Autore: Ivy Compton-Burnett
Pubblicato da Fazi - Marzo 2019
Pagine: 260 - Genere: Classici
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
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Ambientato in un’epoca imprecisata dei primi anni del ‘900, in una non ben definita cittadina inglese, il romanzo narra le vicende di un gruppo di insegnanti di una scuola femminile. In realtà più che le vicende, al centro della storia ci sono i dialoghi dei personaggi che, in un perfetto humor inglese, ironico fino quasi all’esasperazione, si confrontano sulle loro vite e sui loro sentimenti.
La storia di Più donne che uomini si dipana attorno alla direttrice della scuola, la signora Josephine Napier, sempre indaffarata tra tante donne: le insegnanti, tra cui la signorina Luke e la signorina Rosetti, le nuove assunte, la sua amica Elizabeth con sua figlia. A occupare le sue giornate ci sono anche gli uomini della sua vita: suo marito, il nipote Gabriel figlio di suo fratello, suo fratello Jonathan e il suo amico Felix. Tutti i rapporti vengono descritti in maniera approfondita, senza però rivelarne i veri contorni; i personaggi parlano tanto dei propri stati d’animo, senza però esprimerli appieno.
I vari comportamenti vengono descritti sempre in maniera affettata: la direttrice vuole alleggerire il lavoro delle insegnanti che lavorano troppo, loro invece non si lamentano, ma anzi vogliono lavorare di più, perchè la direttrice è veramente troppo buona, ma lei insiste nel voler prendere una supplente per aiutarle! La signora Napier si dimostra buona e magnanima aiutando la figlia della sua amica, che a sua volta si presenta in maniera esageratamente gentile.
Il romanzo è colmo di cose dette, senza dire nulla.
«La vostra gentilezza è così ansiosa di manifestarsi» disse Josephine, quasi ridendo di se stessa, «che la privilegiata, temo, sono io. Anche se nessuno potrà farmene una colpa, non avrete il riconoscimento che vi spetta. Non potrete averlo, temo. Neppure adesso, saprò esprimervi la gratitudine che meritate. Vorrete essere così indulgenti, verso questa mancanza che non posso impedirmi?»«Il grosso del lavoro ricade sulle vostre spalle, signora Napier»
È tutto spiegato senza però essere approfondito, avvengono matrimoni e funerali con una compostezza e pacatezza di sentimenti quasi disarmante. A un certo punto si sente quasi il bisogno di qualcuno che urli a tutti i personaggi quanto sia finta la patina di educazione di cui si sono circondati.
Ma ciò non avviene, e il lettore viene immerso tra tutti quei legami che risultano anche molto ambigui, considerando soprattutto l’epoca, come quello di Jonathan con il suo giovane amico/coinquilino Felix, o quello tra le insegnanti o tra la direttrice e la signorina Rosetti.
In questo romanzo sono le donne a lavorare e a mantenere gli uomini, in quanto questi non sempre ritengono il lavoro qualcosa di dignitoso “personalmente trovo che qualsiasi lavoro sia insolito, per un gentiluomo”; ma non è da ritenersi un romanzo femminista, perché le donne rimangono in qualche modo sempre assoggettate agli uomini, non se ne privano e anzi li cercano “non mi resta che tornare all’altro mio mondo, quello degli uomini. Quale dei due (uomini) avrà più bisogno di me? E a quale sarò più debitrice? Ecco la vera domanda”. Si parla più di donne che di uomini che però hanno bisogno di donne che a loro volta cercano gli uomini.
Approfondimento
Il termine adatto per descrivere lo stile di questo libro è affettato. L’autrice, volutamente, ci presenta dei personaggi vanitosi e pieni di sé che però si descrivono come modesti e colmi di virtù, non solo con sé stessi, ma anche gli uni con gli altri. È tutto un farsi i complimenti per i propri atteggiamenti e per le proprie decisioni in un modo che all’inizio risulta divertente, perché chiaramente enfatizzato, ma che alla fine può sembrare un po’ stucchevole: non c’è nulla di spontaneo e veramente sentito.
Ogni comportamento nasconde in realtà un altro intento, è tutto molto studiato per dire una cosa quando se ne pensa un’altra.
Ivy Compton-Burnett con il suo tono pungente, ironico e appunto affettato, riesce a mantenere l’interesse del lettore che pagina dopo pagina, vuole capire fin dove si spingeranno i protagonisti e dietro quale maschera si nasconde la verità.
Amelia Sara Macca