Autore: Jennifer Johnston
Pubblicato da Fazi - Aprile 2020
Pagine: 198 - Genere: Narrativa
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9788893257367
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Il romanzo racconta la storia di due giovanissimi Irlandesi legati da una forte amicizia nonostante la diversa classe socia-le. Anche una volta arruolati nella Prima Guerra Mondiale e mandati al fronte manterranno la propria indole e i propri valori, fino alla decisione estrema.
Non mi tornerà mai in mente ciò che stavo cercando di leggere quella sera. Ho paura di scoprire che ciò che mi restò nella mente fu solo ciò che lo fece gridare. Ho paura di dovermelo ricordare per tutta la vita. Ho paura di dovermi ridurre a quello e nient’altro.
In “Quanto manca per Babilonia?” siamo in Irlanda nei primi del ‘900 e facciamo la conoscenza di Alec, rampollo di una buona famiglia protestante, e di Jerry, popolano cattolico. Come è facile immaginare l’amicizia tra i due viene presto contrastata dalla famiglia di Alec, e i due ragazzi sembrano prendere strade molto diverse. Sarà la Prima Guerra Mondiale a riunirli mandando entrambi al fronte nelle Fiandre. Spesso si dice che la guerra, e soprattutto la guerra di trincea, elimina le differenze tra le persone, ma in questo caso invece i due ragazzi portano con sé il proprio fardello sociale e caratteriale. Alec, di famiglia borghese, diventerà subito sottufficiale nonostante non abbia alcuna predisposizione né per la guerra né per il comando, mentre Jerry, il popolano, rimarrà un soldato semplice indisciplinato e in odore di rivoluzione agli occhi degli ufficiali, che impediranno l’amicizia tra i due.
Attraverso i loro sguardi, e attraverso la narrazione in prima persona di Alec, viviamo la vita di trincea, con tutte le paure e le frustrazioni di due giovani completamente impreparati, fino al culmine dell’ingenuità che porterà entrambi a compiere atti da un lato sciocchi ma dall’altro assolutamente puri, spontanei e giusti, se per giustizia si intende restare fedeli ai propri valori e non solo coerenti alle regole della società.
Mi hanno lasciato i miei taccuini, carta, penna e inchiostro perché sono un ufficiale e un gentiluomo. Così scrivo e aspetto. Non difendo nessuna causa e non amo nessuna persona in vita. Il fatto di non avere un futuro se non le poche ore che ho da contare davanti a me, sembra non disturbarmi granché.
Approfondimento
Nessuno dei due ragazzi sembra avere particolari doti, nessuno dei due brilla, e neanche gli altri personaggi del libro ci mostrano caratteristiche particolarmente interessanti. Tutto sembra permeato dalla mediocrità tranne due aspetti: la crudezza della guerra e l’ingenuità dell’atto finale e distruttivo dei due protagonisti. La storia sembra volerci mostrare qualcosa che va oltre l’antieroe e descrive piuttosto quella banalità che non viene mai mostrata nei romanzi o nei film, ma che in realtà è quello che ognuno di noi conosce meglio della vita: solo pochi sono eroi, tutti gli altri sono semplicemente normali, anche in guerra e anche di fronte alla morte.
Maria Beatrice Böhm