Autore: Erika Johansen
Pubblicato da Multiplayer.it Edizioni - Luglio 2015
Pagine: 387 - Genere: Fantasy
Formato disponibile: Copertina Rigida
Collana: Multipop
ISBN: 9788863553215
ASIN: B010QYDRZY
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Arrivare a compiere la maggiore età è spesso sinonimo di un traguardo: si diventa adulti. È questa la storia di Kelsia, una giovane principessa che comincia il suo cammino verso il trono che le spetta come regina di Tearling, un viaggio lungo e difficile ma soprattutto ricco di scelte complicate. Una continua lotta tra fedeli e traditori; ma la mentalità di un regno non si cambia in un giorno solo…
Le imprese più straordinarie di un vero eroe sono quelle compiute in silenzio. Non ne sentiamo mai parlare ma comunque, amici miei, in un modo o nell’altro le veniamo a conoscere.
Nel giorno del suo diciannovesimo compleanno, Kelsea viene condotta da un gruppo di soldati verso la Fortezza dove l’aspetta il suo trono di regina di Tearling. Rimasta orfana da circa 16 anni, la giovane è stata accompagnata nel bosco e affidata a una coppia che l’ha educata, istruita, e tenuta lontano dai pericoli. Ma la giovane regina appena recuperata deve da subito imparare ad affrontare scelte difficili, a imporsi tra i soldati, e a impugnare la spada: le è vietato fare troppe domande sul passato, e non sa nulla di suo padre. Tutto quello che sa riguardo al passato del suo regno, è ciò che ha imparato sui libri: la presenza della “regina rossa” di Mortmense (letteralmente La Mano dei Morti) e il suo stesso zio, “il reggente”, intimidiscono il regno di Tear e minacciano la vita della regina.
Il rischio è sempre imminente, il regno è intriso di spie e traditori, la morte segue Kelsea come un’ombra, e gli incubi impregnati di premonizioni la tormentano di notte. Kelsea combatte tutti i giorni con se stessa per diventare una regina migliore di sua madre: Elyssa durante gli anni del suo regno ha preso delle decisioni troppo svantaggiose per il destino del suo regno: ha abrogato l’obbligo scolastico, ma ancor più grave, temendo un attacco da parte della regina rossa le ha concesso tramite un contratto scritto una somma di 3.000 abitanti Tear ogni anno da ridurre in schiavitù. Riuscirà la regina di Tearling a trovare persone di cui fidarsi, e soprattutto cambiare le sorti del suo regno?
Assicuratevi solo che gli enormi cambiamenti che porterete siano per il bene della vostra gente, non solamente per annullare la memoria di vostra madre: è la differenza che passa tra una regina e una bambina arrabbiata.
The queen of the Tearling è un libro avvincente ed emozionante: il lettore vorace non riuscirà a interrompere la lettura. Adatto agli adolescenti e a tutti gli amanti del genere Fantasy, nasconde il significato attuale di una società marcia, dove il potere gira sempre le spalle al popolo. Solo una regina illuminata potrà cambiare le sorti del regno, e la mentalità della gente che sa ricompensare con atti di gratitudine e fedeltà.
DOMANDA: Come si definisce una ragazzina in esilio con una corona falsa? RISPOSTA: La vera Regina.
Approfondimento
Personalmente ritengo The queen of the Tearling un libro di pura attualità, pur inserito all’interno di un contesto fantasioso. Con voli pindalici Erika Johansen spesso gioca a inserire il testo all’interno di un contesto storico: prima facendo riferimento a date medievali, successivamente cita un autore di narrativa contemporaneo. Insomma, quando sia accaduta la storia di Kelsia non ci è dato saperlo; ci basti sapere che il tema della corruzione, della lotta al potere, e del popolo pagante, è sempre al centro di ogni epoca.
Ho letto piacevolmente il libro in due giorni senza sentirmi appesantita dal ritmo veloce della narrazione. The queen of the Tearling si presenta ricco di spunti di riflessione: il tema della schiavitù, del potere che tradisce il popolo, la droga, la lealtà di pochi e il tradimento di almeno uno. Non manca l’oggetto magico, essenziale per ogni favola che si rispetti: le collane con lo zaffiro che reagiscono alle emozioni della regina sono l’elemento che sblocca spesso la situazione. Importante, mi appare, anche il riferimento che l’autrice giocosamente fa ricollegando alcuni personaggi del testo a quelli manzoniani.
A tal proposito ho notato la somiglianza retorica dell’infanzia di Thomas, lo zio reggente, e il personaggio della Monaca di Monza manzoniano. La figura dello zio è presentata come il secondo genito a cui non è destinato nulla: da bambino giocava a essere la guardia della regina compiendo imprese onorevoli. Era un bambino buono, disponibile e non diceva bugie, tanto che i genitori e la governante si congratulavano con lui alla sera, e gli regalavano del cioccolato, finché un giorno, all’età di tredici anni, non ha capito di essere il figlio superfluo, cominciando così a diventare un uomo dedito al tradimento della sua stessa sorella, fino a desiderarne la morte. Un’infanzia trascorsa consapevoli di futuro ben deciso e mai accettato, ha trasformato entrambi i personaggi in traditori e criminali.
Anche la figura di Padre Tyler ricorda a grandi linee la figura di Don Abbondio: uomo di chiesa dal coraggio discutibile. Dopo aver incoronato la regina di Tearling, (la quale sceglie di essere una regina non rispettando i princìpi cattolici), viene richiamato dal Santo Padre che gli impone di tornare alla Fortezza come spia; ed egli accetta temendo per la propria tunica. Un uomo insomma più fedele all’abito che alla propria fede, o come scriveva Manzoni, egli è solo un vaso di terracotta costretto a viaggiare tra vasi di ferro.
Miriam Genovese