Autore: Guia Soncini
Pubblicato da Marsilio - Marzo 2022
Pagine: 192 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I nodi
ISBN: 9788829714490
ASIN: B09TFSHZH3
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C'era una volta la vita privata: era il luogo in cui ti provavi vestiti e ti accoppiavi, ti lamentavi del capufficio e violavi gli arresti domiciliari, cucinavi e sanguinavi. Poi sono arrivati i telefoni con incorporato un obiettivo fotografico. «Il bello di questo secolo è che, quando pensi che il senso del pudore sia azzerato, esso ti sorprende scendendo sotto lo zero». L'esibizionismo è diventato non solo normalità, ma diritto; non solo diritto tuo a esporti, ma dovere degli altri di trovarti interessante. La nostra «presa della Bastiglia è la presa della visibilità da parte dei mediocri. L'unico eccezionalismo che tolleriamo è l'eccezionalismo di massa». Nella sua nuova indagine sulle follie contemporanee, Guia Soncini individua alcuni punti chiave di questa religione ombelicale, a cominciare dal momento in cui Chiara Ferragni ha inventato l'economia del sé e risalendo fino a Monica Lewinsky, il cui principale errore fu essere in anticipo su un tempo in cui pretendere attenzione è diritto, dovere, norma e pratica comune. Tra le ingenuità della militanza su internet e l'esibizionismo bipartisan che annulla ogni differenza anche in politica, da Calenda a Salvini, un viaggio nella livella social che rende uguali il calciatore e l'intellettuale, la influencer e la deputata, dove «la merce siamo noi, nessuno si senta escluso». Cercando una risposta alle domande che ci assillano quando siamo merce e vetrina, venditori e prodotti, illusionisti e oltranzisti della trasparenza. Certo che potremmo sottrarci al salire sul palcoscenico, ma tutti hanno una telecamera in tasca, e «se comunque finisce che mi fotografate di soppiatto voi, tanto vale pubblichi la mia vita io».
Prima dei telefoni con la telecamera – i veri responsabili di questo disastro, altro che i social – era una cosa che capitava solo a chi viveva in una casa foderata di specchi, o a chi faceva il conduttore televisivo e aveva sempre un monitor all’angolo della visuale periferica: due categorie non esattamente note per l’equilibrio psichico.
Era già così prima? È tutto cambiato? Era imprevedibile? C’era da aspettarselo? Sì, sì, sì, sì.
Fotografare e fotografarsi, per esistere, per dimostrare al mondo che viviamo: è senza dubbio questa la tesi esposta nel nuovo saggio di Guia Soncini, L’economia del sé, edito da Marsilio nel marzo 2022.
Attraverso un’accurata analisi dei cambiamenti sociali e sociologici, l’autrice ci regala un dettagliato spaccato su quelli che lei stessa definisce “ nuovi esibizionismi” e direi anche esibizionisti , che hanno stravolto la nostra società. Una repentina svolta da imputare secondo l’acuta Soncini non soltanto ai social (che pure rivestono un ruolo importantissimo in questo processo di trasformazione), ma soprattutto dal fatto che tutti possediamo un cellulare con una fotocamera in tasca che ci consente di fotografare qualsiasi cosa in qualunque momento, a differenza del passato quando le foto erano cose rare e scattate solo per eventi da ricordare. Proseguendo la lettura scopriamo che Instagram è diventato la vetrina per eccellenza attraverso cui rimodellare la propria vita accaparrandosi il maggior numero di cuoricini, così che ci immedesimiamo un po’ tutti nella tanto amata e odiata Chiara Ferragni.
Un libro da leggere tutto d’un fiato che con un misto tra l’ironico e il catastrofico ci catapulta nel mondo dei social dove l’esteriorità ha il sopravvento sull’interiorità.
L’economia del sé è un saggio crudo, schietto, a tratti ironico e pungente che attraverso l’appropriata e brillante immagine del “prosciutto” sviscera il radicale mutamento nell’economia del vendere sé stessi per colmare il vuoto interiore dato dall’ansia di esistere nella società odierna, mettendo così a nudo le fragilità umane che ci rendono schiavi dell’instagrammare la nostra vita per ottenere l’altrui consenso.
In principio era il prosciutto. L’aveva inventato Mike 1, trentun anni fa. Non sapeva che nel secolo successivo l’era della riproducibilità sarebbe diventata una condanna, e di tutto quel che aveva fatto nella vita noi avremmo voluto rivedere ossessivamente il prosciutto, nella sua prima telepromozione a tema salumi («per la prima volta mi occupo di prosciutto») del 1991, in cui educa il pubblico a non chiedere un prosciutto purchessia, «state molto attenti che sulla cotenna ci sia scritto Gran Biscotto Rovagnati. Va bene? Non dovete farvi prendere in giro».
Approfondimento
Ho amato molto questo volume di Guia Soncini, che ho letto In brevissimo tempo e che consiglio vivamente a tutti perché offre ai lettori numerosi spunti di riflessione per capire come sia cambiato il modo di essere parte integrante di una società che in qualche modo in cui si è costretti a non avere più una vita privata per essere, e restare, al passo con i tempi. Troppe volte, a mio avviso, la gente è così tanto presa dall’ansia di effettuare uno scatto per ottenere il maggior numero di like o di cuoricini che non riesce nemmeno a gustarsi la bellezza di vivere quel momento che la vita offre loro in quel frangente. L’autrice con accuratezza e dovizia di particolari pone l’accento su questo aspetto mostruoso dei social, Instagram in particolar modo.
Brillanti e acute risultano le battute sarcastiche con cui la Soncini polemizza sulla vacuità di certi atteggiamenti umani, cover per esempio sul fatto che nessuno prima dell’avvento di Instagram si era mai interessato alla fioritura delle lenticchie.
Chiara Ferragni è così così. È bella così così, spiritosa così così, ha un gusto così così. È persino ricca così così: una ricca che si fotografa davanti a trecentomila euro di borse sugli scaffali ma poi mangia il sushi dalla confezione da asporto su una tavola con bottiglie di plastica d’acqua minerale.
Ammettetelo: Tutti, almeno una volta nella vita siamo diventati la Chiara Ferragni della situazione!
Francesca Votino