Autore: Fëdor Sologub
Pubblicato da Fazi - Novembre 2019
Pagine: 380 - Genere: Narrativa russa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9788893255554
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Al tempo degli Zar, in una piccola cittadina della provincia russa, fra fine ‘800 e inizio ‘900, si svolgono le peripezie di Ardal’on Borisyč Peredonov, insegnante di ginnasio, nobile e ricco di fatto, ma tirchio e meschino nell’animo. Di bella presenza, “ma con la faccia ottusa e lo sguardo ebete”, sarà l’artefice di grottesche situazioni nell’affannosa ricerca dell’affermazione sociale e del conseguente arricchimento, fino ad avvelenare la sua mente come il maleficio di una strega indovina.
Spesso la menzogna è più verosimile della verità.
Il borioso insegnante di ginnasio Peredonov sta facendo di tutto per elevare il suo grado a quello di ispettore del Ministero dell’Istruzione, così da aumentare il suo patrimonio e poter ostentare uno status sociale degno dei salotti della nobiltà. Egli ha anche saputo che la Principessa si è espressa favorevolmente sulla sua promozione, a patto che lui convoli quanto prima a giuste nozze. Ardal’on Borisyč infatti non è ancora sposato, anche se convive con una cugina di terzo grado, Vàrvara, la quale è disposta a tutto per trarlo nella sua rete. Anche gli amici di Peredonov si danno da fare e in particolare Rutilov, che ha ben tre sorelle da accasare, cerca in tutti i modi di fargliene piacere una, ma agli occhi del protagonista le tre ragazze paiono solo dileggiarlo per mirare nient’altro che ai suoi soldi.
Prima che il suo Ardal’on Borisyč pensi di sposare un’altra donna, Vàrvara decide di intervenire con l’aiuto dell’amica Gruŝyna, così lo convince che lei sola è in grado di intercedere presso la principessa per fargli avere la bramata promozione. Incredibilmente un giorno Peredonov si vedrà recapitare una lettera autografa della Principessa che gli promette una raccomandazione a patto che egli sposi quanto prima Vàrvara.
Peredonov però non è ancora convinto che possa bastare, deve sicuramente mettersi in luce agli occhi del Preside, attraverso punizioni esemplari dei ginnasiali poco meritevoli, cioè quelli dei ceti inferiori, che guarda caso risultano i più monelli. Inizia così una peregrinazione del nostro insegnante presso tutti i titolati della città (il maresciallo della Nobiltà, il Governatore, il Notaio) dove egli spiega la necessità di punire gli adolescenti meno meritevoli e nel contempo proteggere la sua immagine dalle malelingue che potrebbero fargli perdere la reputazione e la promozione.
Ma fra i nobili c’è anche chi decide di non credere alle esagerazioni di Peredonov, come il notaio Gudaevskij che decide di urlargli in faccia una buona volta quello che tutti in paese stanno pensando: “Se ne va in giro per la città, raggira gli sciocchi, frusta i ragazzi, vuole guadagnarsi il diploma di specialista in scienze della flagellazione. Ma qui casca male.” Alle parole esplicite e crudeli del notaio, Peredonov reagisce cominciando a ravvisare nelle persone che lo circondano complotti, maldicenze e malefici. Eppure non si ferma. Arriva a supporre che un suo allievo particolarmente educato e aggraziato possa essere in realtà una femmina sotto mentite spoglie. Denuncia la sua ipotesi al Preside e sparge la voce in città, tanto che il ghiotto pettegolezzo arriva alle orecchie di Ljudmìla Rutilova, una delle sorelle pretendenti di Peredonov.
Il desiderio di animare le sue noiose giornate spingerà la leziosa Ljudmila a voler conoscere il povero Saša, adolescente timido alle prime armi con la scoperta della sua sessualità. Nel contempo, Peredonov, sempre più angosciato e con lo sguardo annebbiato dalle bevute di Vodka, inizierà a scorgere fra la nebbia i volti dei propri nemici trasformati in animali che malignamente si prendono gioco di lui e della sua meschina esistenza.
Peredonov, demone meschino è un libro che pare aprirci le porte di un teatro immaginario, di quelli con i sedili in legno che cigolano e i pesanti polverosi tendoni di velluto rosso. Con un’accoglienza speciale ci fa sedere, fa calare le luci e gli attori entrano in scena. Ci si sente trasportati in un’epoca lontana dove si riescono a immaginare le carrozze che si fanno strada nel fango e le galline che razzolano dietro gli steccati delle case in legno da dove personaggi ambigui come la Verŝina, tutta nera, nero il vestito, gli occhi e i capelli, ti guarda intensamente, fumando e lanciando sortilegi. Pare di vedere Vàrvara, rossa in viso, con la gonna che sfiora le assi del pavimento, bere Vodka e farsi fare le carte dalla Gruŝyna, mentre l’amico Volodin ride accanto a lei, sotto gli occhi gelosi di Ardal’on Borisyč.
Insieme a un viaggio nel tempo, è una riflessione su come il tempo cambi le cose pur mantenendo immutati i modi d’essere e di sentire. Arrivismo, spietatezza, avarizia, gelosia, mania di persecuzione, instabilità mentale, ma anche ingenuità e ogni tanto integrità morale. Non sono forse sentimenti senza tempo?
Approfondimento
Il protagonista Peredonov recita la sua parte insieme ad altri personaggi che non hanno meno importanza di lui e vanno citati perché necessari allo svolgimento della trama. Prima fra tutti la sua cugina-fidanzata Vàrvara, insieme all’amica Gruŝyna e alla Verŝina, argute fattucchiere che tramano alle spalle di Ardal’on Borisyč, rigirandoselo come un fantoccino, ma anche i principali amici Rutilov e Volodin, il quale non è chiaro fino alla fine se è davvero innamorato di Vàrvara o se è solo un altro dei tanti fanstasmi di Peredonov che minano la sua salute mentale. Metterei in secondo piano Ljudmila e Saŝa, benché rientrino fra i protagonisti di gran parte del romanzo, perché non toccano direttamente le vicende del nostro Ardaŝa. In ogni caso tutto il romanzo si snocciola e si tiene in bilico come su pericolanti palafitte fra grottesco, satirico, onirico e drammatico.
Che farci, spesso la menzogna è più verosimile della verità.
Quasi sempre.
La verità, invece, non è affatto verosimile.
Il libro conduce bene il lettore fino alla fine, pur se attraversa momenti descrittivi ridondanti e inutili che annoiano un po’, cosa da attribuirsi alla datazione dello stile. La difficoltà a mio avviso è rappresentata dai nomi dei numerosissimi personaggi citati, fra principali e minori, che in russo comprendono anche i diminutivi e i nomignoli familiari, pertanto a volte si fatica un po’ a comprendere di chi si stia realmente parlando. Comunque un romanzo che mi sento di consigliare a chi ama la letteratura straniera classica .
Francesca Balacco