Autore: Giovanni Allevi
Pubblicato da Solferino - Agosto 2020
Pagine: 240 - Genere: Non fiction
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Tracce
ISBN: 9788828202806
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La paura del cambiamento.
Cosa può fare un artista che vive di musica e pianoforte, quando si trova davanti a blocchi psicologici, dita tre-manti e crisi d’ansia? Questa è la storia di una mente tormentata da una perfezione maniacale, intrappolata in una dimensione irreale che cerca di ritrovare la strada verso il proprio io.
La sua ansia è quella dell’innovazione, il fardello di chi decide di infrangere gli schemi e si sente esposto, privo di appoggi. Ma proprio dalla vulnerabilità e dall’imperfezione scaturisce il gesto artistico: uno slancio di compensazione, di superamento della nostra condizione di mortalità.
Giovanni Allevi in questo libro è intenzionato a raccontare quelle che sono le sue fragilità vissute a partire dal concerto tenuto a Tokyo, ricordando dita tremolanti ed una performance non del tutto alla sua altezza.
Poco dopo il suddetto concerto, ha dovuto interrompere il tour a causa dell’ormai conosciuto COVID19.
È proprio in questo periodo di isolamento forzato, che inizia il suo viaggio per scavare a fondo e riflettere sui motivi che lo portano ad essere un fascio di nervi ansioso, da dove nascano i suoi timori, la sua insonnia e la voglia di solitudine.
Allevi lamenta che spesso manca la follia in questo mondo diventato ormai troppo conformista, ma allo stesso tempo descrive una serie di routine sistematiche che ripercorre ogni giorno, quasi meccanicamente.
Analizza come i più grandi del passato, Beethoven o Mozart, fossero assolutamente anticonvenzionali per i tempi che correvano e che spesso e volentieri essere in anticipo è il problema dell’innovatore.
Deve trovare un modo per riuscire a ripartire da zero, partire da sé stesso e ci riesce creando una sorta di alter ego, durante una delle sue corse mattutine, imbattendosi in una pianta che sembra richiamare la sua attenzione.
È da qui che inizia il lungo viaggio interiore, fatto di dialoghi indirizzati a quella che è una delle sue personalità, reincarnate nella piantina che continua ad accudire giornalmente.
Rompere le regole, aprire nuove strade, non può avvenire senza incontrare opposizione.
Approfondimento
La parte interessante di questo libro, è proprio la descrizione della persona di Allevi. Vive di musica, qualsiasi cosa per lui si trasforma in melodia, dalla semplice corsa al suono della voce di una persona.
Emergono fin da subito le classiche caratteristiche da artista tormentato, non si è mai piaciuto, si è sempre ritenuto invisibile agli occhi del mondo, fatica a rapportarsi, soffre d’insonnia ed ha delle routine maniacali.
Non comprende come possa essere divenuto una star, fa trasparire la sofferenza nelle opposizioni che per forza di cose, la sua carriera ha incontrato, ma allo stesso tempo sembra pensare di essere meritevole della sua fama. Descrive spesso una società troppo conformista, che si basa solo sull’approvazione a larga scala, citando per esempio come i like dei social network muova un numero importante di individui denotando ancora una volta il suo disagio nel non venire completamente accettato.
Parla di follia, innovazione, vera Musica con la M maiuscola ma sembra quasi un autoconvincimento, non riuscendo ad accettare forse le critiche ricevute, rimarcando il suo ruolo di innovatore forse troppo avanti con i tempi.
Il libro in sé è molto scorrevole, si legge tutto d’un fiato e penso che i suoi pensieri possano essere interpretati in vari modi. Sicuramente una lettura particolare, che invoglia anche a scoprire qualcosa in più sulla musica classica, mentre lo leggevo infatti, incuriosita, ho cercato ed ascoltato alcuni dei brani descritti per comprendere il più possibile le sue parole ed il suo stato d’animo.
In conclusione, come lui stesso scrive, dovrebbe avere più fiducia in chi ascolta la sua musica collegando le sue dita al cuore e trasmettendo la sua vera ed inconfondibile passione.
Crede di essere l’unico a vivere nel tormento? Tutti camminano sospesi sopra l’inferno. Il difficile è mantenere lo sguardo dritto sui fiori.
Michela Pavanello