Autore: Luiz Eduardo Soares
Pubblicato da Feltrinelli - Luglio 2016
Pagine: 229 - Genere: Saggi
Formato disponibile: Brossura
Collana: Varia
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Una Rio de Janeiro sconosciuta ai più che rimane nascosta dall’idea idilliaca e scintillante che molto spesso ci si fa di questa città, senza riuscire ad andare oltre allo stereotipo. Una narrazione di denuncia per riuscire a guardare al di là del luccichio dei vestiti del carnevale carioca.
Rio de Janeiro è un cliché globale sotto scacco. La città si è ribellata al proprio ritratto. Il Dorian Gray urbano deve vedere la sua immaginefeticcio degradata per liberarsi dall’incantesimo e vivere, facendosi carico dei rischi e delle nuove opportunità.
Quando si pensa al Brasile e a Rio la prima cosa che probabilmente viene in mente sono le ballerine di Samba, il carnevale e il calcio, ma sicuramente questa è una visione molto riduttiva della città, esiste infatti un altro volto, l’altra Rio quella della vita vera, quella di tutti i giorni certamente meno allegra e spensierata. Dietro alla patina edulcorata dell’idea di Rio che ci siamo creati, Soares ci presenta una città diversa, libera dagli stereotipi. Cliché che non sono amati neanche dagli stessi brasiliani che si vedono bloccati agli occhi del mondo in una sola immagine che non permette di mostrare i molti volti di questa città.
Luiz Eduardo Soares ci racconta così l’altra faccia della medaglia presentandoci il ritratto di una città permeata da razzismo, corruzione, abbandono, vita vergognosa nelle favelas. Temi che fanno da filo conduttore alle varie testimonianze narrate in Rio de Janeiro. La furia e la danza. Così troviamo la storia dello stesso autore che ha vissuto in prima persona dall’interno il degrado presente nell’amministrazione del suo paese, storie di narcotrafficanti, di poliziotti traviati, ma anche di chi è vittima di questo sistema ed ha cercato di risollevarsi, di chi ha sofferto la tortura ma non ha ceduto.
Tuttavia chi può negare che ogni cliché abbia la sua parte di verità?
Raccontando episodi diversi, tematizzando aspetti distinti della vita sociale carioca, ciascun capitolo apre una finestra su Rio de Janeiro. Tuttavia, il nucleo persistente traspare nel paesaggio e riappare da ogni finestra: le disuguaglianze, il razzismo, il degrado della politica, la violenza di stato e l’odio che si riversa sulla città, mutando il suo spirito e mettendo a rischio la sua bellezza esuberante e la danza infinita
Rio de Janeiro La furia e la danza. La furia e la danza non possono che rappresentare in maniera esauriente i due poli in cui è scissa la città, raffigurano benissimo ciò che accade a Rio. È una città che convive con le sue due facce.
Approfondimento
La città che ci appare è quindi completamente diversa da come ce la siamo sempre raffigurata e questo può leggermente turbarci, ma Soares non si fa certo problemi a raccontare le cose come stanno in tutta la loro crudezza. Lo scorcio che si apre sulla citta di Rio è quello di una città ferita, ma che nonostante tutto non molla. Luiz Soares cerca di presentarci infatti allo stesso tempo una Rio de Janeiro speranzosa che si mobilità nelle piazze, un bagliore di speranza di chi non si arrende alla corruzione che cerca di lottare a costo della vita, che cerca di cambiare anche se, come dice lo stesso autore, per ora questo non è abbastanza. Il cambiamento per Soares deve avvenire contemporaneamente dall’alto, dalle istituzioni perché senza la loro trasformazione, il loro contributo a delineare una direzione condivisa nella quale andare, il problema rimane.
Il libro è composto da nove storie e per tenere incollati al libro basta davvero poco: è lo stesso argomento a renderlo interessante, è la curiosità, il non volersi fermare alle apparenze, che spinge a leggere le storie tutto d’un fiato. Mi sento di consigliare il libro a chi vuole andare oltre la superficie e dare uno sguardo diverso a questa città bella quanto difficile.
Maria Chiara