Autore: Sarah Lotz
Pubblicato da Nord - Giugno 2016
Pagine: 379 - Genere: Thriller
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Narrativa Nord
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Una crociera di quattro giorni si trasformerà in un inferno quando, a causa di un guasto ai motori, la nave rimarrà bloccata in mezzo all’Oceano. Due signore anziane, uno steward, un marito infedele e un ex poliziotto ora addetto alla sicurezza dovranno fare i conti con i loro più oscuri segreti.
Quasi tremila persone, tra passeggeri ed equipaggio, sono a bordo della Beautiful Dreamer per una crociera nel mar dei Caraibi. Il quarto giorno però, la notte di Capodanno, a sole otto ore dall’arrivo in porto a Miami, i motori si spengono a causa di un incendio e la nave si blocca in mezzo all’oceano. Inizia così a diffondersi il panico, causato da un’epidemia di Norovirus che colpisce molte delle persone e dal fatto che molti iniziano a vedere strane cose: uomini di colore che cantano canzoncine, donne in bianco vestite in stile anni ‘20, bambini scalzi in una crociera per soli adulti…
Il morale dell’equipaggio è sempre più provato, tant’è che molti decidono di abbandonare la nave. Solo Celine del Ray, una passeggera medium, riesce a far mantenere la calma a un paio di centinaia di persone, ma il tempo passa e dei soccorsi nessuna traccia.
«Salve, gente. È Damien che vi parla, il vostro direttore di crociera. Solo per informarvi che abbiamo avuto un problema con l’impianto elettrico. Niente per cui allarmarsi. Per la vostra sicurezza, vi preghiamo di voler cortesemente rientrare nelle vostre cabine e attendere ulteriori istruzioni, grazie. Ribadisco, non c’è niente di cui preoccuparsi. Vi aggiorneremo al più presto».
Pur usando, Sara Lotz, un messaggio molto stereotipato che ritroviamo in qualsiasi film o libro in cui accade qualche disgrazia su un mezzo di trasporto, non si può proprio che non faccia il suo effetto, dando al lettore quel leggero senso di angoscia che lo accompagnerà fino alla fine del libro, facendogli assaporare al meglio le atmosfere misteriose.
Era disteso su un fianco, assolutamente immobile, un braccio disteso. Brandelli di pelle gli penzolavano dall’avambraccio come un pizzo osceno, scoprendo un tratto di tessuto sieroso, giallo e rosso. Come se avesse avvertito i suoi occhi addosso, l’uomo spostò la testa e la fissò dritta in faccia. Lei gli restituì uno sguardo compassionevole, ma lui non reagì. Aveva l’espressione vacua […]
Come le descrizioni degli ambienti e dei personaggi, anche quelle inerenti agli eventi di Quattro giorni dopo vengono fatte fin nei minimi particolari. A volte forse sembrano anche troppo dettagliate, ma servono per dare maggiore impatto al lettore, il quale, nonostante la narrazione in terza persona a volte impersonale, ha la sensazione di vivere tutto in prima persona, come se, oltre a essere in prima fila ad assistere, venisse anche chiamato a partecipare.
Con le dita che gli tremavano, Devi fece tornare indietro il filmato e si fece forza prima di riavviarlo. Quello che aveva visto – o credeva di avere visto – era impossibile. Invece rieccolo: una mano, il palmo di una mano, che copriva l’obiettivo della videocamera.
Il ritmo narrativo di Quattro giorni dopo segue bene gli avvenimenti in un continuo aumentare di suspense, mistero e colpi di scena che imprigionano il lettore in una gabbia mentale talmente forte con tachicardia così forte che gli impedisce di fermare la lettura, perché deve assolutamente scoprire cosa succede dopo. La narrazione è impostata a opera d’arte per svelare giusto l’indispensabile, senza mai allargarsi troppo, ma dando sempre quella parola in più che lascia tutto in sospeso.
Approfondimento
Quattro giorni dopo è un romanzo che, come il precedente della Lotz, Il segno, sa come rapire il lettore, coinvolgendolo in un’atmosfera di paura e mistero, circondato da un continuo nascere di domande e lasciato con pochissime risposte, o almeno risposte che la mente lucida può definire sensate, perché alla fine del romanzo non otterremo nessuna risposta che una mente normale possa definire tale, ma solo altri misteri.