
Autore: Gianni Solla
Pubblicato da Einaudi - Marzo 2021
Pagine: 216 - Genere: Narrativa Italiana
Formato disponibile: Brossura, eBook
Collana: I coralli
ISBN: 9788806237769
ASIN: B08X7JNZNT

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Jacopo bambino e Jacopo giovane uomo si alternano nel racconto di una difficile vita incanalata fra un padre modesto, ma “normale” e una madre bellissima, ma problematica, nel rione delle mosche a Napoli, uno dei quartieri più disagiati della città.

La bellezza, come la pazzia, a volte salta una generazione.
A Napoli, nell’elegante quartiere del Vomero, viveva una ragazza bella come un’attrice, figlia di un’insegnante elementare, impiegata come segretaria presso la Brahms edizioni musicali. Testarda, volitiva e capricciosa, aveva però imparato dalla madre l’amore per la letteratura e la poesia, oltre che per la musica classica nella quale trovava pace per i suoi nervi irritabili, insieme alle sigarette sempre accese in bocca. Fuori di casa c’era la fila di ragazzi per riuscire a uscire con lei, ma quando la madre si intromette per suggerire alla figlia il migliore, dopo uno dei tanti litigi, lei decide di frequentare l’esatto opposto: un macellaio senza cultura, in grado di parlare solo il dialetto napoletano. Ed è così che nasce Jacopo.
La segretaria, dopo quel fatale colpo di testa, viene allontanata dalla casa materna e per orgoglio non accetta la vita modesta offertale dal padre del bambino, così, per avere un tetto, si trova a occupare abusivamente un appartamento malmesso nel rione delle mosche, quartiere disagiato della periferia est di Napoli. Il lavoro alla Brahms edizioni è stato lasciato da tempo e la mamma di Jacopo vive dei modesti sussidi erogati dal Comune, pur conservando l’alterigia delle sue origini di buona famiglia, rinforzata dalla sua innata bellezza.
Alle riunioni di condominio le altre donne andavano in tuta, lei, bellissima, bionda e in minigonna.
Jacopo cresce schiacciato dalla personalità della madre, non bello e poco sviluppato fisicamente, taciturno e solitario, diviso fra la casa materna e la macelleria del padre, dove passa il doposcuola chiuso nella cella frigorifera a scrivere poesie sulla carta gialla della carne. Frequenta l’istituto Santa Sofia, dove, unico maschio fra tante bambine, anche se timido e mingherlino, scopre di essere incredibilmente attratto dalla femminilità, se pur acerba, delle sue tante compagne di classe. Eppure l’affetto smisurato per la madre e il loro microcosmo fatto di rimpianti, malinconie, odio e amore lo farà maturare con molta lentezza. La “segretaria”, come Jacopo chiamerà la madre per tutta la durata del libro (il nome lo si scopre solo alla fine), inizia un lungo peregrinare presso infiniti medici alla ricerca di una cura per il figlio, che forse altro non è che la ricerca di una cura per sé stessa.
Tempesta madre vi sorprenderà per la bellezza intimista di tanti dettagli di vita. Il lungo racconto emozionale, non suddiviso in capitoli, ma solo in paragrafi più o meno brevi, risulta coinvolgere maggiormente il lettore, che si trova immerso nelle memorie alterne di Jacopo bambino e Jacopo trentenne, come a sfogliare un album dei ricordi a frammenti fotografici per riscoprire quanto di bello c’era stato nella sua pur complessa vita familiare.
Approfondimento
Il protagonista Jacopo, voce narrante, risulta magistralmente costruito dalla sapiente penna di Gianni Solla, tanto da pensare a una nota autobiografica della storia. Eppure le figure della “segretaria” e del “macellaio” non sono meno importanti, anzi costruiscono e tengono unita quella famiglia dalla forma tanto strana da sembrare un vaso rotto incollato male, ma che tutto sommato riesce a stare in piedi. L’alterazione mentale della madre, che aleggia sul racconto già dalle prime pagine, rende ancora più commovente la figura di Jacopo, bambino privo di una vera infanzia.
Decidemmo, senza parlarne, che un cervello poteva prendersi una pausa per due minuti e chiederti di sdraiarti per terra in una palestra affollata.
Sullo sfondo del loro intrigato rapporto a due, resta a margine, ma comunque protagonista, il ruolo del padre, semplice e mite che pur se osteggiato continuamente dalla madre, resterà sempre presente a fornire il suo appoggio. L’amore ha svariate forme e alla fine Jacopo riuscirà a intravedere in lui quell’esempio che gli era sempre mancato pur avendolo sotto gli occhi e a comprendere l’importanza di una famiglia unita, tanto da desiderarne una propria, diventando finalmente adulto.
Francesca Balacco