebbero invadere l’intera Europa. È allora tempo di mettere da parte le lotte intestine. Tempo di accantonare i rancori e fare fronte comune. Non a caso proprio l’anno successivo, nel 1454, verrà firmata la pace di Lodi grazie alla quale Venezia e Milano deporranno le armi dopo decenni di lotte. Ma sarà una pace destinata a durare o altri focolai si riaccenderanno presto, dando inizio a nuovi scontri e nuovi intrighi?
Approfondimento
Dopo aver dedicato una tetralogia alla casata de I Medici, Matteo Strukul ha deciso di allargare il suo sguardo per occuparsi della penisola nella sua interezza. Una sfida difficile e rischiosa che è stata accompagnata, come ha ammesso lo stesso autore, da una certa dose di paura. Una paura più che comprensibile data la complessità del Quattrocento italiano. Secolo affascinante ma ambiguo, ricchissimo di eventi e personalità straordinarie. Ed è forse proprio questo ad avere causato le pecche più grosse di questo libro. Riuscire a racchiudere decenni così intricati e contraddittori, volendo raccontare le vicende di sette diverse dinastie, era davvero una sfida al limite dell’impossibile. Quello che risulta dalla lettura è un quadro appena accennato. Non c’è stato modo di approfondire, scavando nel profondo.
Ci troviamo davanti uomini e donne che hanno scritto pagine fondamentali del nostro Rinascimento ma manca il tempo per soffermarsi sulle loro storie. Bisogna sempre passare oltre. Senza esitare. Perché c’è tanto da raccontare. Forse troppo. E così mentre cavalchiamo veloci insieme allo Sforza siamo già a Roma, al centro di un conclave che proclamerà Enea Silvio Piccolomini nuovo papa. Ma non ci è consentito fermarci: Venezia, Firenze, Ferrara e Napoli reclamano la nostra attenzione. E anche se noi vorremmo rallentare, capire, indugiare… non possiamo. In questo modo l’autore è riuscito a trasmetterci una grande curiosità nei confronti di un periodo così ricco e ambivalente. Forse correremo subito alla ricerca di un manuale di storia o di qualche biografia. Ma resta il fatto che dal suo libro restiamo un po’ delusi. Ci ha inondato di immagini, squarci e notizie senza darci modo di assaporarle. Ci ha servito il dolce quando ancora eravamo impegnati a gustare l’aperitivo. E, per quanto entrambi fossero squisiti, mangiati insieme risultano inevitabilmente un po’ indigesti!