Autore: Erika Johansen
Pubblicato da Multiplayer.it Edizioni - Maggio 2016
Pagine: 455 - Genere: Fantasy
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Multipop
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Continua la saga dell’avvincente storia della Regina di Tearling; questa volta nel pieno dello scontro con la Regina Rossa. Ma lo scontro tra le due donne non sarà solo fisico; attraverso una lotta di introspezione reciproca, le due donne dovranno dimostrare di essere forti ma soprattutto due insensibili guerriere.
“Cambiamento” sarà la parola chiave di The invasion of the Tearling. I cambiamenti saranno all’ordine del giorno nel regno Tear, mutamenti fisici ma soprattutto emotivi, le cui cause sono celate da un remoto e primitivo segreto.
Torna sulla scena, dopo The queen of the Tearling, la giovane regina Tear che, poiché ha impedito l’ultima spedizione di uomini, ha suscitato la collera della Regina Rossa, la quale dopo aver armato il suo imbattibile esercito, comincia una missione alla volta di Tearling. Kelsia, regina di Tearling, appare da subito più matura, più decisa, più forte, in questa nuova avventura la vedremo maturare sotto tutti i punti di vista, ma non tutti seguiranno il normale flusso del tempo e della crescita: spesso saranno le forze magiche ormai intrinseche nel suo corpo a trasformarla in una nuova splendida donna non del tutto nuova agli occhi degli altri!
Sul palcoscenico che precede l’invasione della regina dei Mortmense appaiono nuovi personaggi; si apre quasi un romanzo nel romanzo, in cui Kelsia si ritrova come un’assente protagonista. La scena periodicamente si sposta nel tempo e si trasferisce tre secoli prima dell’invasione: una ricca donna di nome Lily subisce da sempre gli stupri e le violenze del marito Greg; l’uomo lavora per la Sicurezza del Governo, e difende la citta di Canaan dai separatisti ovvero un gruppo di persone che va alla ricerca di un mondo migliore.
La storia di Lily si intreccia a quella di Kelsia, quasi come se tra le due ci fosse un reale legame di sangue, condividono la sofferenza fisica e psicologica, i dubbi e le preoccupazioni. Ma Kelsia non distoglie mai lo sguardo dal suo destino: quello di liberare il suo popolo dalla schiavitù della Regina rossa, molti infatti sono già i soldati che sono morti per difendere la città di Tear: Non si può venire a patti con la marea.
Kelsia non può più aspettare: dopo aver visto la Regina Rossa al fronte, decide di andarle incontro personalmente, svelandone l’identità e la sensibilità; non senza prima aver ideato un piano.
Anche i più piccoli atti di gentilezza procurano enormi vantaggi: solo i ciechi possono essere convinti del contrario.
The invasion of the Tearling mantiene un ritmo più lento rispetto al volume precedente. Il lettore ha quindi il tempo di concentrarsi e capire meglio i legami, i sentimenti, le riflessioni della protagonista. Le scene dinamiche si trovano raramente negli spazi della narrazione: già all’inizio, quando viene presentata la figura della guardia carceraria, Erika Johansen è interessata a farcela conoscere più come persona nel suo rapporto col padre, e con il proprio lavoro, che come guardia dinamica e scaltra. La scena dell’invasione resta piuttosto lo sfondo per un teatro di dialoghi e nuove scoperte che porteranno allo scioglimento del racconto.
Approfondimento
Personalmente ho trovato The invasion of the Tearling un libro eccezionale, probabilmente perché dal titolo ho pensato da subito di trovare un’avventura bellica divisa tra azioni sanguinarie e scende di disperazione; ma non è stato così. La magia resta il personaggio principale: Kelsia è diventata adulta, sente lo stimolo sessuale, è in grado di difendersi da sola, ma spesso ha bisogno di essere placata, la sua enorme magia, di cui ancora non è in grado di gestirne la grandezza, le provoca del cambiamenti non solo fisici: la rabbia di vendetta e l’enfasi incontrollabile, due sentimenti ancora tipici dei bambini, la porteranno a diventare, a tratti, una crudele sanguinaria. Tenerissima, infine, la scena in cui il prete Tyler insegna a Mazza Chiodata, il capitano delle guardie, a leggere: se il capitano delle guardie avesse pensato che Tyler lo stava trattando come un bambino, lo avrebbe picchiato a sangue.
Il personaggio di Lily mi pare degno di attenzione. Nata nel 2058 vive a Nuova Canaan, una città del tutto attuale: vi circola droga, crimine, prostituzione. Una donna indifesa, vittima di un sistema che non ha scelto, accanto a lei la figura nera di Greg, un uomo che la picchia e spesso la violenta rimediando poi con regali. L’autrice ce la presenta come una donna senza spina dorsale. Apparentemente questa donna non ha nulla a che fare con Kelsia, che nel suo piccolo è sempre stata circondata da un’aura di coraggio e impavidità. Ma Erika Johansen le lega insieme, quasi come se fossero un’unica persona, le rende un ossimoro empatico: le sofferenze di Lily sono sentite da Kelsia, e quando Lily sfiora la morte, Kelsia sente di star cedendo anche lei.
Un’altra degna figura che appare sulla scena di questa nuova vicenda è Andalie, nel suo paragone con Kelsia. Due figure opposte di femminilità: Kelsia che non conosce l’esperienza della maternità né sembra che ne senta il bisogno e Andalie che invece ha sacrificato la sua vita per i figli, restando legata ad un uomo che pur picchiandola, le ha permesso di restare accanto ai bambini. Uno dei monologhi più commoventi del romanzo è stato proprio quello di Andalie:
Ma i miei figli ne hanno sofferto molto. I bambini hanno subito numerose percosse, e le bambine hanno dovuto subire ben di peggio. Mio marito non è un uomo intelligente, ma è proprio la sua stupidità a renderlo pericoloso. Non si è mai chiesto se avesse il diritto di fare ciò che faceva, è troppo sciocco per porsi domande del genere. Penso che sia questo il punto cruciale, maestà: il male che c’è al mondo è portato da coloro che pensano di avere il diritto di possedere tutto ciò che vogliono, tutto quello su cui possono mettere le mani. Queste persone non si chiedono mai se hanno il diritto di comportarsi in quel modo, non s’interessano al prezzo che gli altri dovranno pagare.
Miriam Genovese