Autore: Gian Arturo Ferrari
Pubblicato da Feltrinelli - Febbraio 2020
Pagine: 320 - Genere: Narrativa Contemporanea
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I narratori
ISBN: 9788807033766
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“Sembrava che quello normale fosse solo uno dei modi di vedere le cose, ma che se ne potessero trovare molti altri”.
Ninni è il protagonista, ma egli è anche Piero, in realtà Pieraugusto, tutto dipende dal punto di vista. In questo romanzo viene ripercorsa la vita del protagonista, dall’infanzia sino a quello che può definirsi il preludio dell’età adulta. Ninni è il bambino diviso tra la mamma, il babbo e la nonna, Zanegrate e Querciano. Ninni è il ragazzino che si trasferisce a Milano, che viaggia in tram leggendo di nascosto l’”intrepido”. Piero è l’adolescente alla scoperta delle prime pulsioni e di un posto nel mondo che possa sentire suo.
Pietro e i suoi compagni erano i figli della guerra, i più figli della guerra di tutti i figli della guerra. Concepiti e nati negli anni più bui, quando tutto sembrava congiurare contro quell’apertura al futuro che ogni nascita rappresenta.
La vita di Ninni, all’anagrafe Pieraugusto, che lo porta in una Grecia in travaglio, nel senso tecnico del termine, coincide con gli anni più significativi di quella di una nazione uscita dalla Seconda guerra mondiale, contrassegnati da fervori politici, possibilità di riscatto sociale e l’avvento di meraviglie tecnologiche in grado liberare l’uomo imbrigliandolo.
Si scopriva adesso che in verità la chiave del futuro erano le prese della corrente. Il nuovo mondo era elettrico.
Gian Arturo Ferrari suona le note della sua composizione con un tocco nostalgico, non nascondendo il rimpianto per le cose che inevitabilmente finiscono, che non saranno più come prima.
Quel che Ninni non sapeva …. era cosa la nonna pensava…. Che ormai era finita, il suo mondo, quello in cui si mungeva a mano, tra breve non ci sarebbe stato più.
La musica è piacevole, scorre via liscia, forse un po’ troppo. In quello che a mio avviso, nelle intenzioni, dovrebbe essere un romanzo di stampo neorealista, il ritmo cadenzato e costante tende ad appiattire un po’ la melodia, facendolo assomigliare, a volte, più a un resoconto storico sociale.
Si crea una buona empatia con il protagonista, se ne comprendono le perplessità, i desideri, le necessità, e si arriva a sperare per lui. Sperare che trovi quell’angolo di mondo in cui possa sentirsi come vorremmo sentirci tutti, a proprio agio.
Approfondimento
Lo spunto interessante è che il cambio di prospettiva è molteplice. Cambia il modo di vedere di Ninni e cambia la società intorno a lui. L’autore rende bene un concetto, che da bianco e nero il mondo è piano piano diventato di infinite gradazioni di grigio. I colori sono conquiste personali, di Ninni, sono i libri, i grandi autori, il primo bacio, un fugace attimo destinato a rimanere in eterno nonostante i capricci di un Dio.
Quelli Apollo non ce li può togliere.
Ninni bambino sa che esiste il Vaticano e la siberia, chi era fascista, e adesso non si sa dove sia finito, e chi non lo è mai stato. Piero, invece, si scontra con l’ambiguità di movimenti politici, e non solo, che sfruttano le situazioni per ottenere consenso. Illuminante a mio avviso, il dialogo con il
Ragazzo tranquillo…, sempre presente alle occasioni di vita pubblica del liceo, ma senza partecipare, mai, in prima persona.
Quello che traspare, di per sé già un buon motivo per leggere il libro, è l’amore incondizionato per la cultura, per l’arte, per quelle cose inutili fatte per chi non sa far nulla di pratico, e il distacco sempre più profondo verso un padre che avrebbe voluto un figlio in grado di montare il meccano in quattro e quattr’otto.
Illuminante la riflessione di fondo su un progresso che nato per facilitare la vita degli uomini la rende più frenetica e complicata, ma al quale bisogna adattarsi per non scomparire.
Ragazzo italiano è una cronaca fedele e ricca di riflessioni interessanti, che però a volte sembra più assomigliare a un meccano che non a un affresco.
Senza tanti giri di parole Gian Arturo Ferrari presenta il suo Ninni e la costellazione di personaggi che vi ruotano attorno, personaggi che comunque penso valga la pena conoscere.
Lui, Piero, era un’altra cosa, questo l’aveva ormai capito. Ma quale, di preciso?
Cristiano Dall’Asta