![Recensione di Puntazza di Simone Innocenti Recensione di Puntazza di Simone Innocenti](http://www.leggereacolori.com/wp-content/uploads/2017/03/Puntazza.jpeg)
Autore: Simone Innocenti
Pubblicato da L'Erudita - Maggio 2016
Pagine: 102 - Genere: Racconti
Formato disponibile: Brossura
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Otto scorci di vita: un uomo violento diventato tale per legittima difesa, un arredatore omosessuale e il suo amore profondo, una donna abituata ad avere tutto ciò che vuole, un sordo per amore, un appassionato di tirwatching, trafficanti di animali e tanti altri personaggi assurdamente comuni.
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Puntazza è un luogo immaginario, un posto come un altro, un giardino di un luogo di provincia, è una strada del centro o un paesino sperduto. Puntazza è essenzialmente i suoi abitanti: personaggi assolutamente comuni, che potresti incontrare ovunque, tutti però colti nel punto di inciampo, nel passo fatale, nel momento del crollo, diverso per ciascuno, perché ognuno racconta una sua storia.
Le anime che popolano Puntazza vivono una realtà scomoda, ingombrante, insoddisfacente, spesso più che viverla la subiscono, ci si adattano. O meglio, a Puntazza ci si rassegna alla realtà.
La vita è il primo nemico del quale bisogna anticiparne le mosse
La vita te la devi inculare perché se aspetti che smetta di incularti non hai capito proprio nulla. O no?
Gli otto racconti di Puntazza dipingono uno spaccato della varia umanità, un’analisi della società contemporanea in piena crisi di coscienza e di valori. Il tema centrale e di legame tra i vari racconti è l’assenza, intesa inizialmente come morte, ma poi anche come privazione di ciò che avevamo e che ci è stato negato, oppure come mancata possibilità di un futuro, come ritorno e sconvolgimento del passato.
Le vicende raccontate si tingono di colori forti, di gesti estremi, violenti, gelosie incontrollabili, amori traditi e incompresi, tradimenti, sogni nascosti, lavori sporchi.
Approfondimento
Per quanto in tutti i racconti di Puntazza ci sia una predominanza di emarginati, disgraziati, disperati, non è da temere un tono cupe o lugubre; la scrittura di Simone Innocenti è ironica, variegata, comune, usa sguardi divertiti, parole a volte anche forti e toni cattivi, perché è così la gente di Puntazza e non la puoi descrivere altrimenti se non con le loro stesse parole.
I racconti di Puntazza ruotano tutti attorno a persone alle quali manca qualche cosa. Passato e provincia sono due parole chiave di tutto il libro; a Puntazza si vive con il fiato sospeso, con l’affanno, alla ricerca di un meglio che deve ancora arrivare, e che probabilmente non arriverà.
Di tutti i racconti che Simone Innocenti presenta, uno in particolar modo mi ha affascinato ed è La vita non è strana: una storia apparentemente leggera e semplice, un uomo e una donna che si incontrano per caso in un supermercato e poco dopo finiscono a letto, un banale flirt estivo che si trasforma in innamoramento, ma che sul finale è ancora una volta modificato, sconvolto dalla penna di Innocenti e dalla sua capacità di spiazzare il lettore.
Tanta carne al fuoco in questo esordio letterario dell’autore: sicuramente un modo di vedere la vita, di esorcizzarne alcuni aspetti, il tutto inevitabilmente influenzato dalla sua professione di giornalista e condito da un ottimo stile di scrittura.
Anna Chiara Stellato