
Autore: Suketu Mehta
Pubblicato da Einaudi - Giugno 2021
Pagine: 248 - Genere: Attualità / Reportage, Saggi
Formato disponibile: Copertina Rigida, eBook
Collana: Frontiere Einaudi
ISBN: 9788806247409
ASIN: B096W4CYVD

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Un saggio lucido e prezioso sulla necessità non solo morale ma anche economica e sociale dell'accoglienza ai migranti. Tramite storie personali e dati alla mano, si pone in difesa delle immigrazioni e ne studia l’origine delle cause e la portata delle conseguenze storiche, economiche e culturali.

Ci avete preso tutta la nostra ricchezza, i nostri diamanti. Adesso siamo venuti a riprendercela.
Siamo qui, stava dicendo mio nonno, perché voi eravate lì.
Questa terra è la nostra terra è un libro ricco, sotto molteplici punti di vista. In un’epoca contemporanea da cui emergono urla prepotenti di asserzioni populiste, spesso e volentieri impegnate alla ricerca di un capro espiatorio sempre diverso, sempre più “lontano” da un pubblico che si ritrova, paradossalmente, sempre più eterogeneo, questo saggio tenta di mostrare i fatti più evidenti e attuali a favore dell’immigrazione. Di più, l’autore Suketu Mehta si pone come difensore della figura del migrante, senza tralasciare nulla. Ogni pretesto è utile a discutere una sfaccettatura diversa di questo comportamento dell’uomo, niente affatto di recente origine: dalle cause storiche fino ai problemi portati dal cambiamento climatico, dalle implicazioni economiche alle contrapposizioni culturali.
Il saggio si spinge ancora oltre. Dimostra – attraverso racconti di storie di vita, dati verificati e ricerche accreditate – i vantaggi effettivi che l’immigrazione porterebbe proprio agli stessi paesi di destinazione, che tanto caparbiamente tentano di contrastarla. L’analisi è così sincera, priva dell’accanimento politico volto al “voler convincere”, e intrisa invece di una profonda chiarezza di visione, che si rimane spiazzati, volenterosi di prendere parte ad un futuro più inclusivo e vivo. Un futuro nostro.
Approfondimento
All’interno dello studio vengono presentati molteplici esempi che coinvolgono l’intero panorama globale; più estesi gli accenni agli Stati Uniti, di cui Suketu Mehta si sente cittadino pur senza abbandonare le proprie origini indiane. Ne consegue un saggio che definirei necessario, o quantomeno determinante, in un’epoca contemporanea piena di paure inconsistenti e rivendicazione di diritti che minano perlopiù ad escludere e tenere lontano l’altro, senza però possedere alla base motivazioni concretamente solide e, soprattutto, ingiuste.
Ciò che rimane al termine della lettura è una consistente serie di dubbi a cui sarà difficile trovare in tempi brevi una risposta soddisfacente. L’insieme di fatti e realtà presentate contrastano con l’intera narrazione tuttora in atto dalla maggioranza dei governi occidentali sulle migrazioni, e indirizzano alla formazione di un pensiero personale, che sia sostenuto dai valori propri. Ciò che rende prezioso il contributo letterario di questo Manifesto, risiede nella possibilità di riconoscere prima di tutto sé stessi: questo rappresenta il primo passo per la costruzione di idee libere e, quindi, di una realtà libera.
Se volete far crescere l’economia, fate arrivare più immigrati, e legalizzate coloro che sono già arrivati.
Se si vuole rendere il Paese più sicuro, occorre far entrare più immigrati: legalmente o con altri mezzi.
Se volete che la cultura sia vitale, accogliete più immigrati.
Questa terra è la vostra terra, questa terra è la nostra terra, appartiene a voi e appartiene a me.
Matteo Longoni