Autore: Ken Follett
Pubblicato da Mondadori - Novembre 2021
Pagine: 732 - Genere: Azione, Narrativa
Formato disponibile: Audiolibro, Copertina Rigida, eBook
Collana: Omnibus
ISBN: 9788804742319
ASIN: B092Q4Q9KB
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✪ Le recensioni dei lettori su Goodreads
“«Cos’hai in programma, oggi?».
«Un consiglio di amministrazione. Niente di troppo gravoso. E tu?»
«Devo fare in modo che non scoppi la guerra in Nordafrica. Niente di troppo gravoso.»”L’ultimo acuto del maestro britannico si prende la scena fosca del presente.
In un mondo che il progresso tecnologico ha rimpicciolito come non mai, la minaccia incombente di un conflitto su scala planetaria ha molti fomentatori.
Operanti alla luce rispettabile del sole o intenti a cospirare al riparo da occhi discreti.
Tutti, comunque, mossi da un unico obiettivo: la fame di sopraffazione e la sete di denaro.“«Sai, tu eri l’unica persona là dentro a percepire l’entità del pericolo. Tutti gli altri lo vedevano ancora come una piccola scaramuccia locale».
Pauline annuì. Aveva ragione. Quello era il motivo per cui lei era il capo.”
Un tono narrativo claustrofobico, da apocalisse annunciata.
Un libro d’azione e di tensione, una spy story che strizza l’occhio al cinema, che pesca a piene mani nel linguaggio iconico della settima arte per restituire carrellate fulminee di sguardi e scorci meteorici di paesaggi.
Siamo nelle vaste e desolate pianure desertiche del Sahel, non lontano dalle sponde del lago Ciad: davanti al lettore sfilano terre arse dal sole, di carovane e di predoni, attraversate dalle rotte di trafficanti e mercanti di uomini, di contrabbandieri e profughi disperati; terre martoriate da scontri sanguinosi o lotte intestine di cui nessuno ricorda più le circostanze causali; terre soggiogate dall’ubiquitaria legge del più forte.
Una processione di villaggi dimenticati da Dio, fieramente popolati da donne e uomini ammutoliti dalla povertà, dove si alternano, in un gioco di dissolvenze, civiltà tra loro lontanissime, anche quando separate da una sottile striscia di polvere.
Il tema del terrorismo e dei traffici illeciti costituisce il chiaro filo conduttore della narrazione di Per niente al mondo, nel quale, d’altronde, allignano loschi intrighi e macchinazioni che dai teatri di guerra del Niger e del Ciad si snodano fino alla Cina, in una sequenza di fotogrammi impazziti che sembrano rincorrersi come altrettanti fibre di una tela che spetterà all’Autore tessere, al lettore decifrare.
Percorrerli significherà mettere in fila, cammin facendo, gli elementi salienti di un’escalation che ha dell’incoercibile, nella quale a battere i pugni sullo scacchiere planetario saranno logiche sganciate da alcuna considerazione per il destino dell’uomo e della fragile casa che lo ospita.
Un congegno infernale messo in moto dall’uomo ma cieco agli umani sogni e bisogni, lanciato in folle corsa verso il baratro della guerra totale, sui cui comandi allungano le mani personaggi sfuggenti come la sabbia del deserto, prigionieri della ristrettezza delle proprie visioni e di coordinate morali da alto medioevo.
Che scientemente decidono, ancora ed ancora, di tenere premuta la mano sul pulsante rosso dell’autodistruzione.
Un carosello sobbollente dove colossali ambizioni geopolitiche, sussurrate in un filo di voce tra le mura dei palazzi del potere dove si decide il destino di interi popoli, si saldano ad oscure mire economiche, serpeggianti all’estremo limitare del campo visivo di un’opinione pubblica distratta a morte.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.
Approfondimento
Una trama che è un calderone di innumerevoli sottotrame narrative, muoversi tra le quali, invero, non risulta del tutto agevole: il lettore dovrà armarsi di pazienza se vorrà penetrare il nocciolo narrativo di un romanzo nel quale scene di sicuro impatto emotivo si susseguono ad altre abuliche, non esenti da un eccesso di vaghezza generica e rigida stereotipia.
Ago della bussola, il fascino fiero e magnetico di figure femminili indimenticabili che si impongono sull’intorno narrativo: da Pauline, a Tamara, a Kiah, i loro ritratti s’innalzano dalla superficie del resoconto, per altro dettagliatissimo, di scontri, rappresaglie, faide, agguati.
Pauline Green è il personaggio che merita una menzione speciale: la prima donna presidente degli Stati Uniti d’America è un concentrato di passione politica ed affezione alla causa del proprio paese.
Cinquant’anni, per il terzo anno alla guida del proprio paese, una vita famigliare tutt’altro che rose e fiori, Pauline è una figura condannata a rimanere al di sopra delle righe, disposta a caricarsi sulle spalle il fardello di scelte gravide di conseguenze; un capo di stato ma prima di tutto una donna: generativa, volitiva, capace di stringere i denti e, quando serve, di affondarli nella carne dei tanti agguerriti nemici della causa americana, che vestono l’uniforme camaleontica di bande organizzate di trafficanti di uomini, dedite al traffico di droga, armi ed esseri umani.
La triade al femminile si completa con Tamara, agente segreto americano sulle orme di un pericoloso trafficante, e Kiah, giovane e avvenente donna del Ciad, disposta a tutto pur di assicurare al proprio bambino un futuro che le sponde del pur pescoso lago Ciad non possono più garantirle.
Donne tormentate, nella vita delle quali irromperà gagliardo il vento impenitente dell’Amore, in grado di scompaginare e rimescolare senza sosta equilibri e pensieri, riconsegnandoli a tutta la gravida possanza della loro umanità.
Non si era mai sentita pazza d’amore, alla disperata ricerca di intimità.
Non aveva mai provato una passione che le cambiasse la vita, tranne quella di rendere migliore il mondo.