Autore: Daisy Johnson
Pubblicato da Fazi - Luglio 2021
Pagine: 200 - Genere: Thriller psicologico
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: Le strade
ISBN: 9788893257732
ASIN: B097YQZ7X7
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Due sorelle e dieci mesi di differenza. Due sorelle che sembrano essere quasi gemelle per quanto vivono in simbiosi l’una dell’altra. Due sorelle che non si assomigliano per nulla: Luglio ha i tratti della madre, Settembre è identica al padre morto.
“Se il cervello è una casa con tante stanze, io vivo nello scantinato. […]
Se il cervello è una casa con tante stanze, in ognuna ci abita Settembre.”
Luglio, Settembre e la madre lasciano Oxford e arrivano alla Casa dell’Accoglienza, una casa abbandonata in riva al mare, dove Settembre è nata, dove la madre e il padre hanno vissuto. Non è un viaggio di piacere, non è una vacanza, ci sono lacrime negli occhi della madre e il racconto di Luglio (gran parte della narrazione è in prima persona, è dietro, o dentro, a Luglio) parla di un qualcosa che è successo. Qualcosa che le ha fatte partire da Oxford, lasciare la scuola. Qualcosa che è successo ai campi da tennis.
Non saremmo dovuto partire se non aveste fatto quello che avete fatto. E intende dire, ovviamente, se non fossimo venute al mondo. Se non fossimo mai nate.
Le due adolescenti si ritrovano a vivere nella noia di giorni che si ripetono, inventandosi giochi o ripetendo quei giochi che hanno sempre fatto: quel nascondino per il quale sono già troppo adulte o quel Settembre dice dove Settembre ordina e Luglio obbedisce, dove l’asticella ogni volta viene spostata un pochino più in là. Oltre.
E si ritrovano a vivere sole, con una madre la maggior parte del tempo assente, in una casa che pare prendere vita, respirare, osservare.
La casa cerca di guardare giù in spiaggia dove Settembre e Luglio sono immerse nel mare fino alla vita, col viso illuminato dal fuoco.
Ed è una casa degna dei migliori racconti di Shirley Jackson quella che le due ragazze abitano. Una casa dove la realtà pare essere incubo, dove piano piano Luglio sentirà la sorella cambiare, senza capire cosa sta succedendo veramente.
Le due sorelle raccontate da Daisy Johnson, le immagini come ragazze di altri tempi, ti appaiono sempre un poco staccate dalla realtà, ingenue nel loro essere più piccole di quanto l’anagrafe racconti. Fatichi a vederle in un mondo dove i cellulari esistono, fatichi a vederle adolescenti, fino a quando la scrittrice non ti ricorda che lo sono. Luglio e Settembre, in fondo, hanno un loro mondo e non riescono a capire fino in fondo i coetanei che, come ammette Luglio.
Giocano un gioco che non due non sapevamo fare.
Sono le protagoniste ideali di un thriller psicologico, incutono esse stesse, più che la casa, inquietudine. Come la incute quel loro essere così (troppo) unite.
Quando una di noi parla, sentiamo tutte e due le parole muoversi sulla lingua. Quando una di noi mangia, sentiamo tutte e due il cibo che ci scivola in gola. Nessuna di noi due si stupirebbe se, aprendoci la pancia, scoprissero che abbiamo degli organi in comune, che i polmoni di una respirano anche per l’altra, che un cuore solo batte due volte, all’impazzata.
Sorelle è un romanzo che tiene inchiodati alla pagina, mentre il cuore batte forte e il dubbio si impossessa del lettore. Cosa sta succedendo? Cosa è successo?
La scrittura di Daisy Johnson ammalia, cattura: è un continuo sali e scendi di ritmo che riesce a trasmettere emozioni vere, terrore reale. Così come quella parola sangue che ritorna castamente
I giorni si intrecciano nel sangue, cuciti con l’ago rosso: il sangue quel giorno in bagno, il sangue sulla spiaggia, il sangue in piscina.
Quel Settembre dice che ti fa sempre temere il peggio. L’ordine estremo.
Il gioco non si era mai spinto fino a quel punto, ma il rischio c’è sempre stato.
Quel dolore che traspare in ogni pagina, senza la necessità di essere pronunciato. Come la crudeltà di alcuni passaggi.
Quella scrittura che, un passo dopo l’altro, tra gradini scricchiolanti e cunicoli segreti, ti guida verso la rivelazione e verso il colpo di scena.
Approfondimento
Sorelle è uno di quei romanzi dei quali poco si può (anzi si deve) raccontare. È un romanzo da non leggere nella penombra, da non leggere in una casa abbandonata; ma, nello stesso tempo, è un romanzo da leggere alla sera, magari accendendo tutte le luci e rannicchiandosi sotto a una coperta, sapendo a cosa si va incontro. Godendosi quel piccolo batticuore che nasce dentro.
Sorelle, lo avrete capito, è un romanzo che gli amanti di Jackson o di King (ma soprattutto di Jackson), e anche di molto Hitchcock, ameranno. È un romanzo dove lo stile, la scrittura, riescono a dettare il “suono” della narrazione e il lettore arriverà ad alcuni punti in cui, preso dall’ansia, dovrà dire: devo interrompere… Ma poi non riuscirà a farlo.