Autore: Guido Sgardoli
Pubblicato da Piemme - Settembre 2017
Pagine: 552 - Genere: Letteratura per ragazzi
Formato disponibile: eBook, Rilegato
Collana: Il battello a vapore. One shot
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Le pietre sono davvero oggetti inanimati? A Levermoir, isola sulla costa irlandese, sembra proprio di no. E il primo a scoprirlo è il giovane Liam.
Orfano di madre e con un padre spesso fuori casa per il suo lavoro da pescatore, con problemi d’alcolismo, Liam, il protagonista di The stone, salta la scuola per recarsi, in un apparente giorno qualsiasi, nel suo posto segreto. Prima di raggiungere la sua ‘Ainnir’, l’imbarcazione alla quale aveva dato il nome della defunta mamma, Liam alza gli occhi verso il faro: un corpo, ormai senza vita, pende dal davanzale. È quello di Meekan Corry, il farista e amico di Liam. Spaventato e incredulo di fronte a un suicidio inaspettato, il giovane avverte la polizia con una chiamata anonima. Non solo: sotto il faro, una pietra dalle particolari incisioni ruba la sua attenzione proprio per quelle venature che gli ricordano la pietra una volta appartenuta a sua madre. Messe a confronto, quasi per magia le pietre si uniscono alla perfezione, come vi fosse al loro interno una forza attrattiva.
Sbalordito per la seconda volta dagli eventi che si erano aperti quel giorno ai suoi occhi, Liam confessa tutto agli amici di sempre: Midrius e Dotty. Entusiasmo e scetticismo sono le differenti e rispettive reazioni dei ragazzi che, come novelli detective, si impegnano non solo a capire la verità sul presunto suicidio del farista Corry, ma anche a dare un nome alla magia attraverso la quale le pietre si erano unite davanti a Liam. Vivranno così una serie di strane, e talora pericolose avventure in una Levermoir che non sarà più la stessa dal giorno del rinvenimento del cadavere di Corry. Quasi fosse stata scagliata sulla città una maledizione, litigi, atti vandalici, omicidi, incendi, corrodono la serenità dell’isola e dei suoi abitanti.
Approfondimento
Come dirà il sindaco di Levermoir, l’isola da pacifico luogo abitato per lo più da pescatori si trasforma ben presto in una ‘bomba pronta ad esplodere’. La comunità sembra impazzita tra vecchi e nuovi rancori che sfociano via via in una sequela di violenze sempre più inaudite. I fatti, all’inizio apparentemente slegati tra di loro, sono invece annodati a uno stesso fil-rouge: le pietre. Nei luoghi in cui si sono compiute nefandezze e azioni delittuose è sempre presente una pietra dalle strane incisioni.
A loro modo, la strana compagnia formata da Liam, Midrius e Dotty, alla quale a metà libro si aggiunge un quarto membro, ovvero la figlia del sindaco di Levermoir, Fionnula, cerca di mettere fine a questa catena di brutalità che ha finito per coinvolgere drammaticamente anche le loro stesse famiglie. Tra ricerche storiche e archivistiche, mineralogia, traduzioni di antiche lingue celtiche, i ragazzi affrontano eroicamente, o forse inconsciamente, una battaglia.
Drammi personali e sociali si associano in The stone alla secolare storia irlandese fatta di leggende, miti e superstizioni. Alle suggestioni prettamente irlandesi, evocate ad esempio anche attraverso le citazioni dal cristianizzatore San Patrizio all’inizio delle tre sezioni in cui è diviso il libro, si sommano quelle derivanti dai siti megalitici, dai romanzi di Stephen King e dalla serie tv Children of the Stones. Il libro così non può iscriversi facilmente in nessuna delle categorie di genere più note: non è né un libro per ragazzi, né un horror né un thriller. A tratti, sembrerebbe assimilabile, causa anche l’età del protagonista principale Liam, voce narrante della prima e terza sezione, a un romanzo di formazione. The stone è e non è tutto questo.
È però sicuramente un libro piacevole da leggere; sebbene vi siano troppi nomi e particolari del tutto secondari e ininfluenti ai fini della trama, la stessa risulta molto avvincente. Il valore dell’amicizia, la fiducia e la stima tra i protagonisti è, forse, la vera carta vincente del libro: se nella città in cui abitassimo si verificassero gli stessi fatti accaduti a Levermoir, tutti noi vorremmo – e dovremmo – avere al nostro fianco un Midrius, una Dotty. E, perché no, anche una Fionnula di cui innamorarsi.
Serena Testa
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