
Autore: Rachel Bespaloff
Pubblicato da Einaudi - Novembre 2021
Pagine: 120 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Gli struzzi
ISBN: 9788806250140
ASIN: B09LLQMSMB

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Interrogarsi sul concetto di “istante” per Rachel Bespaloff significa soffermarsi sul presente più autentico. Non parliamo dello scorrere del tempo o di frazioni di secondo destinate a susseguirsi incessantemente. Non è il tempo misurato dagli orologi il tema di questo saggio. Al centro di queste pagine c’è un grido profondo. Il grido di chi non può più vivere senza ricercare il senso della propria vita.

La filosofia non mi sembra mai tanto utile come quando combatte la nostra presunzione e vanità: quando riconosce in buona fede la sua incertezza, la sua debolezza e la sua ignoranza.
L’istante e la libertà è l’ultimo saggio di Rachel Bespaloff, morta suicida nel 1949. Se pensiamo che le prime notizie relative a questo lavoro risalgono a una lettera scritta nel novembre del 1948, possiamo capire il valore che la sua stesura ebbe per l’autrice. Queste pagine accompagnarono la Bespaloff durante i suoi ultimi mesi di vita, quando il pensiero della morte si faceva sempre più pressante. Non stupisce quindi di non trovarsi davanti ad un’analisi fredda e asettica ma ad una ricerca guidata da un bisogno profondo, a tratti lacerante. L’autrice “guarda nei grandi maestri il dispiegarsi della domanda sul senso della propria esistenza come guardando dentro sé stessa”.
I “grandi maestri” con cui sceglie di confrontarsi sono sant’Agostino e Montaigne: il primo, con le sue Confessioni, ha fondato il pensiero occidentale, il secondo con i Saggi lo ha rinnovato. A questi si aggiunge Rousseau con le Fantasticherie del passeggiatore solitario. A questi autori la Bespaloff rivolge “la domanda che in realtà incalza da vicino lei”, la domanda che la tormenta senza concederle riposo. Il suo è un bisogno vitale, un’urgenza improcrastinabile. Non le basta fermarsi davanti ai tentennamenti di chi è arrivato prima di lei, magari accontentandosi. Non può indugiare dove gli altri hanno rinunciato. Non c’è più spazio per le incertezze. Per questo leggere questo saggio diventa “un’esperienza del limite, un arrivare a trovarsi tra filosofia e vita”. O, con un’immagine illuminante, “un arrivare sull’orlo”.
Ma perché proprio sant’Agostino e Montaigne? Perché intrattenere un dialogo con il santo, vescovo d’Ippona, e con un filosofo del XVI secolo? Perché per entrambi è l’essere umano a conferire misura e ritmo al tempo e non può esserci separazione fra il “tempo e la libertà di ogni singola esistenza”. Questo accostamento non deve farci dimenticare che si tratta comunque di due visioni diametralmente diverse. A una vocazione, quella di Agostino, celeste, si contrappone infatti quella terrena di Montaigne. Ed è proprio per quest’ultimo che “l’istante perfetto è attenzione e godimento della dimensione sensoriale e materiale del proprio essere.” La vita scorre via, a nessuno sarà mai concesso di fermare il tempo o anche solo di rallentarlo ma “l’intensità della presa di possesso della propria vita”, dà la misura del valore che conferiamo all’esistenza. È infatti nell’istante, nel singolo momento, che si manifesta la nostra possibilità di scegliere tra differenti alternative o, in altre parole, la nostra libertà.
Montaigne non abbandonò il mondo ma cercò, attraverso l’istante, di capirlo meglio “per giudicarlo o perfezionarlo”. Per questo, come ricorda la Bespaloff in chiusura del suo saggio, per quanto il filosofo francese non risponda a tutti i nostri problemi “insegna modestamente a non trasformare la vita in un inferno. Ed è già molto difficile”.
Approfondimento
Se davanti alla copertina di L’istante e la libertà leggiamo il nome della sua autrice senza riuscire a smuovere nessun ricordo o appiglio, è forse meglio fare un passo indietro e partire con alcune note biografiche. Non solo perché la vita di Rachel Bespaloff, nata in Bulgaria e poi trasferitasi prima in Svizzera e poi in Francia, per approdare infine negli Stati Uniti, è sicuramente affascinante ma soprattutto per lo stretto legame tra la sua vicenda biografica e questo lavoro.
Nella lettera citata in precedenza, inviata a Daniel Halévy il 27 novembre 1948, la Bespaloff oltre ad annunciare il progetto di quello che diventerà L’istante e la libertà, rimanda ad un “ultimo Giudizio” entro cui vorrebbe riuscire a terminare la stesura del saggio. È proprio questo laconico riferimento a preannunciare la volontà dell’autrice di porre fine alla sua esistenza.
Ma in quelle settimane, pur avendo chiaro davanti a sé il pensiero della morte, l’autrice non smise di lavorare a queste pagine. E fu proprio dedicandosi a questo progetto, a questa ricerca di significato, che riuscì a ritrovare un pizzico d’insperata calma. Purtroppo non abbastanza da tenerla legata alla vita. Il 6 aprile 1949, infatti, dopo aver ostruito con degli asciugamani le porte della cucina aprì il gas per compiere “l’estremo passo”. Dietro di lei restarono le pagine de L’istante e la libertà, come un ultimo straziante grido rivolto ad una vita che stava per lasciare.